I COSACCHI


Così chiamasi un popolo un tempo libero e potente, ed  ora sottoposto all’imperatore delle Russie. L’etimologia della parola Cosacco è spiegata in mille maniere. Molti storici fondandosi sulla descrizione che fa Costantino Porfirogenito della kusazia collocata sul pendio del Caucaso tra il Mar Nero e il Caspio, fanno uscire un popolo da questa terra e lo decorano del nome di Cosacco analogo a quello del paese. Karangine nella sua Storia della Russia, dice che i Tartari chiamarono un cavalier nomade armato alla leggiera cosacco e che i cristiani indicarono con questo nome la loro milizia leggiera.
Zimovoitch autore polacco pensa che la parola Cosacco tragga origine da un nome d’una mosca detta in polacco Kozuka, assai molesta e maligna, o dalla parola polacca Koza (capra). Scharer, ne’ suoi Annali della piccola Russia, e Lesur nella sua Istoria de’ Cosacchi, parlano d’un duce tartaro chiamato Kozak, andato con una banda di guerrieri a stabilirsi sulle rive del Dnieper, e che dette il suo nome al paese ed al popolo. Tutte queste asserzioni stan poggiate su ipotesi prive di fondamento.
Nel leggere la Cronaca di Nestore monaco di Kiiov, che scriveva nel X secolo, si trova aver egli dato il nome di Kazag a’ Khuzars o Khazars, nazione bellicosa che viveva tra il Dnieper e il Don in guerra continua co’ Persiani, i Greci e gli Slavi. La parola Khozar vuol dire in lingua chinese e sanscrita emigrato, senza terra, ciò che ha molta analogia colla vita nomada di questo popolo.  Jornandes ne parla eziandio e l’indica col nome di Kazags; oggidì tutt’i popoli, parlando la lingua russa, dicono Kazaki e non Kozaki.
Mentre che i Khozars, colla lancia in pugno, correvano l’ universo, i cronisti greci slavi e georgiani scrivevano e cangiavano il loro nome in quello di Kozak, Kuzak o Kazag. Ecco la primitiva origine del nome.
L’origine de’ Cosacchi è stata molto contrastata dagli  storici. Quasi tutt ‘i cronisti polacchi s’accordano a dire che Przetzlaw-Landsckoronski, nobile del loro paese, essendosi posto a capo di trecento avventurieri sulle rive del Dnieper, al di là delle cateratte, fondò il nucleo del  popolo cosacco. Cinque anni più tardi si contavano, dicono, 30 mila combattenti nel nuovo popolo.
Maravigiosa moltiplicazione della razza umana. Gli autori russi sostengono che la piccola città di Tcherkussy sul Dnieper fu alla fine del XIV secolo la culla di questa nazione ed un certo Bohdanko il loro duce; e poco dipoi raccontano che nel 1505 Iwan Wasilewith czar de’ moscoviti era inquietato dalle incursioni de’ Cosacchi, guerrieri feroci ed innumerevoli. Bunhisz-kanninski, nella sua Istoria della piccola Russia, la migliore che fosse venuta a luce su’ cosacchi, cade negli stessi errori suila loro origine.



Noi pensiamo con qualche certezza che gli antichi Khozars, tribù slava e non urali, siano gli antenati de’ cosacchi, poichè la Cronica di Nowogorod la grande, e quella di Kiow dicono che nell’ VIII secolo tutt’i popoli Slavi della Russia pagassero un tributo a’ loro fratelli Khozars, liberi dalle loro istituzioni sociali, ma invasori in conseguenza del loro carattere bellicoso e turbolento. Rurik, giunto alla sovranità di Nowogorod l’anno 826, sfidò  più volte i cosacchi coi suoi wariages, e dette coraggio agli Slavi nowogorodiani e Kriovii, loro insegnando che i loro sovrani non erano già invincibili. Da un’altra parte soccorrendo spesso i georgiani contro i musulmani e sattirarono l’odio di questi ultimi, e come i Tartari cominciarono a saccheggiare l’ Europa ed ebbero a sopportare guerre sterminatrici.
Cosi in mezzo a due nemici formidabili, lottando lungo tempo și sparpagliarono in vasti deserti che conoscevano bene, e cercarono un asilo nelle isole che formano i fiumi che traversano quelle steppe, e colà, in queste fortezze della natura, essi si nascosero interi secoli agli occhi dell’universo.
Finalmente verso gli ultimi anni del XIV ed al principio del XV secolo appariscono divisi in tre branche: una sulle due rive e le isole del Dnieper, anticamente il Boristene, conosciuta sotto il nome di Cosacchi dell’ Urania e di Zaporoga; la seconda sulle rive del Don, anticamente chiamato Tanai; e la terza in Asia sulle rive del Taick oggidi l’Urale.
Il contatto co’ loro vicini fece nascere una differenza distintiva tra le tre branche; cosi quelli del Dnieper si naturalizzarono co’ Polacchi ; i Cosacchi del Don co’Russi e i Tartari; e quelli dell’ Urale co’Kirghis ed altre orde nomadi dell’Asia. Non pertanto ciascun ramo conserva più o meno il tipo originario sotto il rapporto morale e fisico.

