Poesia e Spiritualità 2

SOLITUDINE

La solitudine non è un temporale, acqua impetuosa che presto ti assale.
È come la pioggia che sale dal mare, con passo leggero senza rumore.

Dalle pianure lontane e distanti,si versa nel cuore con passi costanti.
Son come le gocce di cielo imbevuto, rendono il cuore e l'Animo muto.

Vicoli pieni di gente festante, mentre ti senti da loro distante.
Ti stringon la mano con un sorriso, ma sul tuo cuore un masso un peso.

Allora invochi la mano del Cielo, l'abbraccio più vero e più non sei solo.
Perché comprendi che niente e nessuno, disseta e sfama rimani a digiuno.

In solitude fame d'Amore, ha detto Lui solo, sfama il tuo Cuore.

L’ANIMA NEL BUIO




Nel buio dell'Anima
ombre danzanti in cuor malvagio,
pensieri oscuri come can randagio.

Un'Anima corrotta senza Pietà,
dove l'odio diventa aggressività.

Sguardi biechi e sorrisi di ghiaccio,
parole taglienti con cui l'altro schiaccio.

Un vomitare di calci, sputi e ancor parole,
un pozzo nero che emana fetore.

Imbestialiti con grida assordanti,
questo è il veleno dei prepotenti.

Un cuore marcio di vita inumana,
in cui Ragion ormai è malsana.

In notte fonda il Ben decresce,
la malvagità si avvince e cresce.

Un seme malvagio piantato nell'anima,
che germoglia morte e crea di omertà un clima.

Ma un barlume di luce ancora risplende,
un bagliore di speranza che tutti attende.

La Forza del Bene che non si arrende,
contro la malvagità che ognuno offende.

L'Amore e la Compassione armi potenti,
per spezzar le catene e i tormenti.

Per riscattare un'Anima smarrita,
e riportarla alla Luce finalmente guarita.

Ma per guarirla occorre il tuo Cuore,
che non s'inginocchi dinanzi al terrore.

Noi siamo complici di ogni male,
se stiamo in silenzio perché crediam che è normale.

IL GALLO CANTÒ E CANTA

Non c'è bisogno che il gallo canti, 
quando già in cuor più Cristo non conti.

Ma il gallo canta per nuovo giorno,
se a LUI facciamo presto ritorno.

In notte oscura di buio denso,
un canto squarcia il silenzio intenso.

È il gallo che canta, voce stridula e chiara,
mentre Gesù attende la sua Ara.

Pietro sicuro di sé e forte,
a Gesù giura amore e morte.

Ma il Maestro vede nel cuore,
la fragilità che porta dolore.

"Prima che il gallo canti due volte,"
Dice Gesù a prefigurar la morte.

Tre volte mi rinnegherai,
e in tua fede vacillerai.

Pietro non crede non può immaginare,
che la sua fede possa negare.

Ma il gallo canta la notte è profonda,
e la paura nell'anima s'inonda.

Una serva accusa e Pietro nega,
la paura cresce l'anima si piega.

Ancora il gallo canta il tradimento è compiuto,
il cuore di Pietro è ferito e avvilito.

Esce fuori lacrime in viso,
del gallo il canto risuona nel pianto.

Ha rinnegato il suo Maestro amato,
ma ora si pente è disperato.

Il canto del gallo simbolo di verità,
sveglia in Pietro grande Pietà.

Lo spinge però al pentimento,
alla ricerca di un nuovo riscatto.

Nella notte oscura il gallo ha cantato,
la debolezza di Pietro ha svelato.

Ma il canto del gallo non è solo dolore,
è anche speranza è Nuovo Amore.

Perché il gallo canta l'alba che arriva,
la Luce che Vince la notte non più aggressiva.

E Pietro nel pianto ha già intravisto,
il perdono di Gesù Cristo.

Dal senso di colpa che l'opprimeva,
è liberato da Colui che sempre l'Amava.

