Rimedi antichi contro le zanzare.

Quali di voi lettori non si impazienta, a dir il meno, nel venir bruscamente svegliato, nel più bello forse d’un soave sogno d’estate, dalla puntura d’una zanzara? E non grida invocando un rimedio?!

Un primo rimedio
1872

Ebbene: eccolo facile, piano e di nessun costo.
Appassite un buon pugno di fiori di camamilla – teneteli distesi sopra un piattello nella vostra stanza da letto durante la sera e meglio tutta la notte, e se avrete un zanzara mandatela al mio indirizzo.
Questo specifico lo usai per parecchi anni a Mantova con ottimo successo – provatelo anche voi,- qualora non trovaste il piccante odore e salato dalla camamilla peggiore del male.
Assicuro del resto che dopo qualche sera vi riuscirà grato e sempre efficace.

Provatelo, provatelo.
Per poco io ve lo do.

Un dulcamara
in sedicesimo

Secondo rimedio
1848

Sul modo di difendersi dalle zanzare. – In alcuni luoghi umidi, ove abbondano codesti insetti, si usa, onde preservarsene alla notte, le così dette zanzariere, che sono una specie di cortine in velo che coprono l’intero letto.
Se getterete sulla bragia accesa un pugnetto di semi di ginepro, sicuramente non entreranno zanzare per alcuni giorni.
Si può prendere un pentolino di aceto ben forte e farlo bollire nella stanza dopo l’ora di notte, tenendo intanto un lume fuori della finestra aperta per metà. Le zanzare fuggiranno a torme dalla camera, e se alcuna si ostinerà a rimanervi, vi perderà la vita.
Fate una lanterna di carta, imbrattatela al di fuori di miele, ponetevi dentro un lume acceso: un gran numero di zanzare vi si poseranno sopra e vi rimarranno attaccate.
Nei luoghi dove vi sono molte zanzare non entrale mai nella stanza da letto col lume acceso, se prima non avete chiuse le finestre.
Nei paesi paludosi i contadini trovano molto utile, prima di coricarsi, di fare nella stanza un denso fumo di paglia umida o di giunchi, onde obbligare le zanzare a fuggirsene.

– Rimedio contro le punture delle zanzare. – Il sale marino o da cucina stemprato nella saliva e messo subito sulla parte punzecchiata è un buon rimedio; tuttavia applicandovi un pezzetto di formaggio di Gruyères largo e grosso come una moneta d’una lira, si vede in meno un quarto d’ora sparire la cocciuola e cessare il prurito di mano in mano che si fonde il formaggio (L’abbé Rozier).

Altro. – La piantaggine acciaccata e posta sul luogo della puntura, ne mitiga in un istante il prurito e il dolore (Bibl. phys, écon.).
L’acqua di limone od il succo del limone fa cessare il pizzicore della puntura.

Modi di tener lontane le zanzare dalle bestie bovine e dai cavalli. – Si prendono tante foglie di noci quante ne possono essere contenute in due o tre mani, vi si versano sopra due o tre bicchieri di acqua leggermente riscaldata, e dopo averle lasciate in fusione per una notte si versano alla mattina in una caldaja e si lasciano bollire per un quarto d’ora. Quando questa decozione sarà raffreddata, vi si tuffi una una spugna, e con questa s’ inumidisca le parti più dilicate dei buoi e dei cavalli, come a dire, il collo, le orecchie, le parti superiori delle narici, ecc. Alle foglie di noce si possono sostituire anche quelle d’absenzio ed altre foglie amare.

Si prendono le cime del sambuco, se ne spreme il sugo che unito al grasso di majale fuso, se ne forma un unguento, col quale si ungeranno i cavalli per non essere punto molestati da questi insetti.

Si faccia cuocere dell’aloe con della coloquintide e del fiele di bue in una piccola dose di olio ed aceto , e vi si aggiungano in egual quantità della sugna rancida e dell’incenso. Si filtri quindi la miscela ancora ben calda per un panno lino, e coll’unguento che ne risulta si unga la bestia che si vuol difendere dalle zanzare all’intorno degli occhi ed in quelle parti dove di consueto più sogliono pungere questi insetti.
(D. X. Infallibili mezzi, ec.).

Il terzo rimedio
del 1882

Basta lavarsi le mani e la faccia con acqua di quassia, lasciando seccare senza asciugare. Questa precauzione costituisce una difesa infallibile.
Le zanzare, non appena hanno applicato l’estremità della loro tromba sulla pelle, che esse sono immediatamente distolte a causa dell’estrema amarezza della quassia e tosto si affrettano di cercare altrove una preda più appetitosa.
Quassia – albero originario dell’America del sud ed ha dai 2 ai 3 metri d’altezza. La parte più usata in terapeutica è la radice.

