ESPERIMENTI ODONTALGICI

Il signor Potts era tormentato da un fiero mal di denti e si recò un giorno dal celeberrimo signor Slugg, dentista, per farsi estrarre il dente cariato. Il dottore ha una larga clientela; sicchè, per rispondere alle numerose richieste e non buttar via le forze, avea inventato un suo apparecchio di estrazione automatica.
Egli avea fatto costruire un certo sistema di leve raccomandate ad una spranga mobile e facienti lavorare una tanaglia per via di una correggia connessa ad una macchina a vapore, posta nella parte posteriore della casa. Parecchi esperimenti della sua macchina avea fatti il dottore tentando la estrazione di tanti chiodi bene infissi in un’ asse: la macchina lavorava d’incanto.
Il primo paziente su cui volle provare fu il signor Potts. Quando la tanaglia ebbe afferrato il dente del signor Potts, il dottor Slugg montò la macchina ed apri la valvola. Non s’è mai saputo per l’appunto se il dottore avesse più del dovere aperta la valvola o se la macchina lavorasse in quel momento sotto una straordinaria pressione. Certo si è che in un batter d’occhio il signor Potts schizzò via dalla sedia e la spranga mobile si diè ad eseguire per tutta la camera le più singolari manovre.
Sbalzò in aria il signor Potts e lo precipitò per terra in modo spaventevole, facendolo cadere con una gamba fra le forbici e gli altri strumenti di tortura del dentista e con l’altra nella sputacchiera. Poi da capo lo spinse due o tre volte contro il candelabro, lo squassò, gli fece passare il capo attraverso il ritratto ad olio del padre di Slugg posto sul caminetto. Dopo averlo così sbalestrato contro l’antenato di Slugg gli fece fare un giro vorticoso e pericoloso fra le stoviglie del lavamani e una danza sussultoria sulla stufa. Alla fine il dente molare cedette e mentre Potts pigliava terra con un piede nello specchio a billico e col gomito in un rosone scarlatto emergente da un tappetto verde, la macchina si avventò con violenza allo stesso dottor Slugg e tentò di attanagliargli una gamba.
Quando Potts fu ricondotto a casa, ebbe ad accorgersi con sorpresa che il dente estrattogli dal dottore macchinista era un dente buono; nè mai il dottore mandò a riscuotere il suo onorario. Si seppe in seguito che egli aveva sciolto il suo contratto col proprietario del motore e che era tornato a cavare i denti secondo il vecchio metodo, con la mano. Ho in idea che ci sarebbe da fare una fortuna comprando dal dottor Slugg il suo brevetto d’invenzione.
Il signor Potts, due o tre giorni appresso, deliberò di cavarsi da sè il dente cariato. Aveva inteso dire che un dente lo si potea strappare di colpo e senza molto dolore, legandovi una cordicella, fissando questa ad una palla e facendo esplodere la palla da uno schioppo. Prese dunque una cordicella, la legò ben bene al dente e alla palla, caricò con questa il suo schioppo e mirò con lo schioppo fuori della finestra.
Poi fu preso, nell’atto di sparare, da una certa nervosità, montò e smontò il cane una ventina di volte, mutò alquanto di parere intorno all’operazione. L’ultima volta che lo schioppo era montato egli decisse di non cavarsi il dente a quel modo: incominciò a poco a poco ad abbassare il cane per tagliar poi la cordicella. Ma in quel punto il cane scattò, il colpo partì, il dente del signor Potts schizzò dalla bocca fendendo l’aria con una velocità di cinquanta miglia al minuto, e lo stesso signor Potts rotolò per terra urlando come invasato e sputando sangue.
Dopo che la signora Potts, sollevatolo a fatiche gli ebbe dato dell’acqua perchè si risciacquasse la bocca, egli discese a terreno e si accostò alla finestra che dava sulla via. Mentre se ne stava lì, pensando con rassegnazione che tutto fosse ito per lo meglio, vide venire alcuni uomini che portavano addosso una barella, con sopra un corpo. Domandò di che si trattasse, e gli fu detto che il povero Bill Dingus era stato assassinato da qualcheduno.
Il signor Potts pensò bene di mettersi il cappello e di recarsi all’ufficio del coroner (1)