SOCRATES, NON SOLO MAGISTER MA TESTIS GRAVIS
(Vita quotidiana in Rima poetica)

Socrate è testimone, 
di chi PENSA con RAGIONE.

L'intelligenza è scomoda,
a chi vuol la vita comoda.

A chi vuol lo status quo,
senza qui pro qui quo quo.

Questo insegna di Socrate il processus,
si vuol un Esser che sia fessus.

Nel tranell dell'illusioni,
rischiam d'esser pĕcŭs-oni.

Un po' di hic/qui e un po' di hac/qua,
non vogliam la VERITÀ.

Preferiamo l'ignoranza,
una vuota e triste stanza.

Lusingati e accarezzati,
poi veniam però sbranati.

Se il Diavol t'accarezza,
perché lui non t'apprezza.

Come canis non pensare,
al guinzaglio devi stare.

Le PERSONE Intelligenti,
sono VOCI imbarazzanti.

Perché svegliano dal sonno,
l'uomo in scatol come il tonno.

E son pure disprezzati,
odiati e ostacolati.

Poi oppur son definiti,
come uomini impazziti.

O spedirli in qualche luogo,
con la scatola e il logo.

Con il logo di imbecilli,
le VERITÀ son solo GRILLI.

Il Discuter e Ragionare,
è un'arcaico mestiere.

Perché metton in discussione,
il potere del PADRONE.

IL PADRONE che DEL MONDO,
vuole esser di OGNI BORDO.

Caro Socrate hai bevuta,
in veleno la cicuta.

Per AMOR DI VERITÀ,
sei uno SCHIAFFO a MIA VILTÀ.

DELIRIO DI ONNIPOTENZA

Simil Vita a uno starnuto, 
in un attim sei FINITO.

Ma si crede onnipotente,
ed questo ch'è inquietante.

Inquietante e fa paura,
come fiera in notte oscura.

Notte oscura di terrore,
pronta a seminar orrore.

Un orror pianificato,
dolce dolce è acclamato.

Acclamato e infilzato,
nel cervel coltel affilato.

Affilato sottilmente,
di RAGION non ha più niente.

Non ha niente è solo vuota,
e al Male nulla vieta.

Nulla vieta mancan coraggio,
del Potere è ostaggio.

È ostaggio e sta a guardare,
la sua Vita ad affondare.

Affondare dentro al mare,
dove lui non vuol nuotare.

Se nuotare vuol negare,
dentro al Male ad affogare.

Affogare è il riflesso,
del tuo cuore,di te stesso.

Di te stesso è specchio il mondo,
di girarci spesso in tondo.

Ed in tondo coi suoi occhi,
a formar caval con cocchi.

Eppur cocchi son legami,
come con color che Ami.

E se AMI veramente,
NON puoi esser INDIFFERENTE.

È soltanto indifferente,
chi dell'altro importa niente.

Ed il niente poi comporta,
diventar ruota di scorta.
SIGILLO


Quando desideri con tutto te stesso,
dentro di te un Sigillo è impresso.

Che qualcuno ti ami senza interesse,
senza pretender delle promesse.

Dentro si radica sana follia,
che muta il senso al vera VIA.

E non esiste nulla e più Caro,
eccetto insistente bisogno non baro.

Un sentimento comune a tutti,
è ciò di cui noi siamo Fatti.

È ci accompagna tanto Lui è forte,
sin dalla nascita sino alla morte.

CRISTIANI A METÀ O PENTECOSTE

Di cinquanta son passati, giorni tristi e affaticati.

Hanno perso e ritrovato, quel Gesù risuscitato.

Ma nel cuor ancor paura, d'affrontar nuova avventura.

D'annunciare quel vissuto, con Gesù ch'è Dio incarnato.

È si sono intorno stretti, a Maria che li ha protetti.

Sono da Lei Amati figli, e in cuor lor non più scompigli.

È la Madre del Redentore, temon più nessun furore.

Perché fuori Mal sinistro, fan morir come il Maestro.

