Angeline Tubbs

La strega di Saratoga

O forse solo una povera donna. Era bella, con occhi neri e penetranti e lunghi capelli fluenti. E d’estate o d’inverno si avvolgeva intorno il suo scialle rosso...

“Un turbante le cinge la fronte,
Da cui, senza ostacoli, i suoi capelli scuri e sottili
Scorrono irregolari sulla fronte battuta dalla tempesta;
Il suo occhio riposa, pallido fuoco nella sua sfera nera
Dorme innocuo-ma si risveglia. La nube temporalesca di Giove.
Non si accende così ferocemente”.
Di Anonimo

Poco a nord del villaggio di Saratoga Springs si erge un promontorio di roccia calvo chiamato “Mount Vista”, le cui masse grigie incombono accigliate su una profonda gola sottostante. Vicino alla base della montagna, in questo punto, e all’interno del burrone, in una tugurio solitario e miserabile, viveva alcuni anni fa una donna dal carattere misterioso e incerto, di nome Angeline Tubbs.
Circondata da una numerosa covata di gatti, i suoi unici compagni, conduceva una vita solitaria in casa ed era considerata una vagabonda fuori: si sostentava in parte con la mendicità e in parte versando piccoli contributi a quelle fanciulle rustiche dal cuore semplice e ruffiano che desideravano sbirciare abbastanza lontano nel futuro per sapere qualcosa dei loro futuri mariti.
A volte era stata presa in considerazione da coloro che, attraversando le montagne, cercavano di ricavare una parte del loro precario sostentamento con la caccia con le trappole; e talvolta la scomparsa di un tacchino o di un pollo dai locali di una fattoria veniva addebitata alla sua opera invece che a quella di Sir Reynard.
La sua dimora solitaria e poco invitante, tuttavia, veniva evitata dalla brava gente della regione circostante, come se fosse stata la sede della peste, o il tabernacolo di Azazel.
Il suo aspetto generale era tanto peculiare quanto le sue abitudini di vita erano irregolari e insolite. In effetti, tutta la sua vita e il suo carattere erano sempre stati avvolti in un’oscura nuvola di mistero.
Viveva in questa zona da molti, molti anni, e le persone ingenue non si facevano scrupoli nel dichiararla poco più di una maga, che praticava incantesimi e conversava in modo familiare con gli spiriti delle tenebre. All’epoca di cui scriviamo aveva probabilmente novant’anni, eretta nella forma ed elastica nei movimenti.
I suoi lineamenti erano affilati, giallastri e rugosi; il suo naso alto e adunco, come il becco di un’aquila, mentre i suoi occhi infossati, neri come il carbone, ogni volta che erano incrociati nei suoi propositi, o altrimenti arrabbiati, lampeggiavano degli sguardi penetranti e terribili del basilisco. Per più di sessant’anni aveva vissuto a breve distanza da Saratoga.
A volte si trovava in paese per esercitare la professione di indovina, per pagare le provviste di cibo che, per paura, non le sarebbero mai state negate; ma per la maggior parte del tempo era occupata a vagare per i boschi e tra le colline, arrampicandosi da un dirupo all’altro sulle rocce e attraversando le valli e i burroni degli altipiani vicini.
Molte erano le storie stravaganti e sorprendenti raccontate su Angeline nel vicinato, soprattutto durante i primi insediamenti del villaggio, che non sarebbe stato edificante ripetere. Se fosse stata la signora del turbine, non avrebbe potuto essere più felice delle tempeste.
Era stata vista, con la figura eretta e le braccia tese, in piedi sull’orlo di spaventosi precipizi, in mezzo alle tempeste terribili, conversando, per così dire, con spiriti invisibili, i suoi lunghi capelli arruffati fluttuavano nel vento, mentre il tuono squarciava le rocce sotto i suoi piedi, e il lampo rosso la circondava come con un sudario di fiamma.
Nell’attraversare la campagna e il villaggio indossava uniformemente un mantello rosso con cappuccio; sulla sua testa era legato un fazzoletto a imitazione di un turbante, sul quale si metteva il cappuccio quando faceva brutto tempo. In effetti, dal suo aspetto e dalla sua occupazione fu una fortuna per lei vivere più di un secolo dopo le tragedie messe in atto dai nostri antenati puritani a Salem.
Ho detto che nel periodo di cui scrivo ella aveva senza dubbio ben novant’anni. Era raro che si riuscisse a convincerla a uscire dai suoi stati d’animo farfuglianti, tranne che per predire il futuro; ma, occasionalmente, con la defunta signora Washington Putnam, con la quale era sempre più comunicativa che con gli altri – a causa, senza dubbio, della gentilezza con cui quella signora la trattava sempre, raccontava scorci della sua storia passata.
La signora Putnam è sempre stata dell’opinione che l’affermazione di Angeline, secondo cui era una ragazza di quindici anni al momento della resa di Burgoyne, fosse vera. Altre circostanze, inoltre, che non ho lo spazio per citare in dettaglio, mi hanno convinto che la sua storia fosse corretta. Per esempio, mi ha raccontato aneddoti legati a quella campagna che una persona della sua ignoranza non avrebbe potuto ricavare se non dall’osservazione e dal ricordo personale.
Gli anziani residenti della città, inoltre, che la conobbero per la prima volta nel 1820, mi hanno riferito che a quel tempo sembrava vecchia e rugosa come quando morì nel 1865. La verità sulla sua storia iniziale è molto difficile da ottenere. Il defunto dottor Steel, tuttavia, che ne sapeva più di ogni altro, era solito dire di essere stato informato dai primi coloni che in gioventù era stata una ragazza di una bellezza straordinaria.
Tuttavia, essendo stata sedotta in giovane età con la promessa di un matrimonio, era stata scartata e gettata via “come un’erbaccia ripugnante” e, divenuta pazza, aveva poi condotto una vita errante; e questa, probabilmente, è la verità.*
Ad Angeline sono legati numerosi aneddoti, il primo che mi viene in mente è il modo in cui il “Bloomerismo” fu “stroncato” grazie alla sua opera. Quando quella mania scoppiò per la prima volta a Saratoga, alcune giovani signore la vestirono con quel costume, con il quale sfilò su e giù per la strada e negli alberghi. L’effetto fu che l’intero movimento Bloomer fu messo in ridicolo e, per quanto riguardava Saratoga, finì per sempre.

