STRANO MA VERO ACCIDENTE


T. Locatelli

Molti conoscono in Venezia il sig. Bernardino, savia e discreta persona, di garbate maniere, d’indole sì posata, ed avida sopra tutto di esattezza, d’un certo suo ingegno analitico e indagatore, che vi studierà le parole parlando, e vorrà in tutto vedere il pelo nell’uovo.
Ora il signor Bernardino ha in lui due affezioni assai radicate: l’amor dello studio, e una decisa propensione per le berrette da notte.
Spesso nelle ore più tarde, quando le menti degli uomini meno analitici si chiudono sull’origliere nel sonno, e più comunali berrette posano fra le lenzuola, ei la tiene colla fronte sui libri e fra le carte sospesa; sotto a quel fido coperchio il suo cervello va facendo tesoro di erudizione e di dottrina: la berretta è il tacito testimonio delle dotte sue veglie; ella è pel sig. Bernardino come la civetta o la lucerna che diedero gli antichi a Minerva, il simbolo, cioè, delle dotte vigilie; pel sig. Bernardino non ha studio, non ha sapienza senza berretta, come non ha poeta senza fantasia, o senza entusiasmo.

Or egli accadde, che mentre una sera ei va in traccia di non so quale autorità di sopra a certi suoi volumacci (si trovò che a caso quella sera la berretta candida di bucato e rigogliosa oltre il costume, gli stesse ritta ritta sul fronte a modo dei campanili), ecco che il fiocco del non mai secco cotone s’incontra nella fiammella della lucerna, e vi si apprende tacitamente il fuoco.
Il povero signor Bernardino ha il fuoco in casa e non se ne avvede; se non che, mentre eri spazia con la immaginazione, fuor di questo basso mondo terreno, peri sublimi campi della scienza, viene a trarlo dalle soavi sue meditazioni per entro le miserabili realtà della vita, non so quale odore d’arsiccio che gli pare uscire d’intorno.
E però, come bracco alla pesta, il signor Bernardino tende qua e là il naso per l’aria; ma poi che nulla trova, e fu certo per gli occhi, che niente nella stanza non arde, con tutto che l’odore sussistesse, e un po’ mal contento di non poter indovinar la cagione, pur consolandosene cole felix qui potuit rerum cognoscere causas, si spoglia, e già spicca il salto per mettersi a letto.

In questa il fiocchetto, arso il filo che il teneva alla berretta congiunto, e aiutato anche dal balzo della persona. Da sopra il capo piomba in mezzo al letto ridotto a condizione di carbone, o di brace, gettando così in orribile angoscia il pover uomo, il quale è ormai certo ch’ha presso l’incendio, con tutto che non sappia trovarlo. Certo qui abbrucia, egli esclama in sé stesso, levando gli occhi al soffitto, ma nulla nel soffitto trovando, prende il cerino, né più contento al felix qui potuit, va in giro indagando con l’ordinario suo spirito investigatore la cagione dello strano accidente.

E nel vero alzando quel lumicino gli par ora di scorgere non so qual fumetto che lieve lieve a guisa di nugolette va per la stanza aggirandosi lo segue dovunque si volga.
Pure colà non era alcuna traccia di fuoco, onde, persuaso che d’altronde venisse e altrove fosse da cercarne la causa, esce e tutto pien di sospetto va perlustrando la casa. Intanto l’aria gitata dal muoversi della persona dava nuovo alimento al fuoco, il quale senz’avvampare andava pure di maglia in maglia allargando l’incendio della berretta, sì che l’altro, con ambascia crescente, si trovava sempre maggior copia di fumo dinanzi, che come la mistica colonna d’Israello da per tutto lo precedeva e seguiva, tanto che salite le scale, visitata la soffitta e l’altana, e sempre in mezzo allo stesso nemico trovandosi, non sapendo più che cosa pensarsi, immaginò che covassi alcun incendio latente nelle case vicine, onde vinto per lo spavento il pudor dell’abito strano, abbaruffato in volto, e così in camicia com’era, miserando spettacolo! Si fa a bussare alla porta del piano di sotto, fuoco, fuoco, gridando.

A quel grido d’orrore balzan le genti di letto, accorre sulla porta la fante, e com’ella si vide dinanzi quella vaporosa figura, quella spezie di fantasima bianca, che ardeva come un torcio, o un candelotto di sopra, fu a un punto che non morisse di spavento e di risa.
Se non che, additandogli in quell’atto l’ardente berretta, gli fece in un punto conoscere, che ciò che andava attorno cercando, ogni più strana cosa del mondo prima pensando, lo aveva a due dita del capo: onde l’altro tutto confuso e di sé stesso ridendo si ritrasse, seco medesimo considerando, come spesso addiviene che si perdan le tracce del vero, per andar troppo lungi a cercarlo.
Ahimè! Il signor Bernardino aveva il fuoco nella berretta, andava in fumo, stava per essere in vampa e cercava l’incendio latente fuori casa!

T. Locatelli.

Da: La ricreazione per tutti: raccolta di letture piacevoli, Volume 2

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