Charles John Huffam Dickens

Il 10 giugno (1870) corrente morì nella casa di campagna di Gads’ Hill, presso Londra, questo grande romanziere, la cui fama risuonò nel vecchio mondo e nel nuovo. La notizia della sua morte fu ed è un vero lutto della letteratura e dell’arte.

Egli era nato il 7 febbraio 1812 a Portsmouth, fu educato a Londra ed a Chatham, ove suo padre aveva un impiego nella marina, o fin da fanciullo mostrò gran vaghezza di apprendere, divorando le opere dei romanzieri e drammaturghi inglesi. Scarso d’averi, dovè pensar di buon’ora a procacciarsi un sostentamento, ed entrò al servizio di un avvocato, ov’ebbe occasione di osservare e studiare quelle scene popolari che descrisse poi con tanta verità e maestria ne’ suoi romanzi.
Aspirando ad occupazioni più nobili, Dickens fece per due anni studii letterarii nel Museo Britannico ed incominciò la sua carriera letteraria come reporter (cosi chiamano in Inghilterra quel giornalista che fa i resoconti della Camera), fincè divenne redattore dello Specchio del Parlamento e quindi del Morning Chronicle.
In questo giornale egli stampò primamente, sotto il pseudonimo di Boz, che divenne poi così famoso, i suoi Schizzi, in cui sbozzò a vivi tratti la vita svariata e moltiforme d Londra, e che furono più tardi raccolti e pubblicati separatamente sotto il titolo Schizzi di Londra con illustrazioni di Cruikshank, il Teja inglese. Poco appresso comparvero in puntate settimanali i celeberrimi Pickwick Papers o Carte postume del Club Pickwick che lo innalzarono di un tratto alle prime file dei romanzieri inglesi.
Successe a Dickens nel romanzo quello che a Byron nella poesia quando pubblicò il Child Harold: eglì andò a coricarsi oscuro, e si destò illustre. I Pickwick Papers furono il Child Harold di Dickens, e i suoi romanzi successivi: Olivero Twist, Nicolò Nickleby, L’orologio di mastro Onofrio, Barnaba Nudge e Martino Chuzzlewit, comecchè più perfetti artisticamente, non ebbero quell’accoglienza strepitosa ed entusiastica che si ebbe il primo.
Un nuovo genere di romanzo fu inaugurato da Dickens coi suoi così detti Scritti Natalizii o racconti pubblicati in occasione del Natale, racconti con un fondo fantastico ed uno scopo morale intitolati: Carola Natalizia, Squilli delle Campane, Il grillo del focolare, La Battaglia della vita, Il Bagagliaio di qualcheduno ecc.
E incredibile lo spaccio ch’ebbero questi racconti in Inghilterra e in America ove leggonsi e rileggonsi avidamente nella notte di Ceppo, come dicono i Toscani.
Appresso, Dickens prese a pubblicare un gran romanzo in fascicoli: Dombey e Figlio e, dopo fatto un viaggio in America, stampò nel 1842 la relazione di esso sotto il titolo singolare di: Note Americane per la circolazione generale, che però non ebbe il successo dei suoi romanzi.
Migliori assai sono le sue Pitture dell’Italia, spiranti un entusiasmo ed un amore profondo verso la nostra patria non senza osservazioni schiette e piccanti sui nostri vizi nazionali. Il capitolo intitolato: Un sogno italiano, è la pittura più bella e fantastica di Venezia che si conosca, non eccettuate le stanze immortali di Byron, che tanto amò e tanto si piacque in quella magica regina delle lagune.
Le Pitture dell’Italia furono pubblicate in parte nelle Daily News (Notizie Quotidiane), giornale politicamente fondato da Dickens unitamente al vecchio Dilke ed altri pubblicisti nell’interesse del partito liberale, e che divenne in breve, ed è tuttodì, col Times e il Daily Telegraph, l’organo più accreditato dell’opinione pubblica in Inghilterra.
Dickens si separò presto da’suoi collaboratori per fondare nel 1850 un giornale ebdomadario: Household Words che accoppiava l’istruzione al diletto, che ebbe un successo inaudito, e che cessò nel 1859 per cedere il posto ad un altro consimile: Tutto intorno all’anno (All’around the Your), diretto anch’esso da Dickens.
Oltre di ciò, Dickens compose espressamente peri fanciulli un’Istoria dell’Inghilterra, in tre volumi e prese parte attivissima alla fondazione della guild, o l’associazione letteraria, a benefizio dei letterati ed artisti vecchi od infermi. Per procacciar fondi a quest’istituto di beneficienza, furono date nelle principali città d’Inghilterra parecchie rappresentazioni drammatiche in cui Dickens si mostrò attore valentissimo, com’erasi mostrato eloquente oratore nelle pubbliche tornate all’Associazione.
Ripigliando il filo per poco interrotto del romanzo, Dickens pubblicò successivamente: Davide Copperfield, che passa pel suo capolavoro; Bleak House; Duri Tempi; La Piccola Dorotea; e il Racconto di due città (Londra e Parigi) contenente un magni quadro della prima rivoluzione francese. A questo tennero dietro: Il Viaggiatore non commerciale, Grandi aspettazioni, L’Amico comune, Il Legato di mistress Lirriper, Le Prescrizioni del dottor Marigold ed un dramma intitolato l’Abisso che ebbe a Parigi un successo strepitoso.