Ma ad un tratto all'improvviso, il cuor loro un Fuoco ha invaso.

In silenzio senza canto, su di lor Spirito Santo.

È un Fuoco che non brucia, ma riempie d'audacia.

Col Suo aiuto incoraggiati, or comprendon son mandati.

E al Mondo annunciare, Gesù Cristo è il Salvatore.

Pur essend perseguitati, più nessuno li ha fermati.

Lor non hanno fatto un sogno, ma incontrato il lor BISOGNO.

Testimoni di un AMORE mai vissuto, deve esser TRAMANDATO.

Perché ogni uomo vuole Amato, altrimenti è disperato.

Lor diventan messaggeri, e di questo sono fieri.

Sono Apostoli di Dio, non annuncian il proprio io.

Cristiano vero è, senza ma oppure se.

Una Fede non vissuta, nella tomba è già caduta.

Quando sei innamorato, non vuoi esser poi amato ?

Non ti basta il sol pensiero, ma vederlo vuoi davvero.

Tu da un volto sei attratto, altrimenti amore astratto.

Vieni in me Spirito Santo, son cristiano e me ne vanto.

Di cristiani anonimati, sono pien i supermercati.

DOPO

101

Tra le righe di un foglio o voce nascosta,
per un lavoro fanno proposta.

Sussurate parole segreti velati,
di altri i progetti sono rubati.

Dipingono un quadro falso non vero,
ma ciò che conta è solo il denaro.

Intreccian discorsi che son menzogneri,
di ciò che fan son pure fieri.

Chi raccomanda non ha dignità,
non pensa nemmeno al male che fa.

Chi è più bravo e merita il posto,
con una parola viene deposto.

Delusione di un giusto che è preparato,
é scavalcato da un raccomandato.

Pensi bisogna avere qualcuno,
e studiar non serve a nessuno.

Pensi non serve esser una mente,
occorron regali segretamente.

Scrivon su un foglio e mettono in busta,
dicendo tranquillo questo ti basta.

O una furba telefonata,
e quella persona promossa è stata.

Pensi e ripensi basta un amico,
così è ben fatto un vero intrico.

Povero è non aver nessuno,
rimani fisso sei 101.

Non è Giustizia ma un disvalore,
da chi dimostra il suo vero Valore.

Ma sono fiero del 101,
almeno non devo niente a nessuno.

Farò di tutto onestamente,
non mi inginocchio a certa gente.

Io non mi vendo anima e corpo,
non voglio essere indegno e polpo.

La mia partita dura sarà,
ma io dimostro HO DIGNITÀ.

CAMBIA TE STESSO

L'uomo vuol cambiare il mondo con ardore,
ma non vuol cambiare se stesso qui sta il vero dolore.

Per questo il mondo resta immobile,
e la vita dell'uomo resta orribile.

Se prima non cambia mente e cuore,
e non avviene un cambio interiore.

Potrà sognare un mondo migliore,
ma sarà un solo svanito bagliore.

Sogna di splendide rivoluzioni,
ma evita il bisogno in sé evoluzioni.

Saran sommosse di pace son mosse,
ma il pensare e l'agire è un colpo di tosse.

Il mondo non muta se l'uomo non vede,
che il cambiamento inizia quando si Crede.

Desiderare un mondo composto,
è metter prima sedia al suo posto.

Inutil è alzare anche la cresta,
se come marmo l'uomo poi resta.

È dalle piccole e semplici cose,
l'inizio e la fine di gesta gloriose.

Sennò un ciclo è senza mai fine,
finché l'uomo non guarda in sé e poi si affine.

Se non diventa sempre più Buono,
è la sua vita inutile tuono.

Il mondo non cambierà mai ed è vero,
fin quando l'uomo non muta l'agire e il pensiero.

Questo sarà il segno più vero,
che vuoi cambiare il mondo intero.

Altrimenti fuoco di paglia,
o cuore di ferro con tanta ferraglia.

Articolo da: Lavocetta.it