Sciamani Finnici

I Biarmesi dovendo combattere, soglion mutare l’arme in arte, e con incantesimi fan venire gran tempeste, e turbamenti in cielo, e mutar l’aria di serena, e tranquilla, in piovosa , e terribile.

Bjarmaland: i Vikinghi identificarono queste zone con delle terre fra il mar Bianco e l’estuario della Dvina, ora territorio russo.

Son questi popoli idolatri, Amassobÿ come gli Scithi, e son peritissimi in far fatture, e stregherie, di maniera che con guardi, ò con le parole, essi legano gli huomini di modo, che non son liberi, e non stanno in cervello, e diventando spesso macilenti, e secchi, finalmente così seccandosi a poco a poco, si muoiono.

Amassobÿ: Etnia presso i Sarmati.
La stessa Mosca era in origine un villaggio di una tribù finnica.
Le tribù finniche nel 814 
La popolazione di lingua ugrofinnica.

Così si esprimeva l’Arcivescovo Olao Magno, e tuttora si legge nel suo libro intitolato: Storia de costumi de popoli settentrionali.

Olao Magno Olav Manson. Linköping, 23 ottobre 1490 – Roma, 1º agosto 1557
Umanista, geografo e arcivescovo cattolico svedese.
Historia delle genti et della natura delle cose settentrionali

Si ha un’opinione comune, fra tutti quelli che dicono di conoscere di nome i Laplanders (Lapponi), che sono persone dipendenti dalla magia, quindi ho pensato bene di parlare di questo, come uno dei loro più grandi fatti d’impietà che ancora continua.
E questa opinione è fondata su alcune autorità, essi sono descritti sia dagli scrittori antichi che dai moderni, per essere arrivati a così grande abilità con gli incantesimi che tra i molti strani effetti della loro arte, potevano fermare le navi anche quando erano a piene vele spiegate.
Questa opinione degli storici riguardo ai Lapponi non è meno riscontrata anche dai Biarmi, i loro predecessori. In modo che possiamo giustamente supporre che entrambi siano discesi dalla stessa origine: perché i Biarmi erano così esperti in queste arti che potevano con le parole, con i loro sguardi, o con un loro malvagio artifizio, irretire e stregare gli uomini come privarli dell’uso degli arti e della ragione, e molto spesso mettendo in estremo pericolo le loro vite. Ma in questi ultimi tempi non la praticano spesso, e non la professano pubblicamente come prima, essendo stato severamente proibito dal re di Svezia: tuttavia ci sono ancora molti che si concedono completamente a questo studio. Ma se noi ci chiediamo sui motivi e le ragioni su ciò, su quello in precedenza menzionato, sembra che tutti pensino che questo sia il principale modo e il più furbo per difendersi dai danni e dai disegni malignosi di altri: perché comunemente si professa che la conoscenza delle cose è assolutamente necessaria per la loro sicurezza.

The History of Lapland di John Scheffer – Oxford 1647

Si intravvede in queste prime righe ciò che si pensava allora di quelle genti, che comandavano le forze naturali contro i loro nemici, tanto che persino i vikinghi non invasero quei luoghi, si dice, per paura degli sciamani finnici.
O molto più probabilmente il loro interesse era rivolto in altre parti, non verso questi luoghi da loro chiamati Keel, desolati.
Comunque i contatti e scambi commerciali con i finnici-lapponi o meglio Sami ci furono, inoltre essi sono presenti nelle saghe vikinghe anche come personaggi venefici, stregoni, maghi, guaritori, illusionisti. I sami che abitavano nella Norvegia (Finnmark) si adattatono alle tradizioni norrene, e pagavano i contributi.

Lapponi
Essi hanno sei lingue, e ogni lingua ha i suoi dialetti, disapprovano essere chiamati Lapp, dalla origine incerta e dal significato sgradito, preferiscono il termine saam’ oppure saam’lja. Saamis in Inglese, Sami in Italiano.

Sami è il nome in cui i Lapponi si riconoscono, abitano sul territorio chiamato Sápmi, esso si estende principalmente sulle terre Finlandesi, Norvegesi, Svedesi e Russe.
Gli Svedesi chiamavano Finn gli abitanti della sola Finlandia.
Gli immigrati Finlandesi in Norvegia venivano chiamati Kvens, per distinguerli dai Sami Finlandesi.

