L’ILLUMINAZIONE DELLA PIAZZA S. MARCO – 1878

La piazza di S. Marco è il cuore di Venezia. In piazza i Veneziani trattano gli affari, fanno cui l’occhiolino alle belle, mangiano, bevono, dormono ed esercitano la maldicenza. In piazza c’è una vivacità cosi schietta, una petulanza cosi caratteristica, un’allegria cosi aperta, un m movimento cosi incessante, che rallegrano l’occhio e lo spirito e fanno dimenticare lo squallore a cui per ora è condannata Venezia.
Si capisce adunque come ogni novità in piazza S. Marco sia una grande novità cittadina. Un anno fa si ricostruì il pavimento dei portici delle Procuratie vecchie, l’opera meravigliosa compiuta nel secolo XV da Mastro Buono; quest’anno si dispose in un nuovo modo l’illuminazione.
Sugli archi eleganti delle Procuratie vecchie e su quelli delle Procuratie nuove, fastosamente architettate dallo Scamozzi e dal Sansovino, pendevano lunghe aste di ferro che portavano i fanali. L’effetto di questa illuminazione circolare era mirabile, ma le aste di ferro, oscillanti al vento, sconnettevano con grave danno le pietre, e i fanali troppo distanti lasciavano nel buio il centro della piazza.
A tali inconvenienti si riparò erigendo ai due lati due file di candelabri e togliendo i vecchi fanali. I bracciali dei nuovi candelabri, disegnati con molta sveltezza ed eleganza dall’ingegnere Trevisanato, sostengono ampii fanali divisi in tre lastre di vetro smerigliato delle officine di Murano. Al Besarel si deve il modello in legno per la fusione, che venne eseguita dal Micheli.

Schizzo di Teodorico Scozzlj

Da – L’illustrazione italiana rivista settimanale degli avvenimenti e personaggi…
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