I Cosacchi dell’Ucrania nel corso della loro vita politica, offrono più fisiognomia istorica, andando a capo delle due altre branche, le quali non ne son riguardate che come ramificazioni e non come separate. Al principio del XV secolo Przetlaw-Landskoronski con alcune centinaia  di Polacchi avidi di gloria e d’avventure, arrivò sul Dnieper e vi trovò la nazione cosacca. Per la loro bravura seppero guadagnarsi la stima de’ loro ospiti, ottenendo  i dritti di cittadini militari, e fu allora che si formò quella milizia formidabile conosciuta sotto il nome di Zaporogui (uomini al di là delle cateratte) dalle parole polacche za (al di là) e porogue (cateratta ). Landskoronski, eletto attaman o capo della nazione l’anno 1506, cercò di collegare i Cosacchi dell’Ucrania alla Polonia, e riusci in questo nobile tentativo. Perciò, gli storici polacchi lo citano come il fondatore della nazione cosacca.
Nel 1518 Ostafi Dachkiewitch successe per elezione a Landskoronsky. Già, secondo tutt’ i cronisti polacchi le forze cosacche erono imponenti, e l’attaman difendeva la città di Tcherkassy sul ‘Dnieper contro onde di Tartari, e repinse eziandio l’invasione che minacciava la Polonia.
L’anno seguente, Dachkiewitch fu ricevuto con grande distinzione a Cracovia, e lo si fece sedere alla dieta sulla sedia senatoriale. Il re Sigismonde I lo colmo di favori, ed accordò a’ Cosacchi tutte le terre dell’ Ucrania, loro assicurando un soldo per tutto il tempo del loro servigio nelle schiere della polacca repubblica. Quindi comincia quest’ alleanza dapprima sì vantaggiosa per la madre patria, e la cui infrazione doveva più tardi esserle funesta. Nel 1540 sotto l’attamanalo di Rosinski, i Cosacchi occuparono la parte dell’Ucrania situata sulla riva destra del Dnieper, e i Zaporogui, l’eletta dell’esercito cosacco, restarono nelle isole di Hortitza, tra le cateratte a 44 leghe da Kiow.
Dopo la sua morte l’elezione chiamò al potere WenzykKmielnitzki il quale riportò vicino a Zaslaw, piccola città di Wolhynia, una celebre vittoria sopra 120 mila Tartari non avendo più di 20 mila Cosacchi sotto i suoi ordini.
Sotto il suo attamanato, cinque mila Ucraniani accorsero in aiuto de’ Cosacchi del Don, e dopo la presa d’ Azof su’ Turchi ivi restarono. L’anno 1565 Swiergowski eletto attaman mosse per conquistare la Valachia, vinse quattordici battaglie su’ Turchi chiamati in suo soccorso da Iwan spodàro di quella provincia; e da ultimo i suoi duemila cosacchi circondati da migliaia, a Babadadgy, capitale si fecero tutti sterminare piuttosto che arrendersi, dopo un sanguinoso combattimento. Quando questa novella giunse a Tcherkassy, i Cosacchi s’assenbrarono ed elessero Bobelanko-Rosinski. Costui avendo  armata una flotta di barche chiamate tchaikus, fece incursioni nelle posizioni musulmane che saccheggiò e distrusse, riportando un gran bottino.
L’anno 1572, Stefano Batory, re di Polonia, ordinò l’ esercito cosacco in dieci reggimenti d’infanteria ed uno di cavalleria; dette all’attaman una mazza per arme, boulawa; uno stendardo a coda di cavallo, bountchouk; ed un suggello ov’ era rappresentato in un campo di gole un cosacco d’argento colla sciabola alzata sulla testa. Trecktymirow, città sul Dnieper, a dodici leghe più basso di Kiow fu designata per la capitale de’ Cosacchi. L’esercito zaporoviana ebbe la dritta su tutte le schiere della repubblica, posto d’onore ben meritato, e la dignità d’attaman fu fatta pari a quella dell’ hetman di Polonia o di Lituania; il grand’uomo creava cosi per la sua patria adottiva un esercito permanente.
L’ anno 1577 dopo che la pace fu conclusa colla Moscovia a Kiwernoia. Koska, i Cosacchi stanchi del riposo e strascinati dal loro attaman Podkorva, entrarono nella Vallachia e ne scacciarono l’ospodaro Pietro , la quale azione dispiacque al re Stefano che inviò delle schiere per gastigare i ribelli. L’attaman dopo aver abbandonato l’esercito si rifuggì a Kumicnietz, ma dato nelle mani del re, dopo aver sopportato un giudizio ebbe mozzo il capo. Questa severitá calmò lo spirito turbolento de’ Cosacchi che stimavano e temevano il re loro signore.
L’anno 1591, Schah eletto attaman mosse contro i Turchi, li battè a più riprese e dopo aver imbarcato i suoi Cosacchi su’ tchaikas, incendio e saccheggiò il sobborgo di Pera. Allora Amurat III sclamò che giorno e notte non poteva chiuder occhio per timore de’ Cosacchi. L’attaman combattè ora i Tartari, ora i Moldavi ed ora i Vallachi. Il sultano e Meheniet-Girey-Kban di Crimea si dolsero col re Sigismondo III delle invasioni de’Cosacchi, ma costui rispose  che i Cosacchi erano gli alleati e non i sudditi della repubblica, e che in conseguenza egli non poteva altro se non consigliare, non già comandare.

