I.
Prima Pietro da Morrone, (così chiamato da questo Monte presso a Sulmona, ove fece vita solitaria) nacque l’anno 1215. da Angelerio semplice Agricoltore, in Molise Castello di Napoli nella Terra di Lavoro, l’undecimo tra dodici suoi fratelli.
Fu prima Monaco Benedettino nel Monastero di Faifoli nella Diocesi di Benevento ove entrò di 20. anni, ma ne uscì colla permissione dell’Abate, per ritirarsi nel 1239 a far penitenza nelle grotte del Morrone, nelle quali dimorò 5 anni, fino a passare al Monte di Majella nella Puglia, ove istituì l’Ordine de’Celestini, ed ove era Priore, allorchè fu eletto Papa in Perugia a’5. Luglio 1294., per opera principalmente del Cardinal Latino Vescovo di Ostia, Romano della famiglia Malabranca, dell’Ordine de’Predicatori, (a cui si attribuisce la Prosa o Seguenza Dies ira, che la Chiesa canta nella Messa de’Defunti (a)), il quale, per terminare la discordia, che durava per più di due anni negli undici sagri Elettori, loro propose con efficacia questo santo Romito, la cui santità egli avea conosciuto, mentre per cagione del suo uffizio era venuto in Roma per visitare il Convento dell’Ordine, di cui era Fondatore.
II.
Fu dunque Pietro di Morrone eletto Pontefice concordemente, e gli fu spedito il Decreto della sua elezione, ma egli ricusò costantemente di accettarla, nė si piegò se non vinto dalle suppliche de’Cardinali, e de’Re Carlo II. di Napoli, ed Andrea III. di Ungheria, i quali si portarono da lui per costringerlo colle loro preghiere a ricevere il sa-
(a) Vegg. Cardella Stor. de’ Cardinali Tom. II. pag. 11.
gro manto Pontificale, persuadendolo non esservi altro mezzo di mettere riparo alle calamità, che soffriva il mondo Cristiano, se non accettando egli il Pontificato, al quale Dio lo destinava. Due Vescovi coll’Arcivescovo di Lione, e con due Protonotarj Apostolici, gli portarono all’Eremo il Decreto dell’Elezione, da’Cardinali sottoscritto, ma questi non lo poterono rimuovere dalla sua costanza nel ricusare l’elezione di lui al Pontificato. Francesco Petrarca scrive (a), che Pietro avea meditato di sottrarsene colla fuga, ma dal gran popolo accorsovi ne fu impedito, e solo si lasciò vincere dalle preghiere de’suddetti Personaggj.
Partì poi alla volta d’Aquila, ove entrò montato su d’un giumento (b), addestrato da’due Re di Napoli, e di Ungheria a piedi, ed ivi dopo l’arrivo de’Cardinali da Perugia, a’ quali il S. P. aveva scritto, che da loro egli non si portava per gli eccessivi caldi della stagione che correva, fu coronato a’29. Agosto, nella Chiesa dell’ Ordine suo di s. Maria di Collemmaggio fuori le mura, e quindi montato non più come dianzi in un giumento, ma sopra un bianco cavallo, entrò coronato nella Città, fra gli applausi di 200. e più mila persone (c), che vi erano accorse, per veder il primo personaggio del Mondo, quello che poco prima era un umile Romito.
(a) Lib. 2. de Vit. Solit. Sæct. 3. cap. 18.
(b) Mosso a ciò dalla singolare sua umiltà, come dice ‘Pietro d’ Ailli lib. 2. cap. 11.
(c) Come testifica Tolomeo da Lucca ivi presente
III.
Poco dopo la sua incoronazione il nuovo Pontefice nel mese di Settembre fece nella medesima Città dell’Aquila la Promozione di dodici Cardinali, sette de’quali furono Francesi, e cinque Italiani…
… continua… per i paragrafi IV. e V.
VI.
Celestino sospirando per l’antico suo ritiro, ove solea orare con quella quiete, che ora non gli permettevano le cure del Pontificato, cominciò a considerare di deporre un carico di tanto peso per lui, molto più essendogli mancato il Cardinal Latino, morto poc’anzi, sopra cui ne avea deposto il maggior peso.
Oltre di questo, sapeva egli, che i Cardinali erano di lui malcontenti, parte perchè avea creato 12. Cardinali, 7. Francesi, e 5. Italiani senza prender consiglio dagli antichi, onde pareva che li avesse in poco conto, e parte perchè avea rinnovata la Costituzione di Gregorio X., in cui li costringeva a rinchiudersi nel Conclave, per ovviar agli indugj della Sede vacante, per lo che cominciavano a parlare di lui, come appunto di un uomo, che nato e cresciuto nelle selve, era inabile per la Tiara.
