Balaam

LA STORIA SACRA

IL LIBRO DELL’ ESODO

Vittorie degli Ebrei. – L’indovino Balaam. – L’asina di lui che parla. –
Profezie di Balaam e suo pravo consiglio.

Risoluti finalmente gli Ebrei di volere in qualunque modo invadere la Palestina, spedirono ambasceria a Sehon re degli Amorrei perchè desse loro il passaggio pel suo territorio, poichè valicando il fiume voleano occupar la vicina Cananea. Il re per tutta risposta radunò l’esercito per opporsi al passaggio del fiume.

Ma giunto era il tempo, che i mali del popolo Ebreo dovean cessare; già doveansi verificare le promesse fatte ad Abramo, ad Isacco ed a Giacobbe; Israele dovea trionfare de’ suoi nemici, e prepararsi la strada per inalzarsi a nazione libera, indipendente e gloriosa. E così attaccata ora battaglia cogli Amorrei, ne ebbe completa vittoria; come l’ebbe con altri popoli, per conquistare nuove terre.

Le vittorie degli Israeliti incominciarono a incutere spavento d’ogni intorno, singolarmente ai Moabiti, quali, vedendosi incapaci di reggere contro di costoro si allearono coi Madianiti. Ciò non di meno, temendo tuttavia di non riuscire, tentarono di procurare agli Ebrei del danno in altra maniera.

A tal fine Balac re di Moab pensò di chiamare un celebre indovino di nome Balaam, affinchè da un’altura di Moab, donde si scopriva tutto il campo nemico, maledicesse ad alta voce Israele. Balaam però, consultato l’oracolo, fe’ rispondere al re di non poter accettare la detta missione, perchè Iddio non voleva che dicesse villania contro d’Israele. Balac non si dette per vinto, ma allettò con grandi donativi l’indovino, il quale annuì, al patto però di non proferire imprecazioni, se Dio nol permettea.

La mattina seguente Balaam salì la sua asina, e si mise in via alla volta di Ar, capitale dei Moabiti, ma d’improvviso l’asina si fermò a mezzo il cammino, come se un ostacolo insormontabile le si fosse parato dinanzi; e, per quanto cercasse di batterla, non gli fu possibile di spingerla avanti; la perversa volgendosi di fianco uscì di strada e conducevalo a forza attraverso dei campi. Stupefatto l’indovino tentava invano di rimetterla sulla via, e con fiere percosse continuava a batterla, finchè la povera bestia vinta dal bastone si gittò a terra. Ed oh meraviglia! presa umana favella e dolorosamente guardando il suo padrone, uscì in tali accenti: «Perchè mi batti?» Atterrito Balaam, alza gli occhi dinanzi a sè e vede l’Angelo del Signore colla spada in pugno che tremendo lo minaccia di morte se fa ancora un sol passo. L’indovino si precipita a terra tutto tremante, e allora ascolta la voce che gli ordina di eseguire la volontà di Balac. «Ma guardati, soggiunse l’ Angelo, dal dire altra cosa fuori di quello che ti ispirerà il Signore.»

Sparì la visione, e Balaam rimontò la sua asina, che senza più condusselo dirittamente ad Ar. Giunto alla presenza del re moabita, di nuovo dichiarò che egli avrebbe profetato soltanto quello che Dio gli avrebbe posto sul labbro in riguardo al popolo d’Israele. Si meravigliò il re come costui, benchè allettato dall’ oro, cercasse pretesti per non maledire gli Ebrei; ma pure fidando che da ultimo avrebbe eseguito i suoi cenni, lo condusse sulla cima di un colle da dove scuoprivasi l’accampamento ebreo. Quivi Balaam vi fece alzare sette altari e scannare sette vitelli e sette montoni in sacrifizio. Quindi alla vista di tutto Israele alzò la voce, e anzichè imprecare, augurò a lui eventi fortunati, e lo appellò popolo distinto dalle altre nazioni e agguagliò la sua moltitudine ai granelli di sabbia.

All’udir tali accenti Balac indispettito lo interruppe bruscamente, e presolo per un braccio lo trascinò sopra un’ altra altura, dove non scorgevasi che una parte soltanto del campo israelitico. Ma quivi preparati egualmente i sette altari coi sette vitelli e montoni, l’indovino dopo sgozzate le vittime dischiuse novellamente la bocca a profetare: «Oh quale meraviglia! io non veggo in tutto Israele nè idoli, nè simulacri; odo però lo strepito delle sue trombe di argento che annunziano la vittoria di Dio, il solo re di Giacobbe. Contra di esso non hanno valore gli augurii e le divinazioni; Ei si farà da sè stesso conoscere, perchè è forte come il rinoceronte. Già io il veggo allo strepito di guerra, alzarsi come un lione e quale lionessa sdraiarsi dopo la vittoria.»