Nel 1593, il re Sigismondo III voleva convertire al culto cattolico i Cosacchi che professavano il rito greco. Skalozoub attaman, favoriva i disegni del re, ma vinto e fatto  prigioniero in una spedizione marittima, fu strozzato a Costantinopoli. Kossinski suo successore s’oppose vivamente a queste pretensioni e mosse contro la repubblica, ma fu vinto dalle schiere polacche, fatto prigione e giustiziato a Pialka piccola citià di Wolhynia. Quest’oltraggio ribellò i Cosacchi i quali dettero l’attamanato a Walewako giovine ardente, il quale segnalò il suo avvenimento a quel grado con una dichiarazione di guerra alla Polonia. Le schiere zaporoviane occuparono Sleutzk, Mohibur ed il paese fino al fiume Styr. L’attaman coll’altra parte mosse incontro al grande etman Zolkiewski. Si venne a giornata innanzi Bialatzerkiew città dell’Ucrania.
La vittoria pendeva dalla parte de’ Cosacchi, allorchè si  credette scorgere l’inimico alle spalle dell’esercito e questo falso allarme avendo sospeso l’attacco, il domani cominciarono le negoziazioni.
L’etman promise la dimenticanza della ribellione, se l’attaman e due colonnelli fossero andati a Cracovia per implorare il perdono de’loro compatriotti. Walewaiko e i due colonnelli Loboda e Mazeppa confidandosi alla parola di Zoikiewski abbandonarono l’esercito, ma una volta giunti in Polonia furono legati strettamente e dati in mano  alla vendetta della dieta. Bantyoz-Kaminski dice che venissero fatti bollire in una caldaia, ma altri storici assicurano che loro venne mozzato il capo.
Tutto sembrava predire una compiuta rottura, allorchè Pietro Konachewitsch Sahaidatchny fu eletto attaman. Questo grand’uomo avendo compreso che per l’esistenza della sua patria faceva mestieri, non solo conservare, ma stringere vie più l’alleanza colla Polonia , calmò gli animi e gettando tutta l’infamia del tradimento sopra alcuni individui, mise in punto un potente esercito e corse a raggiugnere i Polacchi, allora in guerra contro la Moscovia. Alla battaglia di Kluzyn i Zaporogui si coprirono di gloria.

