Libri per Halloween

Novembre. Mese di castagne, delle ultime grigliate all’aperto e, nei paesi anglosassoni, di Halloween, la notte delle streghe. Che tristezza vedere appese alle vetrine le zucche di plastica e i costumi da spettro per questo carnevale fuori stagione, ennesimo sintomo del melting pot globalizzato nel quale il consumismo vorrebbe farci vivere!

Sebbene Halloween non appartenga alla nostra tradizione culturale, colgo l’occasione per recensire alcuni romanzi che trattano di streghe e del soprannaturale in genere. Insomma, ogni scusa è buona per parlare delle mie letture preferite!

Il deserto di ghiaccio
Maite Carranza

Un giorno la minuta e timida Anaïd, che vive in un paesino abbarbicato sui Pirenei, si sveglia e scopre che sua madre, l’esuberante Selene, è scomparsa. Soccorsa dalla zia e dalle amiche della madre, viene a sapere che tutte loro sono streghe Omar.
Le vitali e benevole Omar sono in guerra dalla notte dei tempi con le malvagie e vampiresche Odish, streghe che mantengono l’eterna giovinezza dissanguando neonate e bambine. Mentre un’epoca di grandi cambiamenti, vaticinata dalle antiche profezie, sembra ormai alle porte, Anaïd, scoperto il proprio retaggio di strega, decide di partire alla ricerca della madre scomparsa.

Così cominciava Il clan della lupa, primo capitolo della trilogia della Guerra delle streghe, della spagnola Maite Carranza.
Finalmente il seguito,Il deserto di ghiaccio, è uscito presso Tea in edizione economica (fondamentale in quest’epoca di crisi, soprattutto dopo che alcune case editrici hanno aumentato il prezzo delle prime edizioni).

Questo secondo volume getta nuova luce sul passato di Selene, e sulle circostanze del concepimento di Anaïd, in un viaggio avventuroso che dall’assolata Barcellona conduce fino alle desolate lande dell’Artico, il deserto di ghiaccio del titolo.

Elemento interessante di questa storia è l’inserimento, nella genealogia Odish, di figure tratte dalla religione, dal folklore e dalla storia. Troviamo così la Dama di ghiaccio; la dea Baalat, cui i fenici offrivano bambini in sacrificio; la contessa ungherese Erzsebet Báthory, che nel XVI sec. torturò e uccise più di seicento ragazze, di cui beveva il sangue.

Tra il primo e il secondo volume si nota una maturazione e un affinamento nello stile della scrittrice.

Sebbene il target di riferimento sia adolescenziale o, come si dice nel settore, YA (young adult) il libro si fa leggere con piacere anche da lettori più smaliziati.


Undead – Gli immortali
Dacre Stoker, Ian Holt

Sì, avete letto bene. Il cognome di uno dei due autori, Stoker, è lo stesso del creatore di un capolavoro del romanzo gotico: Dracula.
In effetti si tratta del pronipote, convinto da Holt a collaborare al seguito del romanzo del prozio (Bram era fratello del nonno di Dacre).

Pare che lo stesso Bram non avesse escluso la possibilità di un seguito, vista la conclusione ambigua della storia. Ma poi non ne fece niente, perché sulle prime il libro non ebbe molto successo.
Inoltre la famiglia Stoker si è sempre risentita dell’estrema libertà con cui la storia originale è stata manipolata negli innumerevoli sequel e prequel ispirati al racconto di Bram. Libertà dovuta, pare, ad alcuni cavilli burocratici che non permisero a Stoker di far valere i suoi diritti d’autore fuori dell’Inghilterra.

I due coautori nelle postille affermano di essere stati mossi da un profondo amore e rispetto per Stoker e la sua opera. Precisazione quanto mai necessaria, poiché dalla lettura si ha l’impressione che i due nutrano un odio viscerale nei confronti di Dracula e del suo creatore.

Nel seguito, ambientato 25 anni dopo la vicenda originale, ricompaiono tutti. Anche Bram Stoker stesso, che non fa una bella figura né una bella fine. La sottotrama che riguarda la sua presenza è forse la parte più debole di tutto il testo, ma necessaria per come è stata sviluppata la storia.
Si rivedono gli ex membri della Compagnia degli Eroi: Jonathan Harker, il giovane avvocato che curò la vendita di Carfax a Dracula, sua moglie Mina, il dott. Seward, loro amico e direttore del manicomio adiacente Carfax, Arthur Holmwood, promesso sposo di Lucy, amica di Mina e prima vittima di Dracula sul suolo inglese. Infine il vero eroe del romanzo, Abraham Van Helsing, al quale Stoker diede il proprio nome. L’incontro con Dracula ha minato irrimediabilmente le esistenze di tutti loro: chi è diventato drogato, chi ninfomane, chi alcolizzato ecc. ecc.

