Il pesce d’aprile

È difficile trovare nel campo delle tradizioni popolari un uso, la cui origine sia tanto oscura e controversa quanto questa del pesce d’Aprile. Francesi, Inglesi, Tedeschi l’hanno cercata chi in un fatto e chi in un altro; ma tutti, o quasi tutti, dopo varie ipotesi han dovuto modestamente dichiarare che alla fin fine non v’è nulla di certo su questo punto. Alcuni fan derivare l’uso dalla pesca, che in certi paesi comincia il primo d’Aprile, e perchè infruttuosa dapprincipio, potè dar luogo alla costumanza di cogliere i semplicioni offrendo un’esca che loro sfugge, come il pesce in Aprile sfugge a’ pescatori. Fleury de Bellingen ci vede un’allusione ad un antichissimo uso degli Ebrei, quello di mandare per disprezzo una persona di qua e di là, come fecero con Gesù Cristo, da Erode a Pilato, da Caifas ad Anna, nei primi di Aprile, secondo i computi degli ecclesiastici 1 Onde, secondo-

1Dictionnaire etimologique, historique et anecdotique, historique des proverbes etc., françaises. Bruxelles, 1840. — Magasin pittoresque, t. I, an. 1833, p. 58. Paris. – Giornale degli Eruditi e dei Curiosi, an. II, v. IV, P, 64. Padova, 1° Novembre 1884.

-essi, la voce poisson sarebbe una corruzione di passion. Una tradizione giudaica vi riconosce il volo della colomba dall’arca di Noè prima che le acque abbassassero e non so quale incontro di essa con l’Aprile ecc. 1 Altri vi scoprirono un fatto meramente mitologico 2, altri vi videro uno scandaloso significato fallico 3; altri più delicatamente, un passaggio ad un uso di mandare o di offerire alle donne o alle ragazze un pesce con intendimento erotico 4; altri ancora una inclinazione dello spirito umano allo scherzo, al ritorno della grata stagione 5.
Men nota e meno discussa tra tante origini è quella assegnata da un poeta friulano del secolo XVII in una leggenda rimasta manoscritta finora. La leggenda che Rumtot lasciò sul pesce d’Aprile nel Friuli è cosi diversa dalle altre che merita di essere raccontata.

« Il patriarca Bertrando, che è il vero mito sintetico del Friuli antico, aveva invitato un anno a pranzo il papa per il giorno di Pasqua. Ma il papa nel giorno di Pasqua aveva da recarsi in Francia per battezzar la figlia del Re, e fece dire al Beato Bertrando che sarebbe venuto prima. — Arrivò per combinazione proprio il primo d’Aprile; ma in quel giorno era di Venerdi di-

1 Sotto il titolo : About April fool Day, le American Notes and Queries, vol. II, n. 8, p. 87 (New York, Saturday, December 22 1888) scrivono:
« A Jewish tradition says the April lool custom commemorates the flight of Noah’s dove from the ark before the waters had abated. Her errand was a bootless one, and occurred (the tradition says) on April 1, but the of April fooling was set up (we are told) for the pious purpose of commemorating the memory of Noah’s deliverance from the ark. »

2 MÜLHAUSE, Urreligion, p. 141. Kassel 1850.

3 De GUBERNATIS, Zoological Mytisology, or the Legends of animals v. 1, P. 250, scrive: « The joke of the April fish (le poisson d’Avril), with which so many of our ladies ingenuously amuse themselves, has a scandalously phallical signification. » Ma le nostre signore, se io non m’inganno, non sono le principali attrici delle farse d’Aprile.

4 C. A. T. MAHN, Etymologischen Untersuchungen auf den Gebiete der romanischen Sprachen, p. 140; Berlin, 1863. E già prima in Archiv für das Studium des neueren Sprachen und Literaturen, XXIII, 445. Braunschweig, 1858.