* Durante la fine della guerra civile, alcune fotografie di Angeline furono richieste e vendute a beneficio dei soldati.

Ricordo bene, inoltre, una scena accaduta nel 1850 mentre si teneva un “camp-meeting” nel “Patrick Neighborhood”. Per apprezzare l’aneddoto, va detto che il defunto giudice – uno dei cittadini più rispettati e stimabili di Saratoga – non ebbe mai figli di entrambi i sessi, un fatto che era universalmente noto.
Durante la riunione del campo, sono capitato in una tenda dove diversi “anziani” erano in ginocchio a pregare. Come era consuetudine, qualcuno esclamava: “Dio benedica il tale e il talaltro”, quando gli “anziani”, senza fermarsi, facevano della persona citata l’oggetto della preghiera.
Nella tenda c’erano Angeline Tubbs, la signora Dr. Rush e Madame Jumel. Proprio mentre entravo, qualcuno chiamò a gran voce: “Dio benedica la figlia del giudice!”. Al che gli anziani, che da lontano non sospettavano altro che la figlia del giudice fosse un vero e proprio personaggio, hanno pregato per circa quindici minuti per “la figlia del giudice!”.
La frode non fu scoperta fino a quando lo stesso malvagio burlone non esclamò: “Dio benedica Angeline Tubbs e Madame Jumel”; allora, tra le risate dei “non circoncisi”, Angeline e Madame Jumel si precipitarono fuori dalla tenda e la riunione si sciolse nella confusione.

NdR – Dopo aver scritto questo articolo, mi sono imbattuto su questo sito, in cui si legge:

Così William Stone, Jr. ha preso alcune informazioni su Saratoga Springs, ha aggiunto un pizzico delle storie di suo padre e ha inventato una storia enorme sul diario di un poeta morto per far sembrare tutto reale e indiscutibile… Ma che dire di quella foto inquietante che si ritiene ritragga Angeline Tubbs come una donna di 90 anni? In realtà è la fotografia di un manichino truccato…

E in questo altro bel sito, molto ricco di documenti che spiega in modo migliore l’intricata storia.

Saratoga Springs è una città della contea di Saratoga, New York, Stati Uniti.
– Reynard
– una volpe sovversiva, focosa, anarchica, aristocratica e spiritosa proveniente dalle pianure acquose delle Fiandre orientali medievali.
– Azazel – Il nome di un essere soprannaturale menzionato in connessione con il rituale del Giorno dell’Espiazione
– Bloomerismo – Ovvero la moda di quei pantaloni, introdotta in Europa dall’americana Bloomer, che intendeva cominciare l’emancipazione della donna con l’abbigliamento.


Articolo tratto da: Reminiscences of Saratoga and Ballston
Di William Leete Stone
Digitalizzato in Google Libri.