DISPOSIZIONI PER LA QUARESIMA – 1868

ARTICOLO 1. In virtù dei poteri che ci ha conferiti la Sede Apostolica, permettiamo ai fedeli della nostra diocesi di usare, durante la prossima Quaresima, gli stessi cibi grassi che si usano nel rimanente dell’anno, eccettuati peraltro i primi quattro e gli ultimi quattro giorni, i tre giorni delle Quattro Tempora, le vigilie del Patriarca S. Giuseppe e dell’Annunziazione, e gli altri mercoledì, venerdì e sabati della Quaresima.

ART. 2. È permesso altresì l’uso dell’uova e dei latticinii in tutto il corso della Quaresima, eccetto i quattro primi e gli ultimi quattro giorni, le Quattro Tempora, e le suddette vigilie.
Approfittando d’un Indulto speciale accordatoci dalla Santa Sede, permettiamo di condire le vivande magre collo strutto e col lardo, durante l’anno 1868, eccettuato il di delle ceneri, i tre giorni delle Quattro Tempora dell’anno, le vigilie di S. Giuseppe e dell’Annunziazione di Maria, gli ultimi quattro giorni della Settimana Santa, come, pure le vigilie della Pentecoste, de’SS. Apostoli Pietro e Paolo, dell’Assunzione di Maria Vergine, di tutti i Santi e della Natività di N. S. Gesù Cristo.

Art. 3. Le persone tenute al digiuno non potranno valersi dell’anzidetto indulto, che per la sola refezione di ciascun giorno, eccetto le domeniche, nelle quali il digiuno non è prescritto.

ART. 4. La mescolanza della carne e del pesce è vietata in tutto il tempo quaresimale, senza eccezione.

Art. 5. Le persone astrette al digiuno non potranno, fuori dell’unico pasto, prender cibi o bevande, di cui fanno parte il latte o le uova.

Art. 6. Quelli che per causa di malattia, o per altro legittimo motivo, si trovassero nella necessità di usar cibi grassi, nol potranno fare, se non dopo essersi provveduti di un attestato del medico e della licenza del proprio Confessore. Queste persone e tutte quelle che vorranno giovarsi degli accordati permessi, verseranno in mano del proprio Parroco, o in una cassetta destinata a tal uopo, una congrua limosina da applicarsi ai bisogni dei nostri seminarii, o ad altra opera pia. Tanto le une poi che le altre dovranno visitare una volta per settimana il SS. Sacramento, e recitare secondo la nostra intenzione 5 Pater, 5 Ave e 5 altrettanti Gloria Patri.
La dispensa dell’astinenza lascia intero l’obbligo del digiuno, a cui strettamente sono tenuti tutti i Fedeli, i quali hanno compito 21 anno di età, e che non hanno legittimo impedimento.

Art. 7. Tutti i venerdì a sera, durante la Quaresima, si esporrà il SS. Sacramento in tutte le chiese parrocchiali della Diocesi, si canterà il salmo Miserere, preceduto dall’antifona Parce Domine, etc, seguito dall’orazione Pro remissione peccatorum, senza omettere le altre prescritte dall’uso o praticate dalla pietà comune. Appresso si reciterà l’Atto di Consecrazione ai Cuori sacratissimi di Gesù e di Maria. Di poi si canterà il Tantum ergo col solito versetto ed orazione propria, e si darà la benedizione col Venerabile.
Nulladimeno, permettiamo ai Parrochi e ai Rettori delle chiese rurali di trasferire questa cerimonia alla Domenica, se lo giudicano a proposito per maggior comodo dei loro parrocchiani.

ART. 8. Raccomandiamo alla pietà dei Fedeli il santo esercizio della Via Crucis, nei venerdi o nelle domeniche della Quaresima.

ART. 9. Il Tempo Pasquale comincia la Domenica di Passione, e finisce la seconda Domenica dopo Pasqua.

Art. 10. Accordiamo ai Curati de’ cantoni la facoltà di assolvere dai casi riservati nella Diocesi, per tutto l’anno corrente e sino alla Quaresima dell’anno prossimo. I Rettori delle chiese soccorsali, Viceparrochi e Sacerdoti approvati, godranno la stessa facoltà durante tutta la Quaresima dell’anno che corre.