(1) Magistrato inglese, il quale si reca sopra luogo dove un individuo si trova morto e convoca un giurì per pronunciare sulla causa del fatto.

per vedere il fondo della tragedia. Quando vi arrivò, il signor Dingus si era in parte riavuto e andava narrando la storia dell’accidente
Sfrondava un albero nel giardino di Buttewick, quando un colpo di schioppo rimbombò e nel punto stesso una palla lo colpi nella coscia e lo fece stramazzare. Diceva di non potere indovinare da chi fosse venuto il colpo. Allora un dottore esaminò la ferita e trovó che ne pendeva fuori cordicella alla quale era attaccata una palla di buon calibro. Tirando con delicatezza la codicella, sentì una certa resistenza ed affermò che la doveva essere legata a quialche altro proiettele ancora infisso nelle carni. Disse che il caso era il più straordinario che si fosse mai presentato. I trattati di medicina non riferivano alcun fatto di quella specie.
In seguito di ciò, il dottore eterizzò il signor Dingus e procedette a trinciargli dentro le carni con un suo coltello, per trovare l’altro capo della cordicella. Durante l’operazione, il signor Potts incominciò ad aver male allo stomaco e fu preso da una fiera voglia di tornarsene a casa. Alla fine il dottore diè un taglio profondo e con una stratta alla brava cavò fuori un dente molare che pareva quasi indolenzito. Disse allora il dottore che il caso era anche più straordinario di quanto egli avesse pensato. Opinò che quel dente non avea potuto essere lanciato da uno schioppo, perchè si sarebbe frantumato, nè tampoco avea potuto essere ingoiato dal signor Dingus, passando poi dalle viscere nella coscia perchè in siffatta ipotesi non si trovava una spiegazione ragionevole della cordicella e della palla.
– Il caso è affatto inesplicabile secondo le teorie piú plausibili – disse il dottore – ed io non so che pensare, a meno che non si voglia ammettere che così il dente come la palla siano in effetto pietre meteoriche, le quali abbiano assunto queste forme singolari e siano state scagliate dall’alto in basso con tanta violenza da forare la gamba del signor Dingus: il che nondimeno é tanto improbabile che noi lo accetteremo soltanto quando non ci soccorra un’altra migliore spiegazione. Ohe! che vi piglia signor Potts? vi sentite male? avete la bocca e la camicia tutte intrise di sangue.
– Oh, niente – rispose Potts sbadatamente. – Ho perduto or ora un dente, e….
– Avete perduto un…. Chi ve lo ha cavato? — domandò il dottore.
– Signori, – disse Potts – il fatto è che io stesso me lo son cavato col mio schioppo. –
Allora Potts fu messo in istato d’accusa per tentato assassinio, e Dingus disse che, non appena guarito, avrebbe dato al signor Potts il fatto suo con un buon randello. Quando la folla si fu dispersa, il coroner disse a Potts:
– Voi siete un furfante, capite?
– Capisco, signor Maginn – rispose Potts – ma davvero io ignoravo che il signor Dingus si trovasse sull’albero; e lo schioppo ha esploso per mero accidente, ve lo giuro.
– Oh, non si tratta mica di questo! – esclamò il coroner. – Io non guardo al fatto dell’averlo colpito; ma perchè diamine non lo avete a dirittura freddato, dandomi cosi una buona occasione di lucro? Mi volete veder morire di fame, eh? Avrei voluto che gli aveste ficcato il dente in un polmone e la palla nel fegato. Che diritti volete ora ch’io riscuota? Così come stanno le cose, non ci busco che la seccatura. Creperei dalla fame se tutti gli uomini somigliassero a voi. –
E Potts andò via con la lugubre impressione di aver fatto molto più male a Maginn che al signor Dingus.

(Dall’inglese MARK TWAIN)

Tratto da: L’illustrazione popolare – 1886
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