IL NATALE – 1884

CARLO DICKENS

Il giorno di Natale! Bisogna che siate misantropi davvero se il tornar del Natale, non vi eccita in cuore un sentimento affine alla giovialità e non vi risveglia nella mente qualche piacevole ricordanza. Udrete ripeter da alcuni che il Natale non è più per loro ciò che soleva essere in passato; che ogni Natale trova alla sua volta qualche cara speranza o qualche vagheggiata aspettazione dell’anno precedente offuscata o svanita, e che la ricorrenza di questo giorno non serve ad altro che a ricordar loro la impoverita condizione e i redditi diminuiti, le feste prodigate un tempo a larve d’amici e il glaciale riserbo che li circonda ora nell’avversità e nell’infortunio.
Non date retta a si tetre ricordanze. Pochi sono gli uomini che, dopo aver vissuto alcun tempo, non possono richiamarsi pensieri di simil natura ogni giorno dell’anno.
Non sceglier dunque per le tristi memorie il più allegro de’trecentosessantacinque fratelli; avvicina la tua seggiola al fuoco del caminetto, colma il tuo bicchiere e invita i tuoi cari ad una giuliva canzone – e se avvenga che la tua camera sia ora più piccola che non dodici anni or sono, e il tuo bicchiere sia colmo, non vedervi poi troppo male; bevi allegramente, mesci un’altra volta, intuona la tua vecchia canzone, e ringrazia il Signore che peggio non sia accaduto.
Guarda i visetti giocondi de’tuoi figli seduti intorno al fuoco. Forse v’ha un panchetto vuoto; una forma esile e graziosa in cui rallegravasi il cuore paterno e compiacevasi l’orgoglio della madre, forse non è più nel cerchio.
Non intrattenerti sul passato, non pensare che un anno addietro, un breve anno, quella giovane creatura, che ora si scioglie in polvere, sedeva dinanzi a te, coi fiori della salute sulle guancie e colla vispa noncuranza della sua età negli sguardi vivaci.
Fermati col pensiero sulle benedizioni del presente, poiché ogni uomo ne ha più d’una, non sulle afflizioni del passato, di cui tutti abbiamo la nostra parte. Colma di nuovo il bicchiere con viso allegro e cuor contento; animo! animo! tu devi avere un buon Natale ed un felice capo d’anno.
Chi può essere insensibile a quell’espandersi di benevolenza, a quel sincero scambiarsi di sentimenti affettuosi, che vediamo profondersi a questo tempo dell’anno? Una riunione di famiglia il dì di Natale? Non so di cosa più deliziosa! Par che nel nome stesso di Natale vi sia alcun che di magico.
Le piccole gelosie e le meschine discordie svaniscono; i buoni sentimenti si risvegliano nei cuori, dove erano da lungo tempo sopiti; padre e figlio, fratello e sorella, che per lunghi mesi si passarono da lato volgendo altrove lo sguardo o riconoscendosi appena con un freddo saluto, si ricambiano ora un abbraccio cordiale e seppelliscono le animosità del passato nella contentezza del presente.
Gli animi gentili, che bramavano di riavvicinarsi, ma che false nozioni di orgoglio e di amor proprio tenevano divisi, si riuniscono ora, e tutto si fonde in benevolenza ed affetto.
Oh potesse il Natale durar tutto l’anno, onde i pregiudizi e le passioni, che guastano quanto di buono vi è in noi, non sorgessero mai in coloro a cui dovrebbero essere ignoti!

Charles John Huffam Dickens

Il Natale di Paul Gustave Louis Christophe Doré

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L’Illustrazione popolare, Volume 21