Il quarto
del 1893

Il Dr. Pednoff, medico russo, essendo molestato dalle zanzere durante il suo soggiorno sulle rive del Dnieper, dopo aver invano tentati tutt’i mezzi proposti contro sì fastidiosi insetti, provò una soluzione satura di naftalina nell’olio di vasellina e ne ottenne risultato splendido. Esso comunica che basta spalmare con qualche goccia di siffatta soluzione le parti del corpo scoperte dagli indumenti (mani, collo, volto) per tener lontane le zanzare: occorre però rinnovare le spalmature ogni 2-3 ore.
Questo trattamento presenta solo l’inconveniente di provocare una leggiera sensazione di pizzicore all’atto della spalmatura, e dell’odore penetrante e poco simpatico della naftalina: però, di questi leggieri svantaggi, sono compensati largamente dal beneficio desiderato di un esito infallibile, di gran lunga superiore a quello che si ottiene mediante le soluzioni fenicate o cloraliche che per l’addietro s’impiegavano.
Un giornale dell’India inglese raccomanda l’impiego del ricino. Basta tenere qualche pianticella nelle abitazioni per far fuggire questi parassiti clamorosi e molesti.

Ecco il quinto
del 1890

Oltre alla pianticella del piretro nella quantità di un cucchiaio per una stanza ridotto in polvere e bruciandolo senza fiamma, tutte le zanzare andranno ubriache.
Vi è un altro mezzo per cacciare le zanzare, e consiste in un forte suffumigio di zucchero che si fa nella camera a porte chiuse.
Lasciato poi addensare il fumo per alcun poco e penetrare in tutti gli angoli, si apre porta e finestra, e le zanzare hanno a grazia di uscire insieme col fumo all’aperto.
(V. Civiltà Cattolica, serie XIII, vol. XI, pag. 473).

Il sesto rimedio
del 1838

Sulla maniera di liberarsi dalla molestia delle zanzare: al signor G. B. Menini. (Gaz. eclet. Ver. Ottob. 1837.)
Eccoti il modo, o mio caro Menini, che un mio amico adoperò per liberarsi dalle zanzare, modo insegnatogli da un dotto cappuccino, del quale assai mi duole ignorare il nome. Mi sono costrutta, diceami l’amico, un’ eolipila di vetro, consistente in una di quelle rotonde, e sottili boccettine che si soffiano alla fornace, di due in tre pollici di diametro.
La riempii a due terzi di ottimo aceto, poi la turai bene con sughero, facendo passare per mezzo al sughero stesso un tubo di vetro della lunghezza di quattro pollici e del diametro di due linee. Ho poscia ripiegata quasi orizzontalmente alla lampada l’estremità superiore del medesimo tubo, assottigliandola in guisa che il foro ne divenisse molto angusto, cioè di una mezza linea a un dipresso.
Collocai in seguito l’ eolipila sopra pochi carboni accesi entro alla mia stanza, la quale dava allora ricetto ad un centinaio per lo meno di zanzare. Quando l’aceto giunse all’ebollizione, dal piccolo foro del tubo cominciò ad uscire un getto gagliardo di vapore che in pochi minuti si sparse per tutta la camera, e nel medesimo tempo le zanzare si diedero precipitosamente alla fuga, uscendone a sciami dalle finestre. Quelle poi che furono sì incaute da passare accosto alla viva corrente del vapore, caddero tutte a terra tramortite. Ognuno può bene immaginarsi con qual piacere molti giorni di seguito abbia io replicata e vada tuttavia replicando questa pruova, e sempre col medesimo felice risultamento. Allorchè l’aceto entro l’eolipila è notabilmente diminuito, ho lavvertenza di togliere il turacciolo, di vuotare il residuo il quale ha perduto molto della sua attività e di rimettervi nuovo aceto.
L’esperienza mi riesce più sicura, quando procuro di oscurare la stanza in guisa che il lume al di fuori sia molto più vivo, il che ottengo facilmente col lasciare una sola finestra mezzo aperta, oppure se eseguo l’operazione di notte col porre il lume fuori della porta alla distanza di alquanti piedi.
Sia poi di giorno, sia di notte, ho sempre l’attenzione che il lume al di fuori possa esser veduto in qualunque angolo della stanza, affinchè le zanzare infastidite del vapore acetoso prendano verso lo stesso lume la loro direzione ed escano più prontamente.
Io non dirò, caro Menini, che l’uso dell’eolipila si renda indispensabile all’oggetto a cui viene destinato. Vi saranno forse degli altri metodi onde conseguire il medesimo intento, o collo spargere dell’aceto sul pavimento o col farlo bollire entro ad altri recipienti di qualunque anche vasta apertura: ma io preferirei sempre l’eolipila come mezzo il più facile, il più economico e il più espedito di ogni altro; dacchè, quando occorra, si può anche viaggiare con la sua macchinetta in tasca per servirsene in caso di bisogno.