Nel 1599 l’attaman fu nominato direttore e curatore dell’ accademia di Kiiow. Nel 1603 dopo aver preso Trebisonda e Sinope e saccheggiate le coste della Turchia  asiatica, ritornò nell’Ucrania a deporre l’ attamanato e riluggissi in un monastero a consacrarvi la sua vita religione ed alle lettere. Ma i Cosacchi, essendosi accorti delle intime corrispondenze del nuovo attaman Borodka, ed a capo di 30000 Cosacchi, mosse sopra Chokzim per sostenere i Polacchi in guerra colla Turchia. La campagna fugloriosa pe’Cosacchi, e vantaggiosa per la repubblica. Allora Konachewitch avendo deposto la seconda volta l’attamanato, che aveva tenuto per 27 anni, prese l’abito religioso, e mori superiore del suo monastero.
I Cosacchi, restarono due anni senza attaman, governati da’ loro più anziani. Essi elessero in seguito Jaroch, ed egli ed i suoi successori ebbero frequenti discussioni co’nobili polacchi, ma queste non ebbero conseguenze gravi ed i Cosacchi rimasero in buon armonia colla repubblica.
L’anno 1635, l’attaman Pawluk proclamò l’emancipazione di tutti gli abitanti dell’Ucrania, ed a capo de’ Zaporogui prese la piazza forte di Koudak, e delle masse di contadini della Lituania e della Russia Rossa vennero ad aumentare il suo esercito. Più di 100.000 uomini erano sotto i suoi ordini, quando s’abbattè tra Mochnia e Kainak, nelle schiere polacche, ma avendo le masse indisciplinate impacciato i Cosacchi la vittoria restò a’ Polacchi. Pawluk si dette tra le mani dell’ etman Koniespolski sulla parola che nessun male gli sarebbe stato fatto. I Cosacchi conclusero a Kainaki un trattato che guarentiva l’antico stato delle cose.
L’anno 1635, la dieta di Varsavia dispregiando le condizioni di Kainaki, ordinò che l’attaman venisse giustiziato e chele schiere della repubblica saccheggiassero l’Ucrania.  I Cosacchi si ritirarono oltre le cateratte, ed essendosi assembrati nell’isola di Skarbnitza-Woiskowa, confidarono l’attamanato ad Ostranitza, il quale entrò in trattativa co’polacchi che si ritirarono dal paese, e l’alleanza fu rinnovata.
A quell’epoca le possessioni de’Cosacchi estendevansi sulla riva sinistra fino a’ fiumi il Doncty e l’Oika: i Moscoviti tremavano al solo nome de Zaporogui; ma la Moscovia non era il campo ordinario delle loro incursioni salvandola la sua povertà; la Moldavia e la Valachia fornendo loro provvigioni, la Turchia tesori, i Tartari sovente alleati ma più spesso nemici. Tale fu lo stato de’ Cosacchi al 1647 in cui Bohelan-Chmielnicki fu investito dell’attamanato, il quale dotato d’una vasta intelligenza e d’un’ambizione più vasta ancora, nutriva da lungo tempo giganteschi disegni, ed il caso lo provò. Non essendo ancora che semplice cosacco fu insultato egli e sua moglie dallo staroste di Tchegrin, Tchaplinski, e non avendo potuto ottener giustizia, giurò un odio eterno a’nobili. Andato tra i Zaporogui loro espose le sue ingiurie, e venne eletto attaman in luogo di Baraback ch’era creduto sospetto, e quelli partirono con lui a capo. Il primo incontro ebbe luogo a Zoltewody con Stefano Potocki figliuolo del grande etman, e la vittoria restò a’ Zaporogui rimanendo quasi tutt’ i Polacchi sterminati. Alla nuova di questo successo, gli abitanti delle province russe si sollevarono contro i loro signori ed orribili delitti insanguinarono il paese.

Nel 1648, Chmielnicki promulgò il famoso codice pel quale ciascun abitante della regione situata tra il Teterow, il Boh, il Dniester, il paese di Boudiak, il Danetz, l’Oka e le steppe di Nizon, diveniva cosacco, portava questo nome, e godeva di tutt’i privilegi e di tutte le libertà che vi andavano aggiunte. Contrasse un’alleanza offensiva e difensiva col Khan de’ Tartari della Crimea, e trovandosi allora a capo di 200,000 uomini, mosse contro i Polacchi, riportò più vittorie e fece occupare da’suoi luogotenenti la Padolia, la Volhynia ed una parte della Lituania. Tutt’i Russi si congiunsero a Cosacchi. Il re Giovanni Casimiro attraversato dal clero e dalla nobiltà nel suo disegno di accomodarsi all’amichevole , prese il comando dell’esercito in persona e s’avanzò sino a Zborow, piccola città della Russia Rossa, ove si vide circondato da Tartari e da Cosacchi; il combattimento fu caldo; i Polacchi lottavano con bravura contro il numero, quando le tenebre arrestarono l’effusione del sangue. Il secondo giorno Chmielnicki accettò le condizioni del re, ed un trattato in conseguenza concluso a Zborow, ove gli antichi privilegi e le pubbliche libertà furono guarentite, il numero de’ Cosacchi censiti portato a 40000, e due vescovi greci ammessi nel senato. I Cosacchi si ritirarono nell’Ucrania, ma questi accomodamenti eran lungi d’assicurare la tranquillità de’ due popoli. La nobiltà proibiva l’ingresso nel senato a’ vescovi ortodossi; i signori vessavano i contadini russi. Chmielnicki, dalla parte sua tramava sordamente contro la Polonia.