Una mappa della lingua Sami

Popoli finnici.

Originari di un territorio compreso tra gli Urali e i bacini del Volga e della Dvina, migrarono nei primi anni dell’era Cristiana verso le terre Baltiche.
Si divisero in vari gruppi, se ne distinguono i principali:
I Finni occidentali che andranno a formare i popoli dei Finlandesi o Suomi, Careli, Ingri, Estoni, Livoni e Vepsi;
I Finni orientali ovvero la regione del medio Volga con i popoli Ceremissi (in russo Mari), Votiachi, (territorio vicino alla sorgenti del fiume Kama) Permiacchi, Sirieni e Mordva.

I villaggi sami “sijte” per la maggior parte erano nomadi, alcuni erano semi-nomadi o stanziali, erano socialmente ed economicamente indipendenti, ogni villaggio aveva per le renne la propria area di pascolo.

Prima dell’avvento cristianesimo, le credenze tradizionali dei popoli Sami erano basate sulla pratica dello sciamanesimo e dell’animismo, si potrebbe chiamarli politeisti ma anche panteisti.

Essi pensavano che oltre alle persone e gli animali anche tutte le altre cose: come, piante, rocce, luoghi, il tempo, possedessero un’anima e perciò una volontà.
Vi erano dei posti chiamati Sieidis, erano delle “Landforms” – delle caratteristiche naturali della superficie terrestre – che venivano considerate delle porte di accesso al mondo degli spiriti.
La gente Sami credeva, all’esistenza degli spiriti gli halde, e di dei, e il regno dei morti.
Lo sciamano Sami (Noaid) era la figura che interpretava la volontà degli dei e ne diventava il messaggero, egli era aiutato da un “compagno”, un spirito guida, in una comunità potevano esserci diversi Noaidies, ognuno con una sua funzione, poteva essere guaritore o il “tramite” per comunicare con i defunti, una guida spirituale, o il “mediatore” fra gli umani e gli spiriti, si adoperava per risolvere qualsiasi necessità del villaggio, era suo compito ottenere informazioni sui territori di caccia dove spostarsi per trovare le renne selvatiche, curare malattie (anche mentali) e ferite della sua gente e degli animali, prete, giudice, financo ostetrico.

Il tipico Noaid viene sempre associato con il suo tamburo magico, (non in tutte le tribù) a volte anche un flauto chiamato fadno, infatti è con l’uso di questi strumenti che egli va in trance (probabilmente qualcuno adoperava sostanze allucinogene,) e può entrare nello spirito di un animale e così librarsi nel tempo e nei luoghi. Il Cristianesimo cercò di abolire questa pratica, pervenendo perfino a bruciare i tamburi, considerati strumenti del Diavolo, come lo spirito guida.
Venne condannato anche il Joik, che sarebbe una forma antica di espressione musicale, poiché fu associato all’uso che ne faceva lo sciamano nei suoi riti e perciò si riteneva pari ad una formula magica.
Si era capito che il joik non è una semplice canzone sulle persone o sulle cose, ma il tentativo di evocare o di posizionare il soggetto per mezzo del suono.
Secondo le tradizioni orali, sono stati le fate e gli elfi delle terre artiche a dare i joiks al popolo Sami.
Purtroppo i Sami fino al secolo XVIII non avevano per la loro lingua il supporto scritto, e le tradizioni orali col passare delle generazioni si dispersero e molte usanze furono dimenticate.
Altre furono “cristianizzate” con il passaggio alla nuova religione Luterana, o meglio alla Laestadian Lutheran Church.

Mappa anno 500 d.C.

Sieidis

Nel territorio ci sono sempre luoghi e oggetti speciali, potrebbero essere una parte di una scogliera, una pietra strana o un albero con una insolita forma, forgiato dalla natura o a volte aggiustato dalla mano dell’uomo.
I sieidis sono porte per l’aldilà seconda la religiosità tradizionale.
Sul posto venivano offerti doni (ma nell’ottica dello scambio) che solitamente erano composti da corna di renne, grasso e carne, ossa ed effigi di legno, monete, parti di armi.