Dickens fu uomo eccellente, benefico, buon padre di famiglia, amico impareggiabile.
Ei guadagno somme enormi co’ suoi romanzi non solo, ma con la lettura che di essi fece nelle primarie città d’Inghilterra e d’America. Tutti i romanzi che furono scritti in Italia, dall’Abate Chiari fino a Bersezio e Barrili, non fruttarono complessivamente ai loro autori quello che fruttava a Dickens la lettura, non diciamo la composizione, la lettura d’uno de’ suoi.
Pochi autori, non eccettuato Walter-Scott, acquistarono una riputazione mondiale come Dickens.
Egli presentò, per servirci di una celebre frase di Shakspeare, lo specchio alla vita moderna che vi si riflesse tutta quanta viva e spirante. Tutti i suoi personaggi vivono agiscono, parlano, ridono, piangono, come vere creature umane, non come creazioni fantastiche. Dickens è il contrapposto di Bulwer. Egli non ama le riflessioni; tutto s’incarna ne’ suoi scritti; pensieri, sentimenti, umorismo divengono carne, sangue ed ossa.
«Non v’ha misantropia nella sua satira, dice uno de’ suoi critici, come non havvi sentenze nelle sue descrizioni. I suoi romanzi sono la più parte pitture della vita infima, della più infima molto spesso. Egli conduce il lettore attraverso scene commoventi di povertà e di delitto, tutti i personaggi discorrono nel linguaggio delle loro classi rispettive, e non pertanto non ci ricorda d’un sol passo de’suoi romanzi che, letto ad alta voce, possa far arrossire una donna del più squisito sentire.

Pochi romanzi di Dickens sono traducibili; giacchè egli è un autore essenzialmente inglese, epperciò le finezze di lingua, gli equivoci, i frizzi non si possono gustare che nell’idioma originale del Tamigi.
Abbiamo tuttavia una buona traduzione dell’Amico Comune eseguita dal compianto Tarchetti (Milano, Sonzogno) del Grillo del Focolare, ottimo lavoro della signora Grazia Mancini Pierantoni (nella Biblioteca Amena); del Davide Copperfield; del dramma l’Abisso; nonchè le traduzioni di varie novelle, due delle quali, il Cuore del Mercante, testè pubblicata nelle colonne del nostro giornale, e l’ombrello del signor Thomphson che cominciamo a pubblicare qui appresso.
Gli ultimi parti di questo fecondo ingegno sono una novella, divenuto celebre in breve periodo di tempo, e destinata come strenna natalizia del 1868, dal titolo No Thoroughfare (Niuna contezza), vero gioiello romantico, e il romanzo recentissimo, troncato per metà dalla morte, dal titolo: Il mistero di Edwin Drood.
Dickens muore lasciando un gran vuoto nella letteratura contemporanea, vuoto che nulla lascia credere sia per essere bentosto riempiuto.
L’Inghilterra non solo, ma tutti quanti piansero o risero con lui ne sentono vivamente la perdita.

Tratto da: L’illustrazione popolare 1869 – 1870
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