5 MARCOALDI, loc. cit.
Archivio per le tradizioni popolari — Vol. VIII.

-quaresima e il pranzo dovette esser di magro. Si fece gran consumo di trote del Natisone e di anguille maranesi; ma disgrazia volle che al papa, nel mangiare un magnifico pesce, s’infiggesse nella gola una spina. Nessuno gliela poteva levare, e dovette mettersi a letto. Si addormentò, e fu già un miracolo, e nel domani, svegliatosi, trovò (e questo fu un miracolo ben maggiore) la spina sopra un bacile. Grato e riconoscente, egli promulgó un decreto, col quale comandava che in tutto il patriarcato d’ Aquileia non si mangiasse mai pesce il primo d’Aprile, neanche se fosse Venerdi Santo, e il Patriarca Bertrando regaló la spina, colla quale s’era avverato un portento, alla chiesa della sua fedele Venzone, dove si conservava ancora in un reliquiario di gran valore… Rumtot finisce dicendo che da tal fatto della spina è venuta la costumanza del pesce d’avril. Dapprincipio imbandire un pesce era un’offesa, poi diventó burla, perchè cadendo il primo d’Aprile una vigilia, si davano ai cibi di grasso la forma e l’apparenza di un pesce 1. »

Di fronte a queste diverse opinioni è bravo chi riesce a farsi un’idea chiara della origine vera o almeno probabile del mistico pesce.
È strano che debba parlarsi di pesca il primo d’Aprile, quando per un verso o per un altro questa pesca si fa in vari altri mesi dell’anno, anzi in tutto l’anno. Più strano che debba ripetersi la origine di uno scherzo da un costume ebraico, legato alla passione di Gesù, e che questa origine fosse stata messa fuori in un tempo di profondo sentimento religioso, a scherzi ed a burle tutt’altro che inchinevole trattandosi di Gesù Cristo 2. Ne val la pena di discutere la sciocca etimologia poisson=passion, e la proble-

1 Questo fatto è desunto da una poesia che fa parte di una raccolta ms. di altri versi, e che trovasi nella Biblioteca Comunale di Udine. Rumtot è anagramma o pseudonimo di uno degli autori friulani di quel ms., e primo a darne notizia fu il Giornale di Udine, dal quale riportò la leggenda il citato Giornale degli Eruditi, ap. II, v. III, n. 50, p. 320. Padova, 1° Aprile 1884.

2 Importanti sono sul proposito le osservazioni di Pico LURI DI VASSANO (Ludovico Passarini) nei suoi Modi di dire proverbiali, n. 1222, Roma, 1875.

-matica origine mitica, e la poco onesta provenienza fallica, l’uso di mandare o dar pesci alle donne ed alle ragazze, non comprovato da nessun documento e l’ arcadica origine primaverile. Quanto poi alla leggenda friulana, chi dice che essa non sia una invenzione del sedicente Rumtot? Ed anche popolare e tradizionale, spiega essa l’origine? persuade essa la critica più elementare?
A questo punto non rimane se non l’origine francese comunemente detta e ripetutamente affermata, che si traduce nel seguente aneddoto:

Francesco Duca di Lorena, caduto in disgrazia di Luigi XIII, fu chiuso nel Castello di Nancy. Quivi sarebbe rimasto chi sa quanto, se un giorno con sottile trovato di false novelle non avesse ingannato le guardie e preso la fuga passando a nuoto da Meurthe; il che fe’ dire ai Lorenesi che ai Francesi era stato dato a custodire un pesce. Il fatto avvenne il primo Aprile, e secondo il Breslauer Erzähler (1803, p. 259), che lo racconta un po’ distesamente, per l’anno 1634 1.
Ma com’è che tanto del poisson d’avril, quanto dell’uso da esso significato, si hanno, secondo l’anonimo compilatore del citato Dictionnaire étimologique, testimonianze anteriori al regno di Luigi XIII? Ciò vuol dire che il pesce d’Aprile rimonta, per lo meno al secolo XVI; e c’è molte ragioni per presumerlo originato in Francia, e dalla Francia passato in Germania, in Inghilterra e nel resto d’Europa.
Infatti, nel Deutsches Wörterbuch di Giacomo e Guglielmo Grimm, sotto la voce April, l’uso si fa venire negli ultimi secoli dalla Francia, dove la sua origine non è chiara, pure legandolo col principio del nuovo anno in Aprile 2.

Il più recente vocabolario tedesco, quello del citato D.r Moriz-

1 Cfr. Addison, English Spectator, fasc. 46 e 47.— Swift’s Works. London, 1874, vol. 13. Journal to Stella, p. 8. – WANDER, Deutsches SprichwörterLexikon, v. I, col. 114.

2 Ecco le parole di Giacomo Grimm : « Der brauch, unserem alterthum unbekannt, scheint uns erst in den letzten Jahrhunderten aus Frankreich her zugeführt, ist aber auch dort seinem ursprung nach unaufgeklärt, jedenfalls hängt er mit dem beginn des neuen jahres im april zusammen. »

-Heyne, anch’esso sotto la voce April, nota la importazione dell’uso dalla Francia nel sec. XVII in Germania, e trova la frase proverbiale non prima del 1655 1.