Il dono come concezione del mondo nel pensiero indigeno di Rauna Kuokkane
Sacrificio, dono o scambio?

In the landscape there used to be special places and objects, known by the term sieidi, which the Sami regarded as sacred (Manker1957, 1965: 87ff.)
Sidies dal sito: Linköping University

The Laestadian Lutheran Church takes its name from Martin Luther and Lars Levi Laestadius.
Laestadian Lutheran Church

IL TAMBURO MAGICO.

È il tamburo presso i Lapponi il principale stromento per giungere alle cose magiche.
Il legno che s’impiega per la formazione di questo tamburo è il pino, oppure la betulla.
La pelle che lo covre è piena di figure rosse, di simboli e di geroglifici.
Si scorgono in esso due cose essenziali, cioè la marca ed il martello.
La marca è un sacco di piccoli anelli, tra i quali àvvene uno di maggior grandezza.
Il martello poi è quello che è necessario per battere su di esso, ed ottenerne il suono .
I Lapponi conservano un grandissimo rispetto pel tamburo, e nel consultarlo debbono tutti gli spettatori inginocchiarsi.
Non tutti i tamburi hanno la medesimo virtù, la quale varia a cagione della grandezza, della forma e del legno.
Al tamburo restano pendenti le unghie, e le ossa degli animali da Lapponi uccisi nella caccia. Spesse volte per conoscere la causa di qualche morbo se naturale o proveniente da fattucchieria, percuotono il tamburo per riceverne risposta.
E facilissimo l’augurio quando gli anelli dalla sinistra vanno alla parte destra, e succedendo il contrario credono che infinite disgrazie sieno per piombare sul loro capo.
Infine questo stromento in caso di malattie indica se questa è mortale, o no, ed in qual giorno l’ammalato metterà l’ultimo sospiro.

ndr aggiunta. Veniva adoperata la parte inferiore del tamburo, pure questa coperta da segni, ma era per l’uso segreto.
Tratto da: Lessicomanzia: ovvero, Dizionario divinatoriomagico-profetico (1831), dell’ Abate Filippo Bianco.

Shaman´s drums in Scandinavia

L’orso nelle credenze Siami

L’orso nell’antico sistema di credenze Sami è il mediatore tra gli dei e il popolo, egli si poteva muovere liberamente fra i due mondi, quello naturale e quello spirituale.
I Sami considerevano tutti gli animali sacri, l’orso più di ogni altro.

Riti dell’orso tra i Sámi http://books.openedition.org/aaccademia/1379?lang=it


Runo

La poesia finlandese che compone il canto magico.

I primi incantesimi finlandesi furono eseguiti con i cantati. Anche nel Kalevala gli eroi cantano i loro incantesimi.
La magia si sente fra i Finni in tutto l’ambiente della vita materiale e in quello della intellettuale.
C’è per ogni momento, ogni azione, ogni male, ogni bene il canto magico appropriato; come sempre fra gli sciamanisti, il mago è medico; a lui si ricorre per ogni malattia, nè il farmaco pare possa essere efficace s’egli non l’abbia guardato (katsotut) ossia incantato (luketut) colle sue parole (sanat) poderose; e in quella parola confida implorandone l’aiuto, il cacciatore, il pescatore, il navigante, l’uomo che va in guerra, quanti sperano o temono, quanti intraprendono fortunose imprese.

Domenico Comparetti – Il Kalevala

Loitsurumo o canto magico è la base del runo, sebbene sia un componimento poetico è stato creato per scopi magici.
Tesi di Elisa Zanchetta .pdf

…Ivi alla poesia si attribuisce una potenza magica;

e i malati domandasi, non il medico, ma il poeta, che in letto dell’infermo canta versi misteriosi, i quali han forza sul genio maligno.
Di Väinämöinen, lor primo scaldo, han fatto il dio dell’intelligenza.
Passando un giorno sulla riva deserta, scorse una betulla isolata, le cui fronde scosse dal vento davan un suon lamentevole.
– Perchè sospiri così?  le chiese il viandante celeste.
– Sospiro perchè son nato nella solitudine; e mai rumor di festa mi rallegra, mai la fanciulla non s’asside coll’amante presso il mio scarno tronco.
Il dio lo prese, e delle fibrose sue radici formò i rami dell’arpa, e le corde coi crini d’un poledro: poi disse ai vecchi di provarla; e i vecchi non poterono trarne alcun suono: chiamò i giovani, e la lor mano robusta non valse.
Allora Väinämöinen prese l’arpa, e i suoi canti risonando armoniosi, scossero tutta la natura; le cascate s’arrestarono; gli alneri cessarono di curvarsi alla bufera; l’orso rizzossi sulle zampe per ascoltarlo; il dio stesso commosso pianse, e le sue lacrime scorsero lungo la bianca sua barba, e penetrarono i tre suoi mantelli, e le tre sue tonache di lana.