Giambattista Cremonesi

Corre il settimo rimedio
del 1886

… se si tatta di diminuire il numero delle zanzare o scacciarle in parte, basta spandere per la stanza fumo di tabacco chiudendo avanti sera le finestre, lasciando la camera all’oscuro: si lascia solo uno spiraglio alla porta e fuori di essa un lume, che le attiri a sè.
Vendono anche certi coni che bruciano lentamente spandendo fumo. Se l’odor di tabacco dispiace o fa male, su può supplire profumando la stanza con acqua ragia, o anche bruciando un po’ d’incenso, di storace di benzoino che danno odor grato.
Ma pur troppo son tutti mezzi incomodi anch’essi e di non certa riuscita o almeno parziale soltanto.

L’ottavo rimedio
del 1836

Maniera di liberare una stanza dalle zanzare.
Dopo aver chiuse le finestre della stanza senza portarvi alcun lume, ponvi, qualche ora prima d’andarvi a coricarti, una lanterna di vetro accèsa, che avrai avuto cura d’impiastrare esternamente con mele stemperato nel vino o in acqua di rose; il lume attira a sè le zanzare, le quali s’impégolano nel mele in guisa da non si poter più svilupparne. (Dict. des nrénages).

Arriva il nono rimedio
del 1855

Il dott. Knop fu condutto da molte sperienze a considerare il bromo come buon antidoto contro il veleno delle zanzare. L’acqua di bromo sarebbe il migliore topico, ma poichè essa difficilmente si conserva, giova versare su le punture 4 parti di acido bromidrico e successivamente 2 di acido solforico, e quindi la soluzione un po’ allungata di bromato potassico. Il dolore cessa subito e non sopravviene gonfiore.
( Chem. pharm. Central blall, 1956, pag. 576 ).

Il decimo rimedio
del 1889

Per distruggere le zanzare.
È molto utile una soluzione di fiele di bue nello spirito di canfora e essenza di trementina.

Ecco l’undicesimo
del 1897

L’ittilio nella cura delle punture d’insetti.
Ottinger (Münchener medicinische Wechenschrift, 8 decembre 1896) ha avuto occasione di sperimentare l’ittiolo in moltissimi casi contro le punture delle api, delle vespe, delle zanzare e d’altri insetti. Mentre la ammoniaca fallisce in molti casi, l’ittiolo riesce sempre un rimedio efficacissimo, il quale fa cessare assai prontamente il dolore ed i fenomeni d’infiammazione. Egli attribuisce un tale effetto all’azione vaso costrittiva dell’ittiolo.
Il rimedio può usarsi in forma d’unguento; ma è molto meglio adoperarlo puro, applicandone uno strato piuttosto spesso sul sito ammalato.

Il dodicesimo rimedio
del 1894

…sulle morsicature delle vespe, zanzare e altri insetti, comunemente si usa mettere del latte di fico; e poi un cataplasma di erbe aromatiche, de jèrv’adduruse…

Il penultimo rimedio
del 1880

Un ramo di sambuco posto vicino alla finestra in estate allontana la maggior parte degli insetti fastidiosi, come zanzare, mosche, tarme, farfalle notturne, ecc. Il sambuco è anche un correttivo dei cattivi odori sarebbe doppiamente utile sui banchi di carne, e di pesce, durante i grandi calori; per le stesse ragioni alcune foglie di sambuco dovrebbero venir messe in permanenza nella credenza.

L’ultimo
del 1874

Moscherini o Zanzare.
Per proteggersi dagli stessi il miglior modo è far uso in parte delle finestre con veli, in parte col ricovrire il letto con leggiero velo o tocea. Contro il prurito è ottimo servirsi delle strofinazioni di ammoniaca o di spirito canforato alquanto concentrato sulle località; le strofinazioni con grasso, cerato, albumina, soluzioni amilacee, lavande con acqua di Goulard anche allevieranno il prurito, però bisogna anzitutto evitare di grattarsi.
Chi intanto è molto irritato da queste punture, abbandoni, se è possibile, per breve tempo il luogo in cui è tormentato da questi animalucci.
A Venezia ho trovato il miglior rimedio per rimaner risparmiato durante la notte, bruciare nella stanza di letto sostanze profumate fatte con polvere d’insetti.


Rimedi farmaceutici(?) anti zanzare