Nel 1649, Timoteo, figliuolo dell’attaman, andando a maritarsi colla figlia dell’ ospodaro di Valachia, incontrò un corpo di Polacchi comandato da Kolinowski. Avendo lo stesso scopo, i due rivali vennero alle mani e il distaccamento polacco fatto in pezzi. Il re dimandò giustizia, l’attaman, che non era disposto a rendersi attrasse a lui il Khan de’ Tartari e tutti due mossero di accordo contro la repubblica. Questa volta la fortuna fu dalla parte de’ Polacchi, e la rotta de’ Cosacchi e de’ Tartari compiuta alla battaglia di Berestetchko, in Volhynia. L’attaman; strascinato da’ Tartari fu tenuto in staggio fino a che non fu pagata una somma promessa pel contingente. L’esercito polacco alla sua volta, saccheggiò  l’ Ucrania credendo aver sterminalo i Cosacchi, quando tutto ad un tratto Chmielnicki a capo de Zaporogui riapprve sul campo di battaglia, disfece più volte i Polacchi,  e rinnovò il trattato di Zborow a Bialatzerkiew con queta duplice modificazione solamente: che il numero de’ Cosacchi censiti restasse fissato a 20,000 e che l’articol ode’ vescovi fosse passato sotto silenzio. La calma durava da qualche tempo e i due partiti non si minacciarono più che in silenzio, ma Chmielnicki cercava sempre il mezzo di porre sul suo capo la corona de Cosacchi. L’alleanza della Polonia mal conveniva alle mire dell’attaman per la forma del suo governo.
Il sistema moscovita pel suo contratto o pe’ suoi principi prometteva la sommissione de’ Cosacchi al governo assoluto.

Nel 1651, Chmielnicki sotto il pretesto di mantenere l’unità della religione sollecitò la  protezione del czar Alessio-Michailowitch, ed un’alleanza tra loro fu conclusa a Kaditch. I loro privilegi e le loro libertà furono garentite a’ Cosacchi. Il numero de’ censiti fu fermato nuovamente a 60.000 uomini. Una guerra sanguinosa cominciò contro la Polonia , il paese fa devastato  e messo a fuoco ed a sangue, onde nacque il proverbio ancoro in uso: L’erba non cresce là dove sono passati i Cosacchi.
Chmielnichi vide con dolore essere andati i suoi disegni per sempre; i Zaporogui si separarono da lui; gli abitanti della riva dritta del Dnieper restarono fedeli in gran parte alla repubblica, ed il czar de’ Cosacchi trattava i cosacchi più da padrone che da alleato, facendo tenere le piazze forti dell’Ucrania da schiere moscovite, e sparpagliando l’esercito cosacco sotto il comando de’ suoi generali – Al letto di morte l’ambizione in Chmielnicki dette luogo all’amor della patria, pregando i Cosacchi di confidar l’attamanato a Wihowski scrivano della Kazakia, o à Pietro colonnello di Bohuslan uomini esperimentati ed attaccati alla Polonia, e confessando che si pentiva amaramente di aver cangiato l’alleanza della repubblica con quella del czar. Alla sua morte , avvenuta nel 1658 il bountchouk  fu dato a Giorgio Chmielnicki suo figliuolo, assistito da Giovanni Wybowscki che fu quasi un secondo attaman.
Bentosto Giorgio affaticato dal suo ufficio ritirossi in un monastero, lasciando l’attamanato a Wyhowski, il quale la ruppe co’ Moscoviti e rendè i Cosacchi all’alleanza della Polonia. Nel 1669 le schiere moscovite furon battute su tutti punti, e la battaglia vinta a Konotopy nell’Ucrania dall’attaman sul principe Scheremetow finì di  schiacciare il protettorato del czar. L’Ucrania delle due rive ed i Zaporogui s’unirono per respingere coloro che avevano proposto a Wyhoroski di riformare il loro culto. L’ attaman sdegnato avendo ricusato d’aderire, quelli cominciarono ad agire sordamente per perdere il nemico del loro disegno, ed eccitarono la gelosia di Stefano Teharniecki palatino russo comandante le schiere polacche nell’ Ucrania, il quale altrettanto guerriero sperimentato per quanto incapace politico vedeva con dispiacere aumentare la gloria militare di Wyhowski. Egli invito l’ attaman ad andare a Bialatzerkien per parlare di pubblici affari, e là sulla sola allegazione d’intelligenza col czar gli fece mozzare il capo nel 1662. Questo fu il segnale del disordine; i Cosacchi si divisero in fazioni guerreggiando tra essi e contro i loro vicini. Giorgio Chmielnicki uscì dal suo monastero per aumentare le turbolenze, poichè tre attaman e qualche volta più si presentarono nell’arena.
Finalmente nel 1665 Paolo Dorochenko celebre oratore, fu eletto attaman sulla riva sinistra, il quale dopo essersi disgustato co’ Moscoviti, cercò l’alleanza della Polonia, ma non potendo ottenere dalla republica una dichiarazione di guerra contro la Moscovia, si mise sotto la protezione ottomana; poscia offeso dall’ arroganza del gran signore ritornò a’ Polacchi, e finalmente dimesso da’ suoi li lasciò in preda alle dissensioni che aveva trovate al suo avvenimento all’attamanato.
Nel 1667 pel trattato d’ Androsow, la repubblica polacca, rinunciando per sempre alle terre della sponda sinistra del Dnieper, le abbandonò al dominio moscovita. In tal modo la nazione cosacca senza venir nemmeno consultata fu divisa in due porzioni da’suoi alleati. Giovanni Sobieski guerriero del cristianesimo ma re indolente confirmó questo trattato nel 1686, e cosi i servigi che i Cosacchi avevan renduti sotto le mura di Vienna ed in Ungheria sotto il comando di Mobyla, vennero posti in oblio.