Dei Canti Finlandesi nell’ENCICLOPEDIA STORICA
Volume II di Cesare Cantù  (1857)

Väinämöinen – Eroe principale del Kalevala figlio di Ilmatar, nato già vecchio al principio del mondo.

Scaldo – Viene generalmente usato per i poeti che hanno composto alle corti dei leader scandinavi e islandesi durante l’Età vichinga e medioevo.

Dei.

Tre sono le divinità principali dei Sami, il primo è Tiermes o Aijeke, il dio del tuono, ovvero tutto ciò che fa rumore, che nella lingua Norvegese corrisponde a Thor, che a potere sulla vita e sulla morte, sulla salute e sulla malattia, e può combattere i demoni maligni con il martello Aijeke Wetschera o con l’arco Aijeks dauge.
Il secondo dio principale è Storjunkare, ma è chiamato anche il Grande Santo (Stourra Passe) i Lapponi gli sono devoti perchè pensano di poter ricevere tutte le benedizioni dalle sue mani, pertanto può darle solo a chi vuole, e nessuno può riceverle senza la sua compiacenza, praticamente concede le cose necessarie al sostentamento.
Il terzo dio è il Sole da loro chiamato Baiwe, perché da luce e calore e si pensa che tutte le cose siano state create da lui.

A ognuno di questi dei, è praticato un culto, che varia assai; il luogo in cui si adora Tiermes di solito è un pezzo di terra posto nel retro delle loro capanne, su cui si eregge un altare fatto di un tavolo di assi dove pongono le immagini, sopra di esso e fino alla capanna svettano archi composti di betulla e di pino.
Similmente e/o sullo stesso tavolo può essere appoggiato anche l’immagine di Baiwe a cui ci si rivolge per implorarlo per essere fortificati contro il freddo.
Storjunkar invece è molto più selettivo, adorerebbe cime e vette inaccessibili che non a lui stesso ma poiché è stato visto anche su certe colline o sulle rive di laghi e di fiumi, quasi ogni famiglia conosceva luoghi specifici, e dato che quei luoghi divenivano sacri, bisognava preservarli con limiti e confini, a evitare quei mali che Storejunkar avrebbe inflitto se qualcuno avesse violato il suo luogo santo.

Tratto da:
The history of Lapland.pdf

Gli dei secondo Wiki

Lista degli dei Sami: Wikivisually

Lo sciamano Tietäjä

In un’età più tarda, non prima del XVIII secolo, nella Finlandia che in quel tempo era parte della Svezia, ma anche in Carelia e in Ingria alla figura dello sciamano fu sovrapposta quella del tietäjä, che significa “colui che conosce”, a differenza dello sciamano “noiade”operante nei primordi, il tietäjä, conosceva bene le storie e i miti, e principalmente il Kalevala, aveva anch’egli forti legami con la natura, e come tutti gli sciamani finnici usava l’arte degli incantesimi nella difesa delle genti e sebbene non fosse un capo religioso o spirituale, poteva combattere le avverse forze soprannaturali, per le sue conoscenze era richiesto il suo aiuto quando un problema non era risolvibile, e così poteva accedere a numerosi ruoli nella comunità, anche se la sua principale attività era di affrontare le malattie e provvedere ai malati. Secondo alcuni gli tietäjä si recavano in Lapponia presso le tombe dei grandi sciamani per imparare i canti magici, perché consideravano la Lapponia, terra di magia e sciamanesimo.
Gli tietäjä lottavano anche contro gli sciamani-noiade, perché ritenevano che molti mali fossero mandati da loro, tanto che ancora oggi vi è un termine, “noita” che ha una valenza negativa.
stregone malvagio -.

