Come Fionn riportò i figli per il giovane studente della scuola della nave

Come Fionn riportò i figli per il giovane studente della scuola della nave e come fu trovato Bran.

Un giorno Fionn e i suoi uomini erano sulla Collina della Caccia ‘Ben-Sheilg’, uccisero un gran numero di cervi; e quando furono stanchi dopo l’inseguimento si sedettero su una collina verde, nella direzione del vento e in faccia al sole, dove potevano vedere tutti, e nessuno li poteva vedere.
Mentre erano seduti in quel luogo Fionn alzò gli occhi verso il mare e vide una barca che si dirigeva dritta verso il porto sotto il punto in cui erano seduti. Quando la barca arrivò a terra, un ragazzone saltò fuori sulla riva, l’afferrò per la prua (breast) e tirò su le sue sette lunghezze sull’erba verde, (segue modo dire) dove il figlio maggiore (Macan), di nessun proprietario terriero, né (del detentore) di un grande terreno avrebbero osato deriderlo o beffarlo.
Quindi risalì il pendio della collina, scavalcò gli avvallamenti e traversò le collinette, finché raggiunse il punto in cui erano seduti Fionn e la sua gente.
Salutò benedicendo Fionn francamente, energicamente, fluentemente; e Fionn lo benedisse con il ringraziamento delle sue parole.
Fionn allora gli chiese da dove veniva, o cosa stesse cercando? Rispose a Fionn che aveva attraversato il mare di notte durante la tempesta per sapere dove fosse; perché stava perdendo i suoi figli, e gli era stato detto che non c’era un uomo al mondo che non poteva tenere i suoi figli per lui se non lui, Fionn, re dei Feinne.
E disse a Fionn: “Ti impongo croci e incantesimi e sette catene fatate per viaggiare per stare da me, prima che tu possa mangiare o bere una bevanda o chiudere un occhio nel sonno”.
Detto questo, si allontanò da loro e discese il pendio della collina come l’aveva salito. Quando raggiunse la nave, appoggiò la spalla alla prua e la fece uscire. Poi saltò a bordo e ripartì nella direzione da cui era venuto, finché non lo persero di vista.
Fionn era ora in preda a una grande tristezza d’animo, perché i voti gli erano stati posti su di lui e doveva adempirli o proseguire il viaggio fino alla morte. Non sapeva quando l’avrebbe preso, o cosa doveva fare.
Ma si congedò con una benedizione dai suoi uomini e scese il pendio della collina fino al mare. Quando vi giunse, non poté proseguire oltre sulla strada che aveva visto partire il giovine ragazzone. Per questo si mise quindi a camminare lungo la riva, ma prima di andare oltre, vide una compagnia di sette uomini che gli veniva incontro.
Quando li raggiunse, chiese al primo di loro in cosa fosse bravo. L’uomo rispose che era un buon falegname. Finn gli chiese quanto fosse bravo a fare il falegname? L’uomo rispose che, con tre colpi d’ascia, poteva costruire una nave grande, capiente e completa con il tronco di quell’ontano laggiù. “Sei molto bravo”, disse Finn; “puoi passare”.

Poi chiese al secondo uomo: “In che cosa era bravo?”. Quello rispose che era un buon cercatore. “Quanto sei bravo?”, disse Finn. Posso trovare l’anatra selvatica sulle creste delle nove onde entro nove ore”, disse l’uomo. “Sei molto bravo”, disse Finn; “puoi passare”.

Poi disse al terzo uomo: “Che cosa sei bravo a fare? ” L’uomo rispose che era un buon Gripper. “Quanto sei bravo?”. “La presa che ho (una volta) non la lascio finché le mie due braccia non si staccano dalle spalle, o finché la presa non viene con me”. “Sei molto bravo; puoi passare”.

