La Chiesa di Notre Dame – Nostra Signora a Parigi.

L’origine della Cattedrale o sia Chiesa di Notre Dame di Parigi, si perde nei più remoti tempi della storia di quel regno. Niuna particolare notizia se ne rinviene nelle croniche; ciò non ostante sembra che ella fosse anticamente di ben poca importanza, o tosto deve essere stata distrutta, poichè verso la metà del dodicesimo secolo si prendevano disposizioni per costruirne una nuova. Maurizio di Sully, elevato da bassa condizione alla dignità di Vescovo di Parigi, ebbe il coraggio di accingersi a quella grandiosa opera, al cui compimento non vi volle meno di due secoli.

Questa gigantesca mole, il cui incalcolabile peso riposa un fondo palificato, ha 390 piedi di lunghezza e 144 di larghezza: la sua altezza sotto la volta interna è di 103 piedi: l’altezza della facciata e di 120. La parte inferiore della chiesa è composta di tre navate di diversa forma ed altezza: esse sono cariche di ornamenti nel gusto del tempo della sua costruzione; e si vede che erano adorne anche di statue, le quali però più non esistono, sia che il tempo le abbia distrutte, o che il furore rivoluzionario le abbia atterrate.
Ella è cosa da notarsi, che in una delle navate si vede una di quelle sfere celesti, che si trovano nei templi della più lontana antichità. I segni sono i medesimi, coll’unica differenza, che nel posto di Cerere si scolpì la Beatissima Vergine.

Al di sopra della porta della facciata veggonsi 27 nicchie entro le quali erano collocate altrettante statue colossali dei re di Francia, incominciando da Childeberto (511) fino a Filippo Augusto 1061. Queste vennero atterrate al tempo del terrore.
Al di sopra di queste nicchie vi ha una finestra rotonda del diametro di 40 piedi, chiamata la rosa, e ad ambi i lati della facciata ve n’è una simile, lavorata con grandissima diligenza, ma di minor dimensione. Siccome troppo scarsa luce queste tre rose darebbero alla chiesa, essa ha 113 finestre guarnite di vetri dipinti nel gusto dell’infanzia delle arti.
Al di sopra della rosa, un peristilo di 34 colonne, ognuna di un sol pezzo, scorre su tutta la lunghezza della facciata. Le due navate laterali del tempio vengono sormontate da due grandi torri quadrate alte ciascuna 204 piedi. In quella posta a mezzodi v’ha la famosa campana detta il Bourdon, che non si suona che nelle grandi solennità, o in occasione d’avvenimenti formanti epoca, come incoronazioni e morti di re, e nascite di principi ereditarj.
Questa campana, il cui peso è di 32,000 libbre, venne fusa nel 1682, e per effetto d’un accidente tre anni dopo dovette essere rifusa. Siccome questa enorme massa non può essere posta in movimento, così si fa muovere il battaglio pesante 976 libbre, il quale toccando gli orli della campana manda un suono cupo e solenne, che si ode a grande lontananza.
Questa campana fu battezzata con grande solennità, e le si imposero i nomi di Emanuale, Luisa, Teresa. Padrino e matrina furono Luigi XIV e la regina.

Altre volte v’erano 45 cappelle; ora non ve ne sono che 32. Il coro principale, lungo 115 piedi e largo 35 è pavimentato di marmo a varii colori, e contiene delle belle pitture. Nei tempi passati la navata di mezzo era piena di quadri rappresentanti quasi tutti martirii e soggetti tristi.

La travatura del tetto è senza contraddizione la cosa più ammirabile in tutta quella fabbrica. È chiamata la selva a cagione dell’ immensa massa di legname di castagno della quale è composta. Essa ha 356 piedi di lunghezza, 37 di larghezza e 30 di altezza, e la totalità è ricoperta di 1335 lastre di rame, pesanti insieme 420,240 libbre.