In Finlandia i Noiades erano temuti perché potevano adoperare i loro poteri sia per il bene che sia per provocare il male al fine di conseguire propri vantaggi; mentre il tietäjä è lo specialista nella mediazione benefica con il soprannaturale.

Da Wiki: Non si ritiene che il tietäjät potesse lasciare  il suo corpo (a differenza dello sciamano noiade), il loro potere soprannaturale nacque piuttosto dal loro comando di incantesimi e rituali memorizzati.

Il regno dei morti

Nella mitologia ugro-finnica può essere composto da diversi luoghi a seconda delle varie fonti letterarie composte centinaia di anni fa, di conseguenza non forniscono una cosmologia conforme.
Quindi troviano diversi luoghi ultraterreni.

Presso la colonna che tiene su il cielo, vi è un gorgo dove le anime provenienti dai defunti risucchiate raggiungono il regno dei morti nel mondo sotterraneo.

Nel Kalevala il poema epico nazionale Finnico si racconta come lo sciamano-eroe ma anche sempiterno Väinämöinen  si rechi in Tuonela, in quel regno dove le anime sia dei buoni che dei malvagi sono costrette ad abitare, tranne quelle che hanno commesso peccati mortali, a loro è riservato un luogo chiamato Horna, dove due demoni, Lempo e Turia li sottopongono a trattamenti di purificazione, se sopravvivono potranno imbarcarsi per Tuonela, una volta saliti su una zattera si discenderà il pericoloso fiume nero di Tuoni tanto caldo da essere ribollente, i vapori che si sprigionano e i maligni vortici concorrono al pericolo di cadere nelle sue acque infuocate, in agguato vi è allora il cane di Tuonela che lesto le afferra e le divora, lasciando solo poche ossa sulle sponde.

Lempo
Prima del Cristianesimo era il dio dell’amore e della fertilità nella mitologia finlandese.
Il Cristianesimo lo trasformò se non in un demone, in uno spirito capriccioso, pericoloso, distruttivo.

ndr. I Lapponi Finlandesi ritenevano che la morte non recideva il legame tra anima e cadavere. Nei sacrifici degli animali non rompevano mai le ossa, perché le ombre degli estinti avevano così la possibiltà di incedere nel mondo dei morti. Similmente nei sacrifici, quando un animale veniva ucciso veniva seppellito in una piccola tomba un piccolo pezzo di ogni parte del corpo, così l’animale poteva rinascere nell’altro mondo.

Uno-Holmberg-Finno-Ugric-and-Siberian-Mythology

I sami credevano che dopo la morte potevano raggiungere una regione chiamata Saivo, era un luogo ove si conduceva una vita felice con la propria famiglia e gli antennati. Gli sciamani Noiadi quando entravano in trance chiamavano in aiuto i loro spiriti tutelari, che provenivano appunto dal Saivo.

Un’altra regione dell’oltretomba che i Sami pensavano esistesse, veniva chiamata Yabme-aimo, ed era governata da Jabmeakka la dea della morte. Ella regnava su due mondi, dopo aver dato a tutte le anime un nuovo corpo, provvedeva ad una selezione, quelle che si erano comportate bene andavano nel mondo chiamato Sarvaimo con la possibilità in futuro di salire al Savio, quelle malvagie rimanevano per sempre in Yabme-aimo.

Saivo
E’ un termine Sami antico, si possono solo supporre delle congetture, e il significato varia a seconda dei gruppi linguistici.

https://fi.wikipedia.org/wiki/Saivo

Anche il demone Ruohtta aveva il suo mondo sotterraneo, era conosciuto come portatore di malattie e di morte e governava il regno chiamato Rotaimo, le anime che non erano vissute secondo l’ordine naturale pur ricevendo un nuovo corpo non potevano più lasciare questo infero mondo.
Pare che dopo l’avvento del Cristianesimo il mondo dei morti come concezione fu diviso in due parti, il celestiale Radienaimo e l’infernale Rotaimo.

Sito Il folklore dei Sami

Non si può mancare di leggere un capitolo del Kalevala per meglio capire come veniva concepito il modo di cantare con le parole, o meglio di incantare.

