Yashitzone

Che la cortese lettrice, cui dà fastidio il pensare solo alle cose di guerra, non arricci il naso, nè torca lo sguardo se, dopo una battaglia, le poniamo sottocchi un eroe giapponese. Il gentil sesso ha qualche diritto sugli eroi; molti di essi furono appunto creati da un dolcissimo sorriso di donna, o dal dono di una sciarpa ricamata da una mano piccola, bianca e perfetta.
Aggiungete che qui si tratta di una leggenda, e voi, o lettrici, siete in generale appassionatissime di questo genere di racconti. E potrei aggiungere una terza ragione di non minor peso, ed è che al Giappone il gentil sesso si diletta di una scherma speciale creata appunto per esso.
È l’arma delle signore giapponesi una lancia dal ferro ricurvo; esse la portano colla punta piegata verso il suolo, e la maneggiano giusta il regolamento in una serie di attitudini, di pose e di movimenti a cadenze, che fornirebbero graziosi motivi di balletto.
Le amazzoni giapponesi si servono anche di una specie di falcetto trattenuto al loro polso da un lungo cordone di seta. Quest’arma è destinata ad essere avventata alla testa del nemico; poi immediatamente ritirata coll’aiuto del cordone di seta.
Ed ora ascoltate la leggenda dell’eroe Yashitzone. Questi, uno degli eroi dell’antico impero dei Mikado, era di mingherlina statura e non portava nè scudo, nè alabarda, nè elmo; eppure sfidava i più formidabili cavalieri, e non mancava mai di batterli in singolare tenzone. Grazie alla maestria con cui maneggiava il suo ventaglio da guerra per abbagliare il suo antagonista, distrarne l’attenzione, od anche assestargli un colpo tra i due occhi, era sicuro di metterlo ben presto a dovere e in balia della sua sciabola. I disegnatori giapponesi lo rappresentano, come vedete nel nostro disegno, ritto in cima ad una colonetta, dove si è slanciato per evitare un colpo d’alabarda di un formidabile assalitore, tutto bardato di ferro: là si si tiene in equilibrio sur un piede, e agitando colla mano la sciabola, coll’ occhio fisso sulla testa gigantesca ch’egli sta per
far cadere con un sol colpo.

Testo e foto tratti da: L’illustrazione popolare
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Tessenjutsu (giapponese: 鉄扇術, lit. ’tecnica del ventaglio di ferro’) è l’arte marziale del ventaglio di guerra giapponese (tessen). Si basa sull’uso del ventaglio in ferro pieno o del ventaglio in ferro pieghevole, che di solito aveva otto o dieci stecche in legno o ferro.
L’uso del ventaglio da guerra in combattimento è menzionato nelle prime leggende giapponesi. Ad esempio, si dice che Minamoto no Yoshitsune, un eroe della leggenda giapponese, abbia sconfitto un avversario di nome Benkei parando i colpi della lancia del suo avversario con un ventaglio di ferro. Si diceva che questo uso del ventaglio di ferro gli fosse stato insegnato da una creatura mitologica, un tengu, che lo aveva anche istruito nell’arte della spada. (Wiki)