Pietro il Grande ascese il trono moscovita e Mazeppa antico paggio di Giovanni Casimiro arrivo all’ attamanato. Pietro riformatore della Russia voleva eziandio riformare i Cosacchi, ma Mazeppa, destro ed intraprendente ingannava il czar e negoziava con la Polonia. Allorché nel 1708 arrivò Carlo XII, Mazeppa gli offerse l’alleanza de’ cosacchi e disegnò l’occupazione de’ magazzini e delle piazze da farsi. L’alleanza fu accettata ma si protrasse l’occupazione.
I Zaporogui col loro attaman Harodenski vennero a congiungersi a Mazeppa. La battaglia di Pultava fu funesta alla gloria svedese ed alla libertà cosacca; ed il re e l’attaman si rifuggirono sul territorio turco. Pietro dopo aver cantonato le sue schiere nella Kosakia ed abolito un gran numero de’ privilegi, cassò l’elezione dell’ l’attaman e nominò in sua vece Elia Skorapadzki. I Cosacchi della riva dritta perderono le loro libertà e furono al servaggio. Il generale lakowlen, alla testa d’un potente esercito mosse contro i Zaporogui, distrusse il loro Setcha di Tchrtomelik e passò tutti gli abitanti a fil di spada. Coloro che sfuggirono alle crudeltà moscovite cercarono asilo e protezione presso il khan de Tartari, e loro tutto fu accordato ed i loro privilegi garentiti.
Nel 1720 tutte le amministrazioni de’ reggimenti furono occupati da moscoviti e le città cosacche ricevettero comandanti stranieri. L’attaman Paolo Poloubetck avendo tentato d’ opporsi a questi cangiamenti fu gettato in una carcere ove terminò i suoi giorni.
Nel 1733, l’ imperatrice Anna ad inchiesta de Zaporo accordò loro il permesso di rientrare nel loro paese, loro garentendo privilegi ed indipendenza. Nel 1770 Caterina II soppresse l’ufficio d’attaman, obbligando il conte Razowmowski di rinunciare a questa dignità. L’esercito cosacco fu diviso in cinque reggimenti di ussari. Le libertà e tutti gli antichi privilegi furono annullati e tutti gli abitanti assoggettati alla capitolazione tranne gli officiali e i loro figliuoli che furono iscritti tra la nobilià russa.

Tratto da: L’omnibus pittoresco enciclopedia artistica e letteraria, di Vincenzo Torelli, anno quinto.

Per capire meglio: Rivolta dei cosacchi dell’Ural del 1772.
link a Wiki. https://it.wikipedia.org/wiki/Rivolta_dei_cosacchi_dell%27Ural_del_1772