Poi disse al quarto uomo: “In che cosa sei bravo?”. Egli rispose che era un buon arrampicatore. “Quanto sei bravo?” “Posso arrampicarmi su un filamento di seta fino alle stelle, anche se tu volessi legarlo lì”. “Sei molto bravo; puoi passare”

Poi disse al quinto uomo: “In che cosa sei bravo?”. Quello rispose che era un buon ladro. “Quanto sei bravo?” “Posso rubare l’uovo all’airone mentre i suoi due occhi mi guardano”. “Sei molto bravo; puoi passare”.

Al sesto uomo chiese: “In che cosa sei bravo?”. Egli rispose che era un buon ascoltatore. “Quanto sei bravo?” Disse che riusciva a sentire ciò che le persone dicevano all’estremità del Mondo Ultimo (Domhan Tor). “Sei molto bravo; puoi passare”.

Poi disse al settimo uomo: “In che cosa sei bravo?”. Egli rispose che era un buon tiratore. “Quanto sei bravo?” “Potrei colpire un uovo tanto lontano nel cielo quanto la corda dell’arco potrebbe inviare o l’arco potrebbe portare (una freccia)”. “Sei molto bravo; puoi passare”.

Tutto ciò diede a Finn un grande incoraggiamento. Si girò e disse al carpentiere: “Dimostra la tua abilità”. Il carpentiere andò dove c’era il ceppo e lo colpì con la sua ascia tre volte; e come aveva detto, la nave era pronta.
Quando Finn vide la nave pronta, ordinò ai suoi uomini di metterla a mare. Essi lo fecero e salirono a bordo.
Finn ordinò ora all’inseguitore di andare a prua e di dare prova di sé. Allo stesso tempo gli disse che ieri un giovane cadetto aveva lasciato quel porto con la sua nave e che lui voleva seguirlo fino al luogo in cui ora si trovava.
Fionn stesso andò a governare la nave e partirono. L’inseguitore gli diceva di tenerla di là o di tenerla di qua. Navigarono a lungo senza vedere terra, ma continuarono a navigare finché non si avvicinò la sera. Nella penombra notarono che la terra era davanti a loro e si diressero verso di essa. Quando raggiunsero la riva, balzarono a terra e tirarono su la nave.

Poi notarono una grande e bella casa nella radura sopra la spiaggia. Si diressero verso la casa e, mentre si avvicinavano, videro il Grande Giovane che veniva loro incontro. Corse, mise le sue due braccia al collo di Finn e gli disse: “Caro di tutti gli uomini del mondo, sei venuto?”.
“Se fossi stato il tuo caro tra tutti gli uomini del mondo, non mi avresti lasciato come mi hai lasciato”, disse Finn. “Oh, non è stato senza un modo di venire che ti ho lasciato”, disse il giovine Cadetto. “Non ho forse mandato una compagnia di sette uomini ad incontrarti?”.
Quando raggiunsero la casa, il Grande Ragazzo disse a Finn e ai suoi uomini di entrare. Accettarono l’invito e ricevettero carne e bevande in abbondanza.
Dopo che ebbero placato la loro fame e la loro sete, il Giovane entrò dove si trovavano e disse a Finn: “Sei anni da questa notte, mia moglie era nel letto per il parto e mi nacque un figlio. Non appena il bambino venne al mondo, una grande mano entrò dal camino e portò il bambino con sé nel palmo della mano.
A tre anni da questa notte è successa la stessa cosa. E questa notte sarà di nuovo nel letto per il parto. Mi è stato detto che tu eri l’unico uomo al mondo in grado di proteggere i miei figli, e ora ho coraggio da quando ti ho trovato”.
Finn e i suoi uomini erano stanchi e assonnati. Fionn disse agli uomini che dovevano distendersi sul pavimento e che lui avrebbe fatto la guardia. Loro fecero come gli era stato detto e lui rimase seduto accanto al fuoco. Alfine il sonno cominciò a venirgli addosso; ma aveva una sbarra di ferro nel fuoco e, ogni volta che i suoi occhi cominciavano a chiudersi per il sonno, spingeva la sbarra nell’osso del palmo della mano e questo lo teneva sveglio. Verso mezzanotte la donna partorì e, non appena il bambino venne al mondo, la Mano entrò dal camino. Finn invitò la pinza (il Gripper) ad alzarsi.
Il Gripper scattò rapidamente in piedi e afferrò la mano. Tirò la Mano e la portò fino fuori del camino. La Mano tirò il Gripper e lo portò fuori in cima alle sue due spalle. Il Gripper tirò di nuovo la Mano e la portò a casa fino al collo. La mano tirò il Gripper e la portò fuori in mezzo al nulla. Il Gripper tirò la mano e la portò a casa attraverso i due fossi. La mano tirò il Gripper e lo tirò per entrambi i piedi. Poi il Gripper tirò coraggiosamente la mano e questa si staccò dalla spalla. E quando cadde a terra c’era dentro il tiro di sette castroni (cavalli castrati). Ma il grande Gigante che era fuori mise l’altra mano e portò il bambino nella culla.