Kalevala

di Elias Lönnrot

Il Sedicesimo Runo

Personaggi:

Väinämöinen eroe del Kalevala il primo tietäjä.
Sampsa Pellervoinen  il figlio del campo
Tuonen tytti – la ragazza traghettatrice, figlia di Tuoni, o Piika donna governante.
Tuonetar – Sposa di Tuoni
Tuoni –  Signore del regno dei morti
Tuonen poika – figliolo di Tuoni – ragazzo.
Jumala, –  Ukko Ylijumala Il dio del Tuono, il dio supremo. Il padre degli dèi.

Väinämöinen stava costruendo una barca sulla punta di un’isola nebbiosa, ad un certo punto rimase senza legname.
Pellervo il “figlio del campo” s’incaricò di andare a cercare legna… … dopo aver superato certe difficoltà, egli gli portò del legname di quercia.
Väinämöinen costruiva la barca con la magia del canto, con un canto saldava il fondo della nave, con un’altro chiudeva le fiancate, quando arrivò a fissare la prua, la poppa e i madieri si accorse che gli mancavano quelle tre parole adatte.
Pensò e rifletté dove poter trovare quelle parole magiche, egli era solito trovarle negli animali e per questo ne uccise molti, e molte parole, infatti, trovò in loro, ma tutte erano inefficaci.
L’unico posto in cui era sicuro di poter trovare i canti magici giusti, era in quello di Tuonela, perciò si mise in cammino e dopo tre settimane arrivò nei pressi dell’isolotto di Manala, per passare il fiume che lo separava da esso gridò a gran voce “porta, figlia di Manala” una barca perché possa attraversare lo stretto di questo fiume.
Egli si rivolgeva a una ragazza “Tuonen tytti” che sapeva faceva in quel punto la traghettatrice per le anime dei defunti.
Al sentir le parole la ragazza che stava lavando degli indumenti nell’acqua scura nel profondo del fiume, si presentò e promise il passaggio sulla barca solo se le fosse stato spiegato il motivo per cui egli fosse venuto da vivo in quel posto.
Väinämöinen per ben quattro volte accusò varie frottole, ma la ragazza seppe sempre smentirlo, e quando Väinämöinen le confessò il giusto verso, lo sgridò assai forte dandogli dello stolto e di uomo di poco giudizio, e gli consigliò di tornare indietro.
Alfine lo sciamano Väinämöinen la convinse a traghettarla sull’altra sponda, ella seppe solo dirgli che andava in cerca di guai, infatti come mise piede a Tuonela, apparve Tuonetar, la sposa di Tuoni, che lo invitò a bere una birra da un vaso.
Ma guardando dentro il vaso Väinämöinen vide rane e vermi che sfilavano ai lati.
Dopo averlo fissato a lungo, riuscì a trovar le parole per aggirare l’offerta, quindi spiegò che era venuto perché non vi era posto né in cielo né in terra dove poter imparar le parole magiche che gli servivano, se non solo lì a Tuonela.
Ma Tuonetar gli disse che non avrebbe avuto da Tuoni le parole magiche, poiché egli non “fa parte di magia”; ma sopratutto aggiunse che non poteva mai più ritornare a casa e gli gettò addosso del sonno che lo costrinse a sdraiarsi per dormire.
E il figlio di Tuoni nel contempo mise delle reti di traverso, atte a impedire la fuga dell’eroe.
Lo sciamano Väinämöinen accorgendosi della situazione, rapido mutò il suo aspetto in diversi piccoli animali riuscendo a passare le reti di Tuonela.
Al ritorno nei suoi luoghi Väinämöinen pronunziò una preghiera al buon Dio (Jumala) di non permettere a nessuno di poter andare in quel luogo di Tuonela, perché molti sono coloro che vanno laggiù, ma pochi sono quelli che tornano indietro.