Art. 11. Per Apostolica delegazione manteniamo; sino alla Quaresima dell’anno prossimo, la facoltà accordata a tutti i Confessori della Diocesi, di dare la benedizione papale ai moribondi.
Accordiamo ai Curati e Rettori, per lo stesso spazio di tempo, la facoltà di benedire le tovaglie dell’altare ed ogni altro arredo destinato al culto.

Art. 12. Per tutto il tempo della Quaresima, nelle domeniche e nei giorni fe stivi, si canterà, esposto il SS”. Sacramento, in tutte le chiese parrochiali, negli oratorii e cappelle di comunità religiose, col Tantum ergo, l’antifona della Sima Virgine Sub tuum præsidium e il versetto Ora pro nobis, Sancta Dei Genitrix; cui seguiranno le orazioni Defende quoesumus, e Deus omnium fidelium pastor et rector.
Esortiamo le persone devote, specialmente quelle che vivono in comunità, ad offerire a Dio in ogni mese almeno una comunione pel sommo Pontefice.

ART. 13. Le necessità temporali di Sua Santità, essendo ancora più gravi che negli anni precedenti, noi ci rechiamo a dolce dovere di rinnovare le istanze presso i nostri diocesani, e in ispecie presso il nostro Clero; affinchè possiamo, colla limosina del Danaro di S. Pietro, continuare a porgere un qualche sollievo, secondo i mezzi di ciascheduno, all’amato nostro Padre, da tante e si grandi calamità travagliato, oggi più che mai.
Una cassetta con questo titolo: Danaro di S. Pietro, sarà collocata in ciascuna chiesa della Diocesi, durante tutto il Tempo quaresimale e pasquale.

Art. 14. Raccomandiamo allo zelo dei Signori Curati, Rettori e Vicecurati, come pure alla pietà dei Fedeli, l’opera tanto importante e si eminentemente cattolica della Propagazione della fede. Rammentiamo agli uni e agli altri l’Istruzione Pastorale colle disposizioni poste in fine dell’Editto della Quaresima del 1859, su questo grave argomento.

L’esortazioni, che facemmo in quell’occasione, non rimasero senza frutto. L’opera della Propagazione della Fede ha preso poscia maggiore incremento. Essa, deposte per cosi dire le fasce, tende a farsi adulta. Il numero dei socii è notabilmente cresciuto. Ma, convien dirlo, siamo ancor lontani dal punto al quale possiamo e dobbiamo giungere, per la maggior gloria di Dio e per l’onore della Chiesa di Corsica. Sonovi molte lacune da riempire nella nostra tavola generale. I nomi di non poche parrocchie ed anche di rispettabili sacerdoti vi mancano, mentre che tutte dovrebbono concorrervi, almen per una decina. Qual è in fatti la popolazione retta da un pastore zelante, operoso ed intelligente, per quanto piccola e povera ella sia, che non valga a procacciare a questa santa società per lo meno dieci persone? E chi tra’ nostri Curati o Rettori oserebbe disperare di trovar questa semplice decina, di crearla, ordinarla nel seno della sua greggia, s’egli ne dà il primo l’esempio? Di nuovo caldamente raccomandiamo allo zelo ed alla santa emulazione dei Parrochi, dei venerabili Sacerdoti e dei Fedeli l’opera si nobile, si sublime della Propagazione della Fede.
E sarà la presente Lettera Pastorale, come anche la Enciclica del N. S. Padre il Papa, letta e pubblicata in tutte le Chiese, Cappelle e Oratorii della nostra Diocesi, alla messa parrocchiale, o a quella di Comunità la domenica immediatamente dopo che sarà ricevuta. Ma le Disposizioni per la Quaresima non saranno lette prima della domenica di Quinquagesima.

Data da Ajaccio, nel nostro Palazzo sotto la nostra soscrizione, il sigillo delle nostre armi, l’autenticazione del nostro Segretario generale, il giorno 18 gennajo 1868, festa della Cattedra di S. Pietro in Roma.

Lettera pastorale di monsignor vescovo d’Ajaccio che in occasione della Quaresima…
Di Archange Xavier Toussaint Raphael Casanelli d’Istria

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