Erano tutti molto dispiaciuti di aver perso il bambino. Ma Fionn disse: “Non ci arrenderemo ancora. Io e i miei uomini andremo a cercare la Mano prima che il sole sorga su una dimora domani”.
Allo spuntare dell’alba, Finn e i suoi uomini uscirono e raggiunsero la spiaggia, dove avevano lasciato la nave.
Vararono la nave e salirono a bordo. L’inseguitore si mise a prua e Finn andò a governarla.
Partirono, e di tanto in tanto l’inseguitore gridava a Finn di mantenerla in quella direzione, o di tenerla in questa direzione.
Navigarono per un lungo tratto senza vedere nulla davanti a loro, se non il grande mare.
Al calar del sole, Fionn notò una macchia nera nell’oceano davanti a loro. Pensò che fosse troppo piccola per un’isola e troppo grande per un uccello, ma si diresse subito verso di essa.
Nel buio della notte la raggiunsero; era una scogliera e sulla sua cima c’era un castello ricoperto di pelli d’anguilla.
Sbarcarono sulla scogliera. Guardarono intorno al castello, ma non videro né finestre né porte da cui poter entrare. Finalmente si accorsero che la porta si trovava sul tetto. A questo punto non sapevano come salire, perché il tetto era così scivoloso.
Ma l’Arrampicatore gridò: “Lasciatemi passare e non ci metterò molto a salire”. Scattò velocemente verso il castello e in un attimo fu sul suo tetto. Guardò dentro la porta e, dopo aver osservato con attenzione tutto ciò che vedeva, scese dove gli altri stavano aspettando.
Finn gli chiese cosa avesse visto. Rispose che aveva visto un Grande Gigante sdraiato su un letto, con una coperta di seta sopra di lui e una di raso sotto di lui, con la mano tesa e un neonato addormentato nella culla; che aveva visto due ragazzi sul pavimento che giocavano con mazze d’oro e una palla d’argento; e che c’era una cagna molto grande sdraiata accanto al fuoco, con due cuccioli che la succhiavano.