Una storia completa della chiesa di NotreDame sarebbe ad un tempo la storia di Parigi, poichè le parti vincitrici di ogni secolo, vi appesero a vicenda le loro armi e vi fecero cantare dei Te Deum per render grazie al Dio degli eserciti delle vittorie che avevano riportate. I secoli passarono il tempio sussiste ancora.

Articolo del 1835 da il Cosmorama pittorico.
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Complementi da:
Dizionario delle invenzioni, origini e scoperte, relative ad arti, scienze, ec.
Di François Joseph M. Noel

NOSTRA SIGNORA, o NOSTRA DONNA DI PARIGI (NOTRE-DAME DE PARIS). Secondo la tradizione e gli scritti de’ leggendarj, la costruzione della chiesa di Parigi nella città vecchia (la CITÉ) deve essere considerata sotto tre epoche diverse:

PRIMO TEMPIO. Sul terreno della piccola chiesa gotica di San Dionigi del Passo, che non esiste più, i primi Cristiani fabbricarono un oratorio sotto l’invocazione della Vergine, di San Dionigi e di S. Stefano.

SECONDO TEMPIO. Childeberto, fondatore dell’antica abbazia di San Germano de Prati, fece costruire nel 522 sopra porzione del terreno ove molti secoli dopo fu fabbricata l’attuale cattedrale, un tempio considerevole e magnifico, conforme dice Fortunato, poeta italiano contemporaneo. Il principe diede a’ fratelli di Nostra Donna, che allora vivevano in comunione, alcuni beni stabili pel loro mantenimento e per le spese del culto divino.
La elegante architettura della navata di quella chiesa, le sue gallerie esterne, e specialmente l’alta torre quadrata forata a giorno, attraevano la generale attenzione; ma ciò che al sommo ammiravasi erano i vetri che brillavano de’più vivaci colori del prisma. Childberto aveva recato di Spagna il meraviglioso segreto di dare al vetro tutte le tinte delle pietre preziose, il qual segreto andò perduto in quell’epoca, e solo se ne ritrovarono sorprendenti effetti a tempo dell’abate Suger. – Nel 857 i Normanni accampatisi nel sito dove oggi si vede la piazza della Greve, lanciarono materie infiammate su quella bella chiesa, che fu ridotta in cenere.

TERZO TEMPIO. Il re Roberto, detto il Pio. figlio di Ugo Capeto, risolse di ricostruire la chiesa di Nostra Donna secondo il piano tal quale è attualmente, salvo i cambiamenti ed accrescimenti che sopravvennero durante il lungo intervallo della sua esecuzione. Colto esso da morte innanzi di aver compiuto il suo disegno, il suo figlio Enrico cominciò ad eseguire il desiderio paterno. Finalmente, un uomo d’ingegno, nato da poveri ed oscuri genitori, Maurizio di Sully, il quale essendo divenuto membro dell’Università, giunse pur nel 1159 alla sede vescovile di Parigi, dopo aver fatto demolire un avanzo dell’antica chiesa costrutta da Childeberto, egualmente che l’oratorio di Santo Stefano verso il mezzogiorno, riassunse con vigore i lavori interrotti da gran tempo, e coll’ajuto delle Limosine e del fervore dei fedeli, terminò in gran parte quel monumento nell’anno decimosesto del regno di Filippo Augusto.
Dopo la morte di questo vescovo, avvenuta nel 1196, Ode di Sully, parente del monarca e di Enrico re d’Inghilterra, animato dal medesimo zelo, continuò l’opra senza interruzione fino al 1208. Dipoi Pietro di Nemours ed i vescovi che gli succedettero ultimarono le costruzioni dirette dall’architetto Giovanni di Chelles nel 1259. Insomma, quella basilica, opora di tante generazioni, dopo avere per molti lustri dominato maestosamente sull’ umile città, è stata sempre in appresso uno dei più belli ornamenti della superba capitale.

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