Il Clauricaune e la scarpa piccola

“Ora dimmi, Molly,” chiese Mr Coote a Molly Cogan, un giorno incontrandola per la strada, vicino a una delle vecchie porte di Kilmallock, “hai mai sentito parlare del Cluricaune?”.
“Parli del Cluricaune? Perché, allora, sono sicura di averlo udito, più e più volte, molte sono state le volte che l’ho sentito nominare da mio padre, ora ha riposto la sua anima!”.
“Ma l’hai mai visto, Molly, l’hai mai visto tu?”.
“Och! No, non ne ho mai visto uno nella mia vita, ma mio nonno, il padre di mio padre, sai, ne vide uno, una volta, e lo anche lo catturò”.
“L’ho Catturò! Oh, Molly, dimmi com’è stato?”.
Il come, allora, te lo dico. Mio nonno, vedi, era là fuori nella palude, per portare a casa la torba, e la povera giumenta era stanca dopo il lavoro quotidiano, e il vecchio andò alla stalla per prendersi cura di lei e per vedere se stesse mangiando il suo fieno, e quando arrivò alla porta della stalla, dove sentì qualcosa, mio caro, egli sentì martellare, martellare, martellare, nel modo del tutto simile che in tutto il mondo un calzolaio fa una scarpa, e stava fischiettando continuamente la musica più bella che avesse mai sentito in tutta la sua vita. Be’, mio nonno, pensò che fosse il Cluricaune, e disse a se stesso: “Ti prenderò, se posso, e poi avrò abbastanza soldi sempre”.
Così ha aperto la porta molto silenziosamente, e non ha fatto un po’ di rumore al mondo che sia mai stato ascoltato; e guardò tutto intorno, ma non vide neanche un più piccolo pezzettino di quel piccolo uomo, ma lo sentì martellare e fischiare, e così guardò e guardò, finché alla fine lo vide il piccolo uomo; e dov’era lui? Pensa, sotto la giumenta, ed eccolo lì con il suo grembiule addosso, con il martello in mano e un piccolo berretto rosso in testa, che stava confezionando una scarpa, ed era così impegnato con il suo lavoro, e stava martellando e fischiettando così forte che non si curò mai di mio nonno finché non lo catturò velocemente.
“In fede mia, adesso ti ho” disse lui, “e non ti lascerò mai andare finché non avrò la tua borsa, ecco a quello che non rinuncio. Quindi dammela subito.
“Fermati, fermati”, disse il Cluricaune, “fermati, fermati, disse, te la prendo per te.” Quindi mio nonno, come uno stolto, vedi, aprì un po’ la mano, e l’ometto saltò via ridendo, e non lo vide mai più, e non ha mai ricevuto un borsellino, solo il Cluricaune lasciò la sua scarpina che stava facendo, e mio nonno era abbastanza arrabbiato con se stesso per averlo lasciato andare; ma tenne la scarpina per tutta la vita, e mia madre mi ha detto che spesso lo guardava, e ce l’aveva in mano, è stata la scarpetta più carina che avesse mai visto.
“E l’hai vista tu stessa, Molly?” “Oh! no, cara mio, è stata persa molto prima che io nascessi; ma mia madre me ne ha parlato molto spesso”.


Non c’è nulla di molto strano nella circostanza che il nonno di Molly sia diventato il possessore di una scarpa di Cluricaune, perché anche nel secolo attuale, quando si suppone che questi piccoli esseri siano diventati più timidi e cauti nel farsi vedere o sentire, ci sono state persone abbastanza fortunate da ottenere le loro scarpe, anche se la borsa continua a sfuggirgli.
In un giornale di Kilkenny, pubblicato non più di tre anni fa, c’era un paragrafo (che è stato copiato nella maggior parte dei giornali irlandesi) in cui si affermava che un contadino, tornando a casa al tramonto della sera, aveva scoperto uno di questi piccoli individui al lavoro e, dato che l’operaio, come al solito, era riuscito a scappare, il contadino si era assicurato la scarpa per testimoniare il fatto; tale scarpa, per soddisfare la curiosità del pubblico, giaceva per essere ispezionata nell’ufficio del suddetto giornale. Non è quindi impossibile che questo esemplare di corderia di Cluricaune esista ancora.

Tratto da: Fairy legends and traditions of the south of Ireland
Di Thomas Crofton Croker
Google Libri.
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