ndr. Nel Kalevala vi è mezionato un cane chiamato Surma che sorveglia l’ingresso (l’uscita) di Tuonela per impedire le fughe. E’ un cane con la coda da serpente, è violento e può, solamente con fissarle trasformare le persone in pietra, ma ama anche sbranarle.
A Tuonela Tuoni e la moglie Tuonetar hanno anche queste figlie:
Kalma la dea della morte e del decadimento, la si trova accompagnata dal cane Surma.
Kipu-Tyttö la dea della malattia nel suo stato terminale;
Kivutar la dea del dolore e della sofferenza;
Loviatar dea della morte e della malattia, ella è cieca ed ha 9 figli e 1 figlia che hanno il nome delle malattie: Pistos (consumazione), Ähky (colica), Luuvalo (gotta), Riisi (rachitismo), Paise (ulcera), Rupi (crosta), Syöjä (cancro) e Rutto (peste). E poi il peggiore di questi bimbi “Blind Lowyatar” venne bandito, egli se ne andò e con il suo potere di Incantatore generando conflitti ed invidie fra le genti.
Vammatar dea della malattia, della sofferenza, del dolore, della sfortuna.

Quando Elias Lönnrot compose il Kalevala fece di Loviatar e Louhi due personaggi diversi, ma nei vari testi antichi le due figure si scambiano di posizione, un’altra possibiltà è che siano la stessa persona.

L’aldilà Boreale pdf di Elisa Zanchetta

Per sapere come Väinämöinen riuscì a trovare le ultime tre parole magiche che gli servivano per costruire la barca si deve leggere il cap. XVII del Kalevala, si farà così conoscenza di Anteo Vipunen, un gigante nella mitologia finnica, ma lo era anche nell’arte della padronanza della magia, il più potente sciamano tietäjä mai esistito. Si dice che perse l’anima per essere stato troppo a lungo in trance.

https://bifrost.it/FINNI/Fonti/Kalevala17.html

Odino e i canti magici.

Nell’ Edda, testo norreno, vi è contenuto il poema Hávamál ( il discorso di Hár),  Ljóðatal (o lista di ciondoli) è un capitolo che parla della dissertazione sui canti degli Incantesimi.

Odino si trova appeso all’albero Yggdrasil e parla a se stesso, trafitto dalla sua stessa lancia passa nove lunghi giorni per acquisire la conoscenza delle rune e nel conseguimento, ricevette nove potenti canzoni.

Nell’Hávamál dalle strofe 145 al 164 ci sono le diciotto canzoni d’incantesimo che Odino dice di conoscere ma ne spiega solo le specifiche applicazioni.

Quei canti io so, che né i figli di uomini né di regina in una corte di re conoscono.

 Il primo è l’aiuto, che ti porterà aiuto in tutti i mali e nel dolore nelle contese.

 Un secondo io so, che il figlio degli uomini deve cantare, chi vuole guarire gli ammalati.

 Un terzo io so: In caso di male, sorge il bisogno di un incantesimo per fermare i nemici. Quando io canto quella canzone, essa smussa le loro spade, né le loro armi né i bastoni possono ferire.

 Un quarto io so: se gli uomini mettono velocemente in catene le articolazioni delle mie membra, quando canto quella canzone che mi renderà libero, si molleranno le catene dalle mani e dai piedi.

Un quinto io so: quando io vedo, dei nemici il tiro, veloce di una lancia diretta nella schiera, non vola così vigorosamente che io ancora non possa fermarla, se avrò solo un’idea del suo volo.

Un sesto io so: quando un certo signore mi vorrebbe nuocermi, con delle rune su un’umida radice di albero, solo sulla sua testa si accenderanno i mali della maledizione che egli chiamò sopra di me.

Un settimo io so: se vedo la sala in alto fiammeggiare sopra i miei compagni, la fiamma non è così feroce, che posso ancora salvarla. So come cantare quella canzone.

Un ottavo io conosco: che tutti possono cantare per il proprio benessere se loro lo imparano bene; laddove l’odio farà infuriare in mezzo ai figli dei guerrieri. Io posso calmarlo con quella canzone.

Un nono io conosco: quando mi capita la necessità di salvare la mia nave in mare, io quieto il vento sull’onda turbolenta, e placo tutto il mare a poggiare.

Un decimo io so: quando di notte le streghe corrono e giocano nell’aria, tali incantesimi intreccio in modo di confondere il ritorno a casa, sconvolgendo le loro pelli e i loro spiriti.

Un undicesimo io so: nel caso io guidi i miei vecchi compagni in guerra, io canto sotto gli scudi, e loro escono fuori potenti, incolumi in battaglia, incolumi fuori dalla battaglia, e sicuro ritorno dal conflitto.