Mosso pertanto da tutte le sopraddette ragioni, col consenso di tutti i Cardinali determinò, e dichiarò primieramente (a), che il Papa poteva liberamente rinunziare al Pontificato, e poscia rinunziollo (b) spontaneamente, e non già come alcuni lividi Scrittori dissero, per avergli il Cardinal Benedetto Gaetani, che gli successe, di notte con una tromba, come se fosse voce venuta dal Cielo, insinuato di abbandonare il Papato, ciò che è certamente una misera favola, che non ha appoggio alcuno negli Scrittori di quel tempo.
(a) Questo Decreto fu messo da Bonifacio VIII. nel corpo del Diritto Canonico cap. Quoniam 1. De renuntiatione in 6. Vedasi Bonacina De Pontificis legitima electione Disp. 1. quæst. 1. punct. 1. num. 21.
(b) Cristiano Lupo, in secunda Proemiali Dissert. de Simon. Crim. par. 4. cap. 2. pag. 48., è di sentimento, che non fu Celestino il primo a rinunziare al Papato, ma che prima di questo l’ avea fatto Giovanni XIX., mosso & ciò da una terribile minaccia, che gli fece Benedetto VIII. suo fratello defunto, come scrisse S. Pier Damiani nell’ Epist. 9. a Niccolò II. Vegg. la vita di Benedetto II. Tom. II. pag. 220. annot. c.
(c) Biasimano alcuni questo Pontefice, dice S. Antonino in Chron. 3. part. tit. 20. cap. 8., attribuendo questa rinunzia a bassezza, e a viltà di animo; e tra questi, siegue a dire il S. Arcivescovo, è Dante Alighieri (Infer. 3. 59. ) ma che Dante non parlasse di S. Celestino lo dimostrò Benvenuto d’ Imola conimentar. in Comædiam Dantis, circa an. Chr. 1376. compositis, ut est in Excerptis ap. Muratorium Antiquit. Italicar. medii Aevi Tom. I. pag. 1038., ove anzi prova, che S. Celestino fu veramente magnanimo prima del Papato, in esso, e dopo, la qual sentenza è abbracciata dal Vittorelli in Addit. ad Ciacon. Tom. II. pag. 276., dal Cardinal Petra in Commentar. ad Const. Apost. Tom. III. pag. 329. num. 5., e dal P. Innocenzo Barcellini Abate de’ Celestini nel libro Industrie Filologiche, stampato in MiJano nel 1701., dove mostra essere molto più probabile, che Dante parlasse di Diocleziano. Loda ancora l’umiltà di questo Santo, e la purità della sua coscienza il celebre Francesco Petrarca, de vita solitaria lib. 2. sect. 3. cap. 18.
VII.
Demise adunque volontariamente (c) il Pontificato in Napoli a’13. Dicembre del 1294. dopo averlo tenuto per 5. mesi, e 8. giorni, colla seguente formola (a):,, Io Celestino Papa V. mosso da legittimi motivi, cioè, per causa di umiltà, di miglior vita, coscienza illesa, debolezza di corpo, difetto di scienza, malignità del popolo, infermità della persona, per ricuperare la tranquillità della passata consolazione di vita, spontaneamene liberamente cedo il Pontificato, ed espressamente rinunzio al luogo, dignità, occupazione, e onore, dando piena, e libera facoltà al Collegio de’Cardinali per eleggere canonicamente un Pastore della Chiesa universale,,.
E ciò fatto nel Concistorio pubblico, in Napoli ove dimorava, si spogliò da tutte le insegne Pontificali, e con generoso modesto portamento si mise a sedere a’piedi de’ Cardinali.
Vacò la S. Sede 10. giorni, nove de’quali scorsero prima che i Cardinali entrassero in Conclave, essendo il seguente Pontefice il primo, in cui fu osservata la legge di Cregorio X., da Celestino V. confermata, di cominciarsi il Conclave dopo 9. giorni dalla morte, o rinunzia del Papa.
VIII.
Ripieno di contentezza il nuovamente Pietro di Morrone, ritirossi al suo eremo di Majella, per ivi abbandonarsi ad una perpetua orazione e continua mortificazione: ma temendo il suo successore Bonifacio qualche scisma imminente ciò che facilmente poteva accadere (b), non per volon-
(a) Appresso Ciacconio nella vita di questo Pontefice.
