PERCHÉ NON POSSIAMO ESSERE CRISTIANI

(E MENO CHE MAI CATTOLICI)
Ed. RIZZOLI

PIERGIORGIO ODIFREDDI

A cura di Adriano Ardit

Odifreddi è un matematico molto conosciuto e stimato nel suo ambiente. Inoltre è un ottimo divulgatore, dallo stile chiaro e arguto, come si addice a un professore di logica. Non ha paura di dire quello che pensa, senza troppi giri di parole. Una boccata d’aria fresca in un ambiente soffocato dal politically correct.
Il suo libro, ben scritto, serrato, convincente, ha provocato molte polemiche. Il punto è che Odifreddi, essendo un logico e un matematico, è scarsamente versato nella diplomazia. E quindi nella prefazione si lascia andare a giudizi piuttosto sommari. Il suo metodo è semplice e disarmante: prende i testi e li legge con l’occhio avveduto, critico e disincantato di un lettore del XX sec., ben calato nella realtà odierna.
Il ragionamento di fondo è: sono una persona adulta, di buon senso, posso pensare che un albero parlante abbia dettato a Mosè le Tavole della Legge? O che Dio si sia incarnato nel figlio di un falegname, resuscitando tre giorni dopo essere stato giustiziato? O che l’arcangelo Gabriele sia sceso in Terra a dettare il Corano a Maometto? Naturalmente no. Allora metà della popolazione mondiale è credulona, per non dire altro? Naturalmente sì. Per questo il libro, a un primo impatto, può suscitare una sensazione di rifiuto in un lettore credente (al quale peraltro non è destinato) che spiega molte delle recensioni negative che ha ricevuto.
Superato lo scoglio iniziale, il libro lascia poco spazio ai dubbi. Odifreddi compie l’atto più temuto da certe gerarchie ecclesiastiche: legge la Bibbia. E leggendola mette in luce l’incoerenza, le contraddizioni, le smentite.
Dopo l’analisi dell’Antico Testamento, nell’esame dei Vangeli Odifreddi cerca invano di ricostruire una figura coerente di Cristo a partire dalle testimonianze discordanti sparse nei testi. Gesù ha detto e fatto cose diverse nei quattro resoconti, addirittura in Giovanni manca l’atto fondante del cristianesimo, l’eucarestia. Vengono descritti miracoli poco credibili, come Gesù che riattacca l’orecchio al servo del Gran Sacerdote dopo che Pietro gliel’ha mozzato, mentre altri sono chiaramente inventati ad hoc per istituire un parallelo con l’Antico Testamento, come l’acqua mutata in vino che ricorda il Nilo mutato in sangue da parte di Mosè oppure, aggiungo io, la resurrezione del figlio di una vedova che ripete un analogo miracolo compiuto dal profeta Elia.
Odifreddi non manca poi di concentrarsi sul cattolicesimo, rilevando come a ogni Concilio, nel momento in cui c’è da scegliere tra due alternative, il cattolicesimo ha sempre scelto la più stravagante, illogica, assurda, irrazionale, tenendo fede al motto “credo quia absurdum”. Questo privilegiare l’irrazionale spiegherebbe la scarsa presenza, tra gli scienziati, i fisici e i ricercatori d’oggi, dei cristiani e ancor più dei cattolici, quasi del tutto assenti. E questa attitudine mentale spiegherebbe, anche, l’arretratezza sociale ed economica laddove il cattolicesimo è più diffuso: Sud America ed Europa meridionale, rispetto ai più sviluppati e civilizzati Nord America, Europa settentrionale ed Australia in maggioranza luterani, calvinisti o comunque laici nel loro atteggiamento nei confronti della religione.
Non manca un richiamo alle censure e all’oscurantismo culturale promosso dalla Chiesa nei secoli, di cui l’emblema è l’Indice dei Libri Proibiti, della cui abolizione Odifreddi si rammarica per non potervi essere iscritto, assieme alle migliori menti della storia, della scienza e della cultura.
Il libro passa in rassegna i compromessi del papato con regimi equivoci, come i concordati firmati con Hitler, Franco e Mussolini, o gli scandali riguardo la pedofilia e gli abusi sessuali coperti da Ratzinger, nel frattempo divenuto pontefice, o le esenzioni fiscali garantite dallo Stato Italiano, come l’8‰, i contributi elargiti a vario titolo, l’immissione in ruolo dei docenti di religione, favoriti rispetto agli altri, l’esenzione dal pagamento dell’Ici anche per gli immobili non destinati al culto.
Molto interessante, in fondo al libro, l’elenco dei Concili Ecumenici con un sunto di tutti i principali dogmi approvati, e le conseguenti rotture con le diverse confessioni che hanno respinta questa o quella interpretazione.
In conclusione, un testo che non lascia spazio alle posizioni intermedie: per i credenti si tratta di una provocazione inaccettabile, per i non credenti una conferma alle proprie perplessità sugli aspetti più inverosimili della fede, e un tonico corroborante in tempi in cui le obiezioni alla Chiesa condotte con spirito critico appaiono sempre più rare. Sconsiglio la prefazione e le conclusioni ai lettori cristiani cui non piacciono i giudizi sommari che sconfinano nell’insulto, per il resto la trovo una lettura illuminante.

Adriano Ardit

Articolo precedentemente uscito su L’Avocetta e qui pubblicato di nuovo per gentile concessione.