Non è a dire quale fosse la rabbia e l’ira di Balac al suono di questa seconda benedizione; e strappato pur di là l’indovino, lo condusse sulla cima del monte Fasga dalla parte che guarda il deserto, e lo fermò col dorso rivolto alle tende israelitiche. Ma Balaam in un subito, rivolgendosi verso il campo ebreo, e pieno nuovamente di profetico spirito, per la terza volta proruppe: «Oh quanto belli sono i tuoi padiglioni, o Giacobbe! Simili alle valli selvose, agli orti piantati intorno al ruscello che li rinfresca, alle piante odorifere e ai cedri che innalzansi vicino alle acque son le tue tende, o figliuolo d’Isacco! Tu sarai sempre fecondo, abbenchè venga tolto il reame al primo tuo re per causa di Agag. Tu divorerai i tuoi nemici, spezzerai le loro ossa che trafiggerai colle tue saette, e niuno oserà minacciarti mentre farai i tuoi sonni; chè tu sei terribile quando dormi qual lionessa che niuno ardirebbe destare. Sarà benedetto colui che riceverà le tue benedizioni e maledetto chi vorrà maledirti.»

Allora il povero Balac, così per la terza volta tradito, come invasato da un demone va per ucciderlo, ma l’ indovino tornato in sè gli promette che prima di partire da lui l’avrebbe ammaestrato sui mezzi di vincere sicuramente Israele.

Si acchetò il re; e l’indovino sentendosi rivivere dello spirito di veggente così ad alta voce annunziò il futuro Messia.

«Io vedrò, o Giacobbe, non ora nella mia persona, perchè è lontana, ma ne’ miei discendenti, vedrò da te, o Giacobbe, nascere la Stella splendente del mattino; spunterà da Israello una verga che percuoterà tutti i figliuoli di Seth, assoggettandoli alla sua legge; e tu pure, o figlio di Edom, che pria d’allora sarai più volte, per diritto di guerra, eredità d’Israele, diverrai tu pure la preda del gran Nascituro. Dai posteri di Giacobbe verrà questo Dominatore, che distruggerà le reliquie della idolatria, fin nella sua stessa sede primaria.

Balaam però, benchè profeta, era uomo perverso e qual mezzo di vincere sicuramente gli Ebrei, suggerì al re di mandare tra essi delle donne, che corrompendoli, li traessero all’ idolatria; e così fece.

Il mezzò riuscì, ma Mosè, a punire i colpevoli, diè ordine di esterminarli, e ben 24 mila perirono uccisi di spada. Nè si abbandonò la vendetta senza assicurarsi in pari tempo che l’opera infame di Balac non potesse ottenere l’intento. Imperocchè non potendo entrare nel paese di Moab, gli Ebrei, dopo fortificato il campo contro qualsiasi attacco dei Moabiti, tutti concordi attaccarono i loro alleati i Madianiti, che li sbaragliarono completamente e incendiarono le loro città.

Nella strage comune si trovò involto lo stesso Balaam che nel ritornare al suo paese in Mesopotamia era stato trattenuto colà in Madian qualche giorno, e vi ebbe la morte giustamente meritata pe’ suoi pravi consigli.

Articolo tratto da: La figlia dell’immacolata periodico bolognese per le giovinette cattoliche.
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Numeri 22:6

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CEI 1974

L’asina di Balaam

Ma l`ira di Dio si accese perché egli era andato; l`angelo del Signore si pose sulla strada per ostacolarlo. Egli cavalcava l`asina e aveva con sé due servitori.

L`asina, vedendo l`angelo del Signore che stava sulla strada con la spada sguainata in mano, deviò dalla strada e cominciò ad andare per i campi. Balaam percosse l`asina per rimetterla sulla strada.

Allora l`angelo del Signore si fermò in un sentiero infossato tra le vigne, che aveva un muro di qua e un muro di là.

L`asina vide l`angelo del Signore, si serrò al muro e strinse il piede di Balaam contro il muro e Balaam la percosse di nuovo.

L`angelo del Signore passò di nuovo più avanti e si fermò in un luogo stretto, tanto stretto che non vi era modo di ritirarsi né a destra, né a sinistra.

L`asina vide l`angelo del Signore e si accovacciò sotto Balaam; l`ira di Balaam si accese ed egli percosse l`asina con il bastone.

Allora il Signore aprì la bocca all`asina ed essa disse a Balaam: “Che ti ho fatto perché tu mi percuota già per la terza volta?”.

Balaam rispose all`asina: “Perché ti sei beffata di me! Se avessi una spada in mano, ti ammazzerei subito”.

L`asina disse a Balaam: “Non sono io la tua asina sulla quale hai sempre cavalcato fino ad oggi? Sono forse abituata ad agire così?”. Ed egli rispose: “No”.

Allora il Signore aprì gli occhi a Balaam ed egli vide l`angelo del Signore, che stava sulla strada con la spada sguainata. Balaam si inginocchiò e si prostrò con la faccia a terra.

L`angelo del Signore gli disse: “Perché hai percosso la tua asina già tre volte? Ecco io sono uscito a ostacolarti il cammino, perché il cammino davanti a me va in precipizio.

Tre volte l`asina mi ha visto ed è uscita di strada davanti a me; se non fosse uscita di strada davanti a me, certo io avrei già ucciso te e lasciato in vita lei”.

Allora Balaam disse all`angelo del Signore: “Io ho peccato, perché non sapevo che tu ti fossi posto contro di me sul cammino; ora se questo ti dispiace, io tornerò indietro”.

L`angelo del Signore disse a Balaam: “Và pure con quegli uomini; ma dirai soltanto quello che io ti dirò”. Balaam andò con i capi di Balak.