(b) Tolomeo da Lucca in Chron. lib. 24. cap.35..
tà del santo Romito, lontanissimo affatto da tal pensiero, ma perchè la semplicità del suo cuore poteva lasciarsi sedurre dalle astuzie di qualche nemico del nuovo Pontefice, fece diligenza per trovarlo, affine di assicurarsi da ogni pericolo, col tenerlo in una custodia.
Il Santo, che n’ebbe sentore, e ad altro non pensava, che a darsi tutto a Dio, si tenne nascosto due mesi, dopo i quali, volendo passar in Dalmazia, avendo navigato pel corso di sole quindici miglia, spinto da una tempesta approdò a Viesta città della Capitanata, discosta 160. miglia da Anagni, dove fu riconosciuto dal Governatore di quella città, che l’arrestò, e lo mandò ad Anagni, in cui fu messo in custodia di certa casa presso la camera del Papa, e quindi fu trasferito nel castello di Fumone, poco distante da Ferentino, nella Campagna (a), ove languì per 10. mesi in una carcere che avea l’aria così infetta, che era d’uopo cambiar ogni mese due Religiosi, che gli furono concessi per servirlo, i quali non la potevano tollerare, ed il santo Vecchio la sopportò in età di 81.anni con Apostolica costanza, finchè, formataglisi una postema-
(a) Pietro Cardinale d’ Aillì, in vita Cælestini lib. 2. cap. 17., fortemente rimprovera Bonifacio VIII., perchè contro il parere de’ Cardinali fece arrestare il sant’ uomo, e metterlo in una disagiata prigione colla guardia di 96. soldati, avendo cuore di condannare un’ innocente il quale poco prima era stato Vicario di Cristo, Padre comune de’ principi, e de’re.
Ma un Anonimo appresso il Papebrochio, in Propylæo par.2. pag. 66. num. 5; lóda per questo Bonifacio; conciosiachè in tal guisa preveniva qualunque scandalo, che potesse accadere nella Chiesa, se Celestino fosse da alcuni riconosciuto ancora per Pontefice, ciocchè era facile a seguire, sì perchè Bonifacio si era reso odioso a molti, per le cagioni che vedremo nella sua vita, come ancora perchè molti dubitavano, che il Papa non potesse rinunziare al Papato.
nel lato diritto, rese il suo spirito al Creatore a’ 19. di Maggio del 1296., dopo 1. anno, 5. mesi dalla sua rinunzia, e 10. mesi di prigionia. Il suo corpo fu per ordine di Bonifacio VIII. portato con solenne pompa in Ferentino, ove fu sepolto nella Chiesa di s. Antonio del suo Ordine, che egli poc’anzi avea fondata fuori della città; quindi a’15. Febbraro del 1327. rimanendo il suo cuore in Ferentino, dove tuttavia si conserva nella Chiesa delle Monache di s. Chiara, fu trasportato alla Chiesa di s. Agata della medesima città, d’onde finalmente fu trasferito al Monastero de’ Celestini dell’Aquila, dov’ egli era stato consagrato Pontefice (a). La sua mascella però inferiore si conserva con un dente sommamente bianco appresso i Celestini di Parigi. Clemente V. lo canonizzò in Avignone a’5. Maggio 1313. 17. anni dopo la sua morte (b).
(a) Quivi in un deposito di marmo, del quale rapporta l’immagine il Papebrochio in Propylæo par. 2. pag. 66.
(b) Scrissero la vita di questo Santo, Celestino Talera Abate de’ Celestini, la quale fu premessa alle Opere del medesimo Santo, stampate in Nopoli nel 1640. Giacomo Alitiense Celestino. Gio. Pinadelli negli Elogj de’ Pontefici che ebbero il numero di Quinto Roma 1581. Gio. Monaco Celestino. Lelio Marini la vita, e i miracoli di S. Pietro di Morone, Milano 1630. Paolo Reggie Vescovo Equense continuò la vita, che aveva lasciata il Cardinal Giacomo Gaetani, e la pubblicò in volgare in Napoli 1581. in 8. Pietro Cardinale d’Aillì, la quale fu accresciuta dal P. Dionisio Fabri Priore de’ Celestini, stampata in Parigi nel 1539. in 4. Vincenzo Spinelli, Procuratore Generale de’ Celestini. Roma 1664. in 8.
Articolo tratto da: Elementi della storia de’sommi pontefici da San Pietro, sino al…, Volume 4
Di Giuseppe de Novaes
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