Un dodicesimo io conosco: se io vedo su un albero un cadavere da una cavezza appeso, tali incantesimi io scrivo, e pitturo in rune, che l’essere discende e parla.

Un tredicesimo io so: se il neonato figlio di un guerriero cospargo con acqua, la sua gioventù non fallirà quando andrà in guerra, mai sarà ucciso, mai s’inchinerà davanti ad una spada.

Un quattordicesimo io so: se mi necessita numerare i potenti al popolo degli uomini, io conosco tutto l’ordine degli dei e degli elfi, che nessuno può conoscere senza insegnamenti.

Un quindicesimo io so: quale cantastorie cantò, il nano, alle porte di Dwan; egli cantava forza agli dei, e maestria agli elfi, e saggezza a Odino che proferisce.

Un sedicesimo io so: quando tutta la dolcezza e l’amore io voglio vincere di qualche astuta giovinetta, il suo cuore faccio girare, e l’intero animo cambio di quella donna armata che io amo.

Un diciasettesimo io so: così è la timida fanciulla lenta a evitare il mio amore. Queste canzoni, Stray-Singer, che il figlio dell’uomo non conosce, a lungo potrai farne a meno nella vita, anche se con il tuo benessere non ne avrai bisogno, saranno un dono se tu le ottempererai, un bene adatto se riuscirai a guadagnartele.

Un diciottesimo io so: che non dirò mai alla fanciulla o moglie di uomo, tranne a mia sorella, o forse a colei che mi avvolge velocemente tra le sue braccia; I segreti più sicuri sono noti solo a uno: le canzoni sono cantate fino alla fine.

Ora i detti del Supremo sono pronunciati nella sala per il benessere degli uomini, per la sventura di Jötuns, Salve, tu che hai parlato! Salve, tu che conosci! Salve, voi che avete ascoltato! Usa, tu che hai imparato!

Libera traduzione tratta da una versione inglese.
https://www.pitt.edu/~dash/havamal.html#spells

Source: The Elder or Poetic Edda, commonly known as Sæmund’s Edda, part I: The Mythological Poems, edited and translated by Olive Bray (London: Printed for the Viking Club, 1908), pp. 61-111.

The Edda of Saemund
https://books.google.it/books?id=pxoUAAAAQAAJ&printsec=frontcover&dq=edda+original&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiuwN_lmr3cAhWMM-wKHdJsC3s4FBDoAQg9MAM#v=onepage&q=edda%20original&f=false

Seiðr il grande potere. (Fjölkungi).

Nell’area balto-nordica-tedesca, e specialmente fra i norreni si praticò un tipo di arte magica sciamanica individuale, il Seiðr praticata solitamente da donne di alto ceto sociale, non facilmente trasferibile, ermetica, sulle cui tecniche non è pervenuto granché, paragonabile alla stregoneria, vari i tentativi di capirne l’origine, vi è un possibile collegamento con antichi culti patrilineari Sami-Noiadi, che similmente adoperavano i cantati nei riti. Si prediceva il futuro, ma si poteva mandare disgrazie, malattie, invocare gli spiriti e portare la morte alle persone.

Il seiðr era una pratica sciamanica utilizzata quasi unicamente dal sesso femminile, perchè gli atteggiamenti che essa comportava erano talmente poco virili che gli uomini si vergovagnavo di praticarla, pratica di origine Vanir insegnata da Freyja a Odino.

In questo spoiler alcune storie dal sopradetto libro di Olao Magno.
A quanto si legge essi spadroneggiavano nell’arte magica dell’incantamento.

Chiudiano con gli ultimi versi del Kalevala, il vecchio Väinämöinen parte con la sua barca verso il punto in cui il mare e il cielo si incontrano.

Nonostante, ad ogni modo,
ai cantor mostrai le tracce,
potai rami, tagliai foglie
per mostrar loro la via.
Or di qua la via comincia,
si distende nuova strada
per cantori più sublimi,
per poeti più fecondi,
nella stirpe che su viene
e nel popolo che cresce.

https://bifrost.it/FINNI/Fonti/Kalevala50.html

E qui oggi (2018) invece siam a lodare le sue “logiikat” e ad aspettar ancor cantori migliori.