Eppure neanche questa origine persuade abbastanza chicchessia. Forti dubbi sono stati emessi intorno alla probabilità di essa; ed il Passarini, che nella ricerca dei modi di dire proverbiali ha consumato molta parte della sua vita, ci induce a pensare che, in mancanza d’una origine accettabile, bisogna crearne una possibile.
E questa origine egli la crea di suo ritenendo primamente « che lo scherzo ed il motto siano nati in luogo e paese di mare dove la pescagione fosse l’esercizio e l’industria degli abitanti… Molti ma molti dettati e proverbi popolari son derivati da novelle antichissime, tanto in uso una volta a rallegrare le veglie e i lieti ragionari. Io mi penso (egli dice) che il Pesce d’Aprile sia derivato appunto da un qualche racconto favoleggiato in paese marittimo, non solo a dilettare, ma forse anche a dileggiare i bonaccioni abitatori del colle vicino. E la sostanza della novella può essere stata press’a poco cosi: Che alcuni di questi venuti al lido, il giorno primo di Aprile, ed appiccato discorso co’ pescatori oziosi in quel di, ebbero il desiderio di pescare anch’essi, lusingati, chi sa con quante belle parole, che avrebbero fatto una grossa pesca, e tanto più abbondante quanto più la barca pescareccia fosse spinta lontano, ove sono alte le acque. Sì, sì andiamo, dissero quei del colle; basta che qualcuno di voi ci faccia compagnia a guida più sicura della barca. Dato de’ remi in acqua, andarono lontano lontano, finchè i pescatori novellini gettarono-

1 Egli scrive (Deutsches Wörterbuch, col. 141; Leipzig, Hirzel) cosi: « Die Sitte: « Einen in den April zu schicken, » ihn zum 1. April, ursprünglich durch einen Botengang, zu warren, aus Frankreich im 17. Jh. zu uns gekommen. « In den aprillen schicken », Talitz 103 (von 1655); Lessing: «Zum april schicken »; Goethe: « Iu den april führen ». Il Köhler mi nota una poesia sotto l’anno 1631, intitolata: Eigentliche Contrafactur, wie Königliche Majestät zu Schwe len den alten Corporal Tillen (=Tilly) nach den April schicket…!
“E. WELLER, Annalen der politischen National-Litteratur der Deutschen im XVI und XVII Jahr. hundert, I, 143, n. 723. Freiburg im Breisgau, 1862.

-la rete: e gira e rigira il docile legno sovra le chete acque, dopo alquanto tempo sollevano speranzosi la rete; ma la sentono leggiera, e giù la riaffondano; il che fatto e rifatto più volte, e rimasta sempre la speranza delusa; e visto che il sole declinava all’occaso, stanchi e rotti dalla fatica, e straniati dalla stizza ritrassero la rete, la quale non aveva saputo raccogliere neppure un misero pesciolino. I creduli pescatori più lentamente che nell’andare ritornarono al lido confusi, e, come ognuno può credere, burlati e derisi. Seppero essi poi, che nell’Aprile, al sopravvenire della tepida e vaga stagione, anche i pesci ne godono, e si raccolgono facendo groppo insieme giù nell’imo fondo delle acque, ove depongono le ova, secondo che loro insegna l’istinto.
La novella piacque allora, e fu ripetuta di casa in casa, e corse da paese a paese al pari delle altre novelluzze: e la burla dei pescatori divenne proverbiale, prendendo il nome di Pesce d’Aprile. Rammentato ogni anno nel ridetto giorno lo scherzo de’ marinaj, ad imitazione di loro, prima ne’ luoghi marittimi, e poi entro terra nelle città, e a poco a poco da per tutto venne l’usanza di burlare i semplici e gli sciocchi col farli andare or qua, or là frettolosi a prendere (ed essi nol sanno) il Pesce di Aprile. La novella andò cogli anni in dimenticanza: ma il moito e l’usanza ha sfidato i secoli, e dura ancora. »

Questa origine del Pesce d’Aprile è tutta originale, e probabilmente, scrive il Passarini, sarà detta una fandonia; ma egli dichiara di non affliggersene, purchè « altri giunga a trovare l’origine vera » 1

1 Pico Luri di Vassano, op., cit., p. 576.


Da: Archivio per lo studio delle tradizioni popolari rivista trimestrale
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