Allora Fionn disse: “Non so come faremo a tirarli fuori”. Il Ladro rispose: “Se riesco a entrare, non ci metterò molto a farli uscire”. Lo scalatore disse: “Vieni sulla mia schiena e ti porterò fino alla porta”. Il ladro fece come gli era stato detto ed entrò nel castello.
Immediatamente cominciò a dare prova della sua abilità. La prima cosa che fece uscire fu il bambino che era nel la culla. Poi mise fuori i due ragazzi che stavano giocando sul pavimento.
Poi rubò il rivestimento di seta che copriva il Gigante e il rivestimento di raso che era sotto di lui e li portò fuori. Mise fuori anche i lucciconi d’oro e la palla d’argento. Poi rubò i due cuccioli che stavano succhiando la cagna accanto al fuoco. Queste erano le cose più preziose che aveva visto all’interno. Lasciò il Gigante addormentato e uscì.
Deposero le cose che il ladro aveva rubato nella nave e se ne andarono. Stavano navigando da poco tempo quando l’ascoltatore si alzò e disse: “Lo sto sentendo, lo sto ascoltano!”. “Cosa stai ascoltando?”, disse Finn. “Si è appena svegliato”, disse l’Ascoltatore, “e sente la mancanza di tutto ciò che gli è stato rubato. È in preda alla collera e ha mandato via la cagna, dicendole che se non andrà lei, ci andrà lui stesso. Ma è la Cagna che se ne va”.
In breve tempo guardarono dietro di loro e videro la Cagna che veniva a nuoto. Stava fendendo il mare da ogni lato con scintille rosse di fuoco. Furono presi dalla paura e dissero che non sapevano cosa fare. Fionn rifletté e poi disse loro di gettare fuori uno dei cuccioli; forse quando avrebbe visto il cucciolo annegare sarebbe tornata con lui. Gettarono il cucciolo e, come disse Fionn, accadde: la cagna tornò indietro con il cucciolo. Questo li lasciò felici in momento.
Ma poco dopo l’ascoltatore si alzò tremante e disse: “Io sono quello che lo ascolto, sono io che lo ascolto!”. “Cosa stai dicendo ora?”, disse Finn. “Sta di nuovo mandando via la cagna, e poiché lei non vuole andare, verrà lui stesso”.
Quando hanno sentito questo, i loro occhi erano sempre dietro di loro. Alla fine lo videro venire, e il grande mare non arrivava oltre le sue anche. Furono presi da paura e grande terrore, perché non sapevano cosa avrebbero dovuto fare. Ma Fionn pensò ai suoi denti sapienti e, dopo avervi messo il dito sotto, scoprì che il Gigante era immortale, tranne che in un neo che era nell’incavo del suo palmo. Il tiratore scelto si alzò e disse: “Se avrò una possibilità contro di lui, lo avrò.”

Il Gigante si fece avanti attraverso il mare fino al lato della Nave. Poi alzò la mano per afferrare la sommità dell’albero maestro, in modo da affondare la Nave. Ma quando la Mano era in alto, il tiratore scelto notò il neo e scoccò una freccia nella sua direzione. La freccia colpì il Gigante nel punto della morte, che cadde morto in mare.
Ora erano molto felici, perché non c’era più nulla davanti a loro che li facesse temere. Ripartirono e fecero rotta verso il castello. Il ladro rubò di nuovo il cucciolo e loro lo portarono con sé insieme a quello che avevano. Poi tornarono al luogo del Grande cadetto. Quando raggiunsero il porto, balzarono a terra e tirarono su la nave sul terreno asciutto.
Poi Fionn andò con la famiglia del ragazzone e con tutto ciò che lui e i suoi uomini portarono fuori dal Castello nella bella casa del cadetto di Mor.
Il cadetto di Mor gli venne incontro, e quando vide i suoi figli s’inginocchiò a Fionn e disse: “Qual è la tua ricompensa?”. Fionn rispose che non chiedeva altro che di poter scegliere fra i due cuccioli che avevano preso dal castello. Il Grande cadetto disse che avrebbe avuto quello e molto di più di quanto avese chiesto. Ma Finn non voleva altro che un cucciolo.
Questo cucciolo era Bran, e suo fratello, che il Grande cadetto prese, era il Big Boy il Cane Grigio.
Il Grande cadetto accolse Fionn e i suoi uomini nella sua casa e preparò per loro un grande, gioioso e allegro banchetto, che si protrasse per un giorno e un anno, e se l’ultimo giorno non fu il migliore, non fu il peggiore.
È così che Fionn ha riportato i figli per il Big Young Hero of the Ship, e come è stato trovato Bran.


Òglach Mòr= cadetto di Mòr, grande cadetto, ragazzone, grande studente, grande ragazzo.
Gripper = pinza
Cróg Mòr = La mano, il gigante, Fhamhair.
Ghalla= la cagna.


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Folk and Hero Tales
A cura di James MacDougall