LA BEFANA

Di Marianna Giarrè Billi


Senti, bambina, non è lontana
L’ora che passa di sopra al tetto
Il carro splendido della Befana;
Vattene a letto.


Non far rumore, sta’ zitta zitta,
Chè la befana, se ascolta gente,
Se n’ha per male, va via diritta,
Senza dar niente.


Ma se tu taci quand’è vicina,
Se quando arriva tu dormirai,
Dentro alla calza, poi domattina,
Che troverai!?

Chi sa quest’anno da dove viene,
Com’è fornita nel suo fardello,
Di buono e raro che cosa tiene
Sotto il mantello!


Perchè bisogna pur ch’io ti dica,
Che la Befana, ricca e cortese,
Non tutti gli anni ci giunge amica
Da ogni paese.

Ma ve n’è una che è sempre buona,
Che ti darebbe tutto il suo cuore,
Che le tue bizze scorda e perdona,
Con tanto amore!


Che ha per te sempre qualche cosina,
E se anch’è povera non te n’avvedi.
Guardati intorno, la mia bambina,
Dimmi: la vedi?


Dimmi, non senti che t’ama tanto,
Che sua delizia sono i tuoi baci,
Che a te dappresso lieta è soltanto?
Sorridi e taci?


Oh già m’intendi; lo sai chi sia
Che in questa notte porta i balocchi.
Vieni; addormentati, piccina mia,
Sui miei ginocchi.


Vieni, addormentati, quieta e sicura,
Non c’è pericolo, dove son io.
Qui, con la Mamma, di che hai paura,
Angiolo mio?


Nessuno scende giù dal cammino,
Nessun s’accosta presso al tuo letto.
Metti la calza, pianin pianino;
Io veglio e aspetto.

Articolo tratto da: Rime Marianna Giarrè Billi
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