La pace di Venezia – Alessandro III e Federico Barbarossa

Gli avvenimenti memorabili succeduti in questa celebre chiesa, teatro altresì di molte cerimonie pompose, mi persuasero a pubblicarne qui la veduta interna, per dare nello stesso tempo un’idea dell’architettura greca del medio evo. Questa chiesa fu terminata verso l’anno 1071, ed arricchita di marmi preziosi e di musaici con fondo d’oro, con una tale profusione che a buon dritto passa per uno dei tempj i più magnifici della cristianità.

È sotto il portico di questa chiesa che ebbe luogo l’abboccamento e la riconciliazione del papa Alessandro III e dell’imperatore Federico Barbarossa. Riconoscente allora quel pontefice verso la repubblica di Venezia, instituì per premio del soccorso che ne aveva egli ricevuto, la cerimonia del matrimonio del doge col mare Adriatico.

Tratto da: Costumi dei secoli XIII, XIV e XV: ricavati dai più autentici …, Volume 2
Di Camille Bonnard

Interno della Chiesa di San Marco anni MCC.

Racconto del celebre abboccamento di papa Alessandro III con Federico Barbarossa.

Ecco il riassunto di ciò che raccontano molti storici su questo celebre avvenimento. Alla morte del papa Adriano IV vi furono varie opinioni dei concilii per creare il successore. Gli uni, ed erano i più, proclamarono il cardinale Rolando Bandinelli da Siena; gli altri, sostenuti da una fazione popolare, elessero uno de’ loro, chiamato Ottaviano della casa Frascati.

Lo scandalo di questa doppia elezione aumentò ancora più allorchè si dovette rivestir della porpora il nuovo eletto. Al momento in cui stavasi per ricoprirne Rolando, Ottaviano gliela strappò e se la impose sugli omeri cou tanta fretta, che la fu veduta rovescia. Temendo nuove violenze, Rolando ed i suoi abbandonarono il loco, e si ripararono nel Castello Sant’Angelo, intanto che, da’ suoi partigiani, Ottaviano fu posto sulla sedia di San Pietro, e guidato poscia nel palazzo pontificio.

Ma Rolando lasciò poco dopo il Castello Sant’Angelo ed andò a farsi consacrare a qualche distanza da Roma sotto il nome di Alessandro III, mentre il suo competitore aveva riassunto quello di Vettore IV.

In questo stato di cose i due papi, o piuttosto il papa e l’antipapa, cercarono di ottenere la protezione dell’ Imperatore di Occidente allora devoto alla Chiesa. E Federico stesso inalzato all’Impero dai Signori di Alemagna e di Lombardia, cedendo all’uso, erasi recato a ricevere la corona dalle mani di Adriano, antecessore dei due rivali, i quali s’adoperavano alacremente ciascuno dal canto suo ad ottenere l’alleanza dell’imperatore. Questi parteggiò per Vettore, ed Alessandro III scomunicò allora Federico Barbarossa come aveva scomunicato l’ antipapa.

Queste differenze cagionarono lunghi dissidii e sanguinosissime guerre. Sostenuto dall’Imperatore il papa Vettore IV, riuscì a scacciare Alessandro da Roma, e quest’ultimo, dapprima ricevuto in Francia, ne venne poscia respinto per ragioni politiche. Frattanto Vettore morì, ed i suoi partigiani elessero tosto a succedergli Pasquale III di cui Federico approvò l’elezione.

Respinto dal nord, Alessandro, papa proscritto, rifugiossi in Italia, ed errando di asilo in asilo vide un nuovo eletto, Calisto III, succedere a Pasquale morto della dignità contrastata. Finalmente giunse a Venezia sotto le spoglie di pellegrino: ma fatta intelligenza sulle disposizioni dei Veneziani verso l’imperatore, egli credette poter disvelarsi, e lo fece.
La Republica spedì incontanente ambasciatori a Federico Barbarossa, che allora si trovava a Pavia, affinchè rendesse pace alla Chiesa, riconoscendo il suo vecchio capo sì lungamente perseguitato e sì coraggioso nella disgrazia.
Correvano dieciotto anni dacchè lottava Alessandro, e Federico lungi dal rendersi alle trattative, chiese alla Republica che glielo consegnasse prigioniero. I Veneziani non volendo tradire l’ospitalità, si disposero a resistere invece alle violenze di cui minacciavali Barbarossa.
Nonostante l’ineguaglianza delle forze, i Veneziani, favoriti dalla fortuna, sfidarono la flotta composta di Pisani, Genovesi ed Anconitani alleati all’Imperatore, e fecero prigioniero suo figlio Ottone il quale la comandava. Magnanima quanto gloriosa in tal circostanza, la Republica rimandò libero il giovine principe al padre suo reiterando le prime inchieste a favor di Alessandro III ospite in Venezia,

Federico Barbarossa accettò quindi un congresso, ed Alessandro III fu riconosciuto legittimo pontefice il 25 luglio 1177. L’Imperatore acconsentì che la cerimonia fosse publica, e si pose sotto la potenza spirituale della Chiesa. Sei cardinali ne ricevettero il giuramento: una solenne processione, formata dal doge Ziani e da tutti i dignitarii dello stato, lo accompagnò, e giunto in faccia alla Basilica, trovò il papa che lo aspettava rivestito degli abiti pontificali e circondato da’ prelati.

Allorchè Federico Barbarossa vide il papa, si spogliò del mantello, e si avanzò per baciargli il piede in segno di riconciliazione e rispetto alla Chiesa. Alessandro III vedendo dinanzi a sè il principe che pel corso di quattro lustri lo aveva perseguitato, levò il piede ponendolo sulla testa dell’Imperatore nel mentre che recitò le parole di un salmo : « Io camminerò sovra l’aspide e il basilisco, e calpesterò il leone ed il dragone. » Egli è dinanzi il rappresentante di Dio, davanti Pietro che cado genuflesso, esclamò Barbarossa, e non dinanzi a voi.. (*)

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Di Jules Lecomte

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