La contessa Báthory (ancora lei!), decisa a vendicarsi di chi ha eliminato Dracula (di cui fu realmente parente, anche se acquisita), inizia a Londra una serie di efferati delitti che convincono un investigatore caduto in disgrazia a riaprire le indagini su Jack lo Squartatore, i cui crimini erano avvenuti proprio 25 anni prima… Gli eroi di un tempo, cui va aggiunto Quincey Harker, figlio di Jonathan e Mina, sono costretti a riunirsi ancora una volta per combattere il male.

Il seguito reinterpreta in maniera geniale l’antefatto, inquadrandolo da una diversa prospettiva, e ne ribalta il senso originale dando a Dracula la statura di un eroe tragico.

Nel ritmo della narrazione si nota la mano dello sceneggiatore Holt e il volume è molto avvincente, a parte la conclusione, che vanifica gli sforzi precedenti. Soprattutto gli autori non rinunciano all’insulso colpo di scena finale, tanto di moda oggi nel genere thriller, che ha già rovinato innumerevoli libri e film. Quello che sarebbe potuto essere un bellissimo seguito, raro in questi casi, è diventato invece un libro banale nella ricerca del colpo a effetto, non diverso da molti altri che affollano gli scaffali delle librerie.

La postfazione afferma che il finale lascia aperta la possibilità a un altro sequel. Può darsi. Vista la conclusione della vicenda sarà interessante scoprire come i due sbroglieranno l’intricata matassa nella quale sono rimasti impigliati.
Nella storia sono stati introdotti anche alcuni punti oscuri, volutamente lasciati in sospeso.

La parentela di Bram col pronipote Dacre, che porta lo stesso cognome, dà una patina di ufficialità in più a questo romanzo, quasi si trattasse di un seguito in qualche modo “autorizzato”. Vedremo se le vendite convinceranno i due a proseguire nel progetto o a lasciar perdere.
Tuttavia chi volesse conservare un bel ricordo del Dracula originale e dei suoi personaggi, può sempre fare finta che questo romanzo non sia mai esistito.


I diari delle streghe
Lisa Jane Smith

Lisa Jane Smith è indubbiamente una delle stelle più fulgide nel firmamento delle autrici dedite al paranormal romance, come lo si definisce.

Della Smith, che fa capolino dalle copertine abbracciata a un unicorno (!), dopo il successo del Diario del vampiro, da cui è stata tratta una fiction, sono usciti I diari delle streghe, in originale The Secret Circle, ma si sa che in Italia “titolo che vince non si cambia”.
Ora la Newton Compton ha pubblicato in volume unico il ciclo completo dei quattro volumi dei Diari delle streghe.

La storia comincia col trasloco della giovane Cassie (nei libri della Smith ai protagonisti è vietato avere più di diciassette anni) dalla California al New England, nel paesino di New Salem (nome che è tutto un programma) per accudire la nonna malata.

Nella nuova scuola un gruppetto di bulle, capeggiate dall’altezzosa Faye, la prende subito di mira. Almeno finché l’altruista Diana non la mette sotto la sua ala protettrice. Cassie scopre che sia Diana che Faye appartengono a un “club” esclusivo. Sono le famiglie fondatrici di New Salem, nata nel 1693, appena un anno dopo il processo alle streghe di Salem…

Per Cassie i problemi, anziché risolversi, cominciano, poiché il club ha deciso di coltivare antiche ed occulte arti, non sapendo che ci sono forze oscure che aspettano solo di essere risvegliate.
Col proseguo il ritmo degli eventi è sempre più incalzante, tanto che sembra che nella fretta di arrivare al finale, alcune sottotrame siano state sacrificate (forse uno o due libri in più non avrebbero guastato, ma tanto meglio per noi lettori!).

In questa serie, che appartiene agli inizi della Smith, si notano già alcuni temi ricorrenti nelle opere successive, come quello delle “anime gemelle”.
Anche questi romanzi sono dedicati a lettori adolescenti, ma con un intreccio e un’inventiva che li rendono godibili anche ad un pubblico più maturo, specie considerata la possibilità di averli tutti insieme ad un prezzo più che accessibile, un’occasione imperdibile.

Adriano Ardit


Articolo precedentemente uscito su L’Avocetta e qui pubblicato di nuovo per gentile concessione.