Leggenda Inuit – Le origini della luce

In principio, all’inizio del tempi, c’era solo il buio, non c’era neanche un po’ di luce.
Sulla sponda del mare una donna viveva con il padre.
Una volta uscì per prendere un po’ d’acqua.
Mentre stava raschiando la neve, vide una piuma fluttuare verso di lei.
Ella aprì la bocca e ingerì la piuma. Da quel momento rimase incinta.
Poi ella ebbe un bambino. Egli aveva la bocca con la forma di becco di un corvo.
La donna trovò difficile trovare giocattoli per il suo bambino.
Nella casa di suo padre era appesa una vescica gonfiata, questa apparteneva al padre della donna.
Ora il bambino il cui nome era Tulugaak (Raven) la indicò e pianse per essa. La donna non volle darla a lui, ma lui piangeva e piangeva.
Alla fine cedette, prese la vescica giù dal muro e lasciò giocare il bambino con essa, ma nel giocare, la ruppe. Immediatamente incominciò a dare luce.
Ora c’era luce nel mondo, e l’oscurità, anche.
Quando il padre della donna tornò a casa, rimproverò la figlia per aver tirato giù la vescica dal muro e averla data al bambino.
E quando venne la luce, Tulugaak scomparve.

La leggenda:
https://www.firstpeople.us/FP-Html-Legends/


Invero come deve essere andata 
(con il perdono degli dei).

In principio non si sa in quali tempi ma doveva esser stato proprio presto dato che c’era un buio tale che a guardar in giro non si vedeva… Ehm non si vedeva un palmo dal naso, c’era una casa…
Che forse e dico forse… (dato questa è una leggenda Inuit),
casa come la intendiamo noi, poco deve esser stata,
in riva al mare poi, fosse un igloo almeno… (ma aveva i muri come vedremo più avanti).
Viveva un donna con suo padre, giro di parole per dire un uomo (ma umano forse non era) con sua figlia, la quale come tutte le donne in avvenire oltre ai lavori di casa aveva il compito di andare a prendere l’acqua.
Pare una cosa semplice a prima vista ma dato che l’acqua del mare è salata lei doveva ogni giorno uscire di casa (a tentoni) con un recipiente e andare a raschiare la neve.
Mentre era in ginocchioni, china, nel tentar a riempire l’otre di neve ghiacciata, vide nel buio una forma come di una piuma volteggiar verso di lei e dato che per la fatica aveva la bocca aperta (o per la sorpresa di poter veder) la piuma immanentemente s’infilò nel pertugio, la donna tossicchiando ebbe solo la possibilità di inghiottirla prima che le andasse per traverso.
E il miracolo avvenne, dato che il padre era sempre assente e di giovanotti in giro ancora non c’è n’erano la piuma era chiaramente la speme di un dio: dunque ella ebbe un figlio, ma era speciale, in quel tempo non c’era ancora il cottolengo, (ma invero anche adesso i figli con deficit te li tieni a casa con un misero contributo dello stato… Scusate la divagazione) aveva la bocca, ovvero il becco… Sì insomma una bocca appuntita come il becco del corvo, la madre capì subito quanto era difficile poter straviare il figlio con un gioco (per evitar l’allattamento…) Fino a quando lui per fortuna vide appesa al muro (NdR: ecco il muro) una vescica di animale bell’apposta appesa, giustamente gonfiata, come la vide? Ancora ci sto pensando, ma importante che la vide, e subito strillò, strabuzzò gli occhi, schiamazzò e pianse così a lungo (forse aveva anche fame) che la mamma a un certo momento si ruppe… Così tanto che tirò giù la vescica dal muro, sfidando probabilmente il divieto del padre di non toccarla e la diede come giocattolo a Tulugaak, così chiamò il figlio.
Egli non ebbi occhi sufficienti per vederla nelle proprie mani e ci giocò per un sacco di tempo, alla fine non si sa come la ruppe, ossia la forò, con il becco tutti noi scommetteremmo, ed ecco il miracolo di Tulugaq: dal piccolo foro uscì sempre più in fretta tanta ma tanta luce che inondò la terra? Il mondo? Gli universi?
Per codesto fatto il nonno rincasò quasi subito (anche perché ora con tanta luce poteva trovare la via di casa facilmente), diede un’incarnata alla figlia per aver tirato giù la vescica dal muro ma non ebbe il tempo di acchiappare Tulugag che fatto il miracolo della luce per noi tutti preferì scomparire con essa.
Ma come lo chiamò? Tulugaak o Tulugaq? 

S.e.&.o.

Inuit in italiano ma nella loro lingua INUK oppure INUQ

Da wiki: Gli Inuit sono gli originari abitanti delle regioni costiere artiche e subartiche dell’America settentrionale e della punta nord orientale della Siberia.
https://it.wikipedia.org/wiki/Inuit

https://en.wikipedia.org/wiki/Tulugaak

Tuluŋigraq
https://en.wikipedia.org/wiki/Tulu%C5%8Bigraq

Per gli Inuit la creazione del mondo avvenne per merito del creatore sotto forma di corvo, quando le acque  si ritirarono e le terre riemersero, lui con il becco le mise nel posto giusto.
In quelle poche prime terre emerse c’era appena posto per una sola casa per una sola famiglia, che era composta da un uomo dalla moglie e di almeno tre figli, e il corvo che continuava a modellare la terra.
Dopo che il Corvo ebbe molto pregato il padre, questi permise al figlio di giocarci (la sacca ovvero la vescica). Mentre il Corvo giocava danneggiò la sacca e una luce uscì.
Il padre che non voleva tutta quella luce prese la sacca dalle mani del figlio prima che potesse danneggiarla ulteriormente. Questa lotta è all’origine del giorno e della notte. 

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