CTHULHU FHTAGN

Schizzo di Cthulhu realizzato da Lovecraft (1934)
https://it.wikipedia.org/wiki/Cthulhu

   Anni fa, terminata la visita dal dentista, per “premiarmi” di essere uscito indenne dalla temibile sedia (persino Agatha Christie fa dire a Poirot che se vi è un posto in cui ogni uomo perde la propria dignità è la poltrona del dentista) sono entrato in libreria.

   Come spesso mi accade ancora oggi sono entrato senza una idea precisa di cosa volessi, senza un obiettivo preciso. In genere mi dirigo verso la zona riguardante la narrativa e comincio a guardare le copertine. E’ stato così che in una pila di libri economici Mondadori ne uscì uno dal titolo “I Mostri all’angolo della strada”[1] a firma di H.P.Lovecraft.

Aveva attirato la mia attenzione una copertina riportante una vecchia casa con una torretta ai cui fianchi si mostravano due esseri mostruosi, uno con un solo occhio, l’altro dalle sembianze di rettile. Al centro una finestra illuminata su cui si staglia l’ombra di un uomo. Il retro riporta un commento a firma di Carlo Fruttero e Franco Lucentini. A me, quindicenne, questi nomi dicevano ben poco ma la curiosità aveva già deciso per me e così questo libro, nel momento in cui scrivo queste righe, rimane appoggiato a fianco della tastiera, appena spostato dal suo posto nella libreria accanto agli altri numerosi volumi, tradotti ed in lingua originale, dello scrittore di Providence.

   Dire che Lovecraft sia un autore horror è perlomeno riduttivo, essendo varia e numerosa la sua produzione letteraria. Fruttero e Lucentini fanno risalire l’inizio dell’avventura extraterrestre di HLP con lo smarrimento di un prigioniero americano da una nave corsara tedesca “in una delle zone meno battute del Pacifico”; la barca va alla deriva per giorni finché, una notte, si incaglia in un fango putrido, dai miasmi orrendi… da questa melma, abitata da un dio squamoso e subalterno, a sua volta adoratore di obelischi verdastri, HPL non uscirà più.

  A differenza di altri autori, Lovecraft non parla di mostri nel senso a noi comune, ma di divinità precedenti alla stessa comparsa dell’uomo, essere provenienti da stelle vicine, i Grandi Antichi, che adesso sognano, nelle loro bare di pietra in fondo all’oceano, attendendo che le stelle siano di nuovo nella giusta posizione. Esseri immortali non perché perfetti ma perché composti di una sostanza così corrotta che ogni ulteriore deterioramento è impossibile.
I detrattori di HPL lo accusano di avere uno stile lento, di non arrivare mai al punto, di fare un uso esagerato di aggettivi ed ellissi; d’altra parte i suoi estimatori apprezzano il climax creato per introdurre gli “attori di grido”, l’attesa che viene creata in ogni racconto, lo scoprire come al di sotto della patina di apparente normalità si nascondano abomini privi di nome, la cui sola vista è capace di ottundere la mente umana.

   La terra che ha dato i natali a HPL, nato a Providence, Rhode Island, muta sotto il tratto della sua penna e così al Vermont ed al Massachusset, alla Salem della caccia alle streghe, si sostituiscono il Vermont ed il Massachusset di Arkham, infinitamente più vecchia e decadente, sede della Miskatonic University, “novella Sorbona di una nuova e spietata teologia”[1 ]; sulle rovine di Kingston-Newport fonda la città maledetta Kingsport; finalmente comincia a delineare la struttura di un nuovo pantheon in cui non vi è più lotta tra dei buoni e dei malvagi perché tutti i nuovi dei sono indistintamente malvagi. Scompaiono streghe e fantasmi, ormai palesi menzogne per coprire ben altro.

   Coloro che hanno curato l’organizzazione postuma degli scritti di HPL, in particolare S.T. Joshi, individuano (tenendo a parte la produzione “su commissione”) due filoni principali nella produzione: il cosiddetto ciclo dei “miti di Cthulhu” e quello dei racconti onirici.

   I miti, apparsi per la prima volta sulla rivista americana “Weird Tales” (“Storie Strane”), popolati da eroi senza speranza ed assolutamente impreparati ad affrontare il loro destino, fanno da contraltare alle esperienze di uomini avvezzi al mistero ed in grado, se non di fronteggiarlo, di sapere quando ritirarsi. Randolph Carter, alter ego di HPL, sfiderà i nuovi dei alla ricerca della città del sogno (“Alla ricerca del misterioso Kadath”, pubblicato anche a fumetti da “Il Giornalino”); Marinus Bicknell Willett avrà il coraggio di studiare la magia per ricacciare indietro un demone venuto dal passato (“Il caso di Charles Dexter Ward”); i professori della Miskatonic si coalizzeranno per respingere un essere abietto ed invisibile (“L’orrore di Dunwich”).

  In questa creazione trovano spazio anche i libri maledetti, testi che nessun uomo dovrebbe mai leggere, custoditi da biblioteche inaccessibili; primo fra tutti il temibile “Necronomicon” scritto dall’arabo pazzo Abdul Alazhred (personaggio inventato da HPL bambino per i suoi racconti da ‘Mille e una Notte’). I libri assumeranno via via, nel corso degli anni, sempre maggiore importanza sino a divenire la chiave di lettura di molte storie. Negli ultimi racconti dedicati a Randolph Carter (“La chiave d’argento”, “Attraverso i cancelli della chiave d’argento”) HPL mostra una panoramica delle (sue?) credenze mistiche sulla vita e sulla sua fine.

Il culmine dei cosiddetti “miti” lo si ha nel racconto “Il richiamo di Cthuluh” in cui un maremoto porterà (temporaneamente, per nostra fortuna) in superficie la perduta città di R’lyeh. Dalle paludi del Sud degli States alle lontane lande del nord Europa risuona allora un solo richiamo: “Ph’nglui mglw’nafh Cthuluh R’lyeh wgah’nagl fhtagn” (“Nella sua casa a R’lyeh il morto Cthuluh attende sognando”).

   In una lettera del 4 Settembre 1923 HLP scrive a F.B. Long: “Il piacere di queste cose sta proprio nello scriverle, e ne ho molte altre in serbo per il prossimo futuro”.

  La Mondadori ha pubblicato, in quattro volumi, l’intera produzione di HPL divisa per anno di “produzione” ed analogo lavoro ha svolto la Newton Compton in cinque volumi. Invece, gli aspetti di Lovecraft uomo vengono affrontati nella raccolta epistolare “Lettere dall’altrove”.

   Molte pubblicazioni sono disponibili anche per i tipi della Fanucci. Ulteriori informazioni (in lingua inglese) sono disponibili sul sito internet www.hplovecraft.com

Fabio Spinozzi
[email protected]


Articolo precedentemente uscito su L’Avocetta e qui pubblicato di nuovo per gentile concessione.