Miti Indiani – Haudenosaunee

Nativi Americani

Le genti che noi chiamiamo Irochesi non amano farsi chiamare con questo nome, significherebbe ‘serpente a sonagli’ essi sogliono chiamarsi Haudenosaunee. (Il popolo della lunga casa).
Gli Haudenosaunee fanno parte di una confederazione di cinque altri popoli: i Mohawk, i Cayuga, gli Oneida, i Seneca e gli Onondaga, a cui si aggiunsero i Tuscarora. Perciò sono anche chiamati ‘The Six Nations’. Ancora prima della colonizzazione dei bianchi avevano una organizzazione politica alquanto complessa.

Il folklore pervenutaci è molto variegato, sia per le diverse tribù sia per l’ampio territorio, comunque gran parte della mitologia è stata conservata, perché la tradizione orale veniva scritta nel wampun e poi recitata. Così si sono preservati molti loro racconti e le storie della creazione, nonostante le malattie, le guerre, e l’influenza dell’adozione del Cristianesimo.

Mito della creazione irochese

Molto tempo prima della creazione del mondo, esisteva un’isola fluttuante nel cielo, sulla quale viveva il Popolo del Cielo. Vivevano tranquilli e felici. Nessuno moriva, nasceva o provava tristezza. Un giorno, però, una delle donne del cielo si rese conto che avrebbe dato alla luce due gemelli. Lo disse al marito, che andò su tutte le furie.
Al centro dell’isola c’era un albero che dava luce a tutta l’isola, poiché il sole non era ancora stato creato. Egli fece a pezzi quest’albero, creando un enorme buco al centro dell’isola. Incuriosita, la donna sbirciò nel buco. Molto più in basso poteva vedere le acque che ricoprivano la terra. In quel momento il marito la spinse. La donna cadde nel buco, precipitando verso le acque sottostanti.
Gli animali acquatici esistevano già sulla terra, così, molto al di sotto dell’isola galleggiante, due uccelli videro la donna del cielo cadere. Poco prima che raggiungesse le acque, la presero sul dorso e la portarono dagli altri animali.
Decisi ad aiutare la donna, si tuffarono in acqua per prendere il fango dal fondo del mare. Uno dopo l’altro gli animali provarono e fallirono. Alla fine, Piccolo Rospo ci provò e quando riapparve la sua bocca era piena di fango. Gli animali lo presero e lo sparsero sul dorso della Grande Tartaruga. Il fango cominciò a crescere, crescere e crescere fino a diventare grande come il Nord AmericaPoi la donna mise piede sulla terra. Cosparse di polvere l’aria e creò le stelle. Poi creò la luna e il sole.
La donna del cielo diede alla luce due figli gemelli. Uno lo chiamò Sapling. Egli crebbe e divenne gentile e mite. L’altro lo chiamò Flint e il suo cuore era freddo come il suo nome. I due crebbero rapidamente e cominciarono a riempire la terra con le loro creazioni.

Sapling creò ciò che è buono. Creò animali utili all’uomo. Creò fiumi che andavano in due direzioni e in questi mise pesci senza lische. Creò piante che la gente potesse mangiare facilmente. Se avesse potuto fare tutto il lavoro da solo, non ci sarebbe stata sofferenza.

Flint distrusse gran parte del lavoro di Sapling e ha creato tutto ciò che è cattivo. Ha fatto scorrere i fiumi in una sola direzione. Ha messo le ossa nei pesci e le spine sui cespugli di bacche. Ha creato l’inverno, ma Sapling gli ha dato vita affinché si muovesse per lasciare il posto alla primavera. Creò dei mostri che suo fratello fece sprofondare sotto la Terra.

Alla fine Sapling e Flint decisero di combattere finché uno non conquistò l’altro. All’inizio nessuno dei due riuscì a vincere, ma alla fine Flint fu sconfitto. Essendo un dio, Flint non poteva morire e fu costretto a vivere sulla schiena di Big Turtle. Di tanto in tanto la sua rabbia si manifesta sotto forma di vulcano.

Il popolo irochese ha un grande rispetto per tutti gli animali. Nel loro mito della creazione questo si riflette nel ruolo che gli animali svolgono. Senza l’aiuto degli animali, la Donna del cielo potrebbe essere sprofondata in fondo al mare e la Terra non sarebbe stata creata.



Nella mitologia irochese, gli Dei Gemelli sono i nipoti (o, in alcune versioni, i figli) della dea Donna del Cielo.
In alcune tradizioni irochesi, i gemelli personificavano il bene e il male: il gemello buono nasceva normalmente, aiutava il popolo e portava cose buone al mondo, mentre il gemello cattivo irrompeva dal fianco della madre e la uccideva, danneggiava il popolo e portava cose pericolose e distruttive al mondo.
In alcune versioni di questo mito, il gemello cattivo era un abile bugiardo e manipolava la nonna per far sì che incolpasse il fratello buono delle sue malefatte.
I due fratelli coesistettero per un po’, apportando ciascuno i propri cambiamenti al mondo. Alla fine, però, gli dei gemelli si scontrarono e il fratello buono prevalse, imprigionando quello malvagio nel sottosuolo.

In altre tradizioni irochesi, gli Dei Gemelli non sono affatto considerati “buoni” e “cattivi”, ma rappresentano il giorno e la notte, l’estate e l’inverno, la vita e la morte.
In alcune versioni di questa tradizione, Flint è una figura ingannatrice piuttosto che un cattivo, e il rapporto tra i fratelli è di rivalità piuttosto che di inimicizia.

Secondo alcune storie, gli dei gemelli hanno creato il genere umano insieme, spiegando perché le persone possono avere sia la natura buona che quella cattiva e comportarsi in modi sia creativi che distruttivi.
In altre storie Sapling/Spirito Buono era il solo creatore degli esseri umani, mentre Flint/Spirito Cattivo era il dio della morte.



Una vecchia storia Irochese
dal sito
Indigenous Resistance

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C’era una volta un giovane cacciatore ongwehonwe (the term Ongwe Honwe or a people surpassing all others red men).
Egli dava tutta la cacciagione che catturava ai bisognosi alle vedove e agli orfani.
Una bella giornata soleggiata egli prese la sua nuova freccia e due cani e partì verso i confini del territorio della sua nazione.
Giunto quasi a destinazione s’accorse che la vita in quella foresta pareva sparita; nessun uccello cantava e non intravide nessun coniglio.
Anche i ruscelli tacevano, e stranamente i suoi cani gli rimanevano accanto.
Come egli fece il bivacco sentirono una strano grido lamentoso proveniente da nord.
I suoi cani ringhiarono per la paura.
Lo avvertivano nella loro lingua, che il cacciatore intese, che una terribile creatura era vicino. “Corri indietro fino al villaggio prima che ti faccia male”, disse un cane terrorizzato.
Il cacciatore si voltò e corse indietro verso il suo villaggio. Sentiva il lungo penetrante lamento come se il mostro si avvicinasse. Guardando indietro vide una testa di fuoco con grandi occhi gialli rotondi, un lungo becco adunco, ed una enorme bocca aperta. La creatura aveva i capelli ondulati di fuoco e nessun corpo. Al di sotto c’erano due zampe coperte di scaglie con lunghi brutti artigli ricurvi. Il mostro saltava da un albero all’altro della foresta lasciandosi dietro un sentiero bruciato. Ben presto sentì l’alito caldo proveniente dalla creatura. Un cane disse: “torno indietro a combatterlo anche se so che non potrò più rivederti”. Il cacciatore sentì poi il suo cane abbaiare ringhiare ed urlare di dolore mentre veniva mangiato dal Flying Head.
Il sacrificio del cane gli permise di arrivare nei pressi del villaggio quando poté riudire il grido lamentoso della creatura appresso.
Scintille che uscivano dalla bocca e lo attorniavano. L’altro suo cane disse: “Torno indietro per combatterlo”. Ancora una volta sentì guaire il suo cane di dolore mentre veniva divorato. Non si era mai fermato quando sentì il lamento del mostro sempre vicino, il respiro del mostro lasciava una pista bruciata attraverso la foresta. Poteva sentire i suoi occhi su di lui. Egli arrivò nella radura nel suo villaggio, si fermò e si voltò; La grande testa limitata ad un contorno. Scintille volavano dalla sua bocca. I suoi occhi gialli fissavano con un odio ardente la gente. Il popolo si alzò in piedi contro quell’essere malvagio di fronte a loro. Con un terribile grido di rabbia il mostro improvvisamente si girò e scomparve nell’oscura selva per sempre.



Kanontsistóntie’s o Teste Volanti (Flying Heads) è/sono degli esseri spirituali caratteristici nelle credenze tradizionali del popolo Haudenosaunee.


Il Grande Dio ci ha mandato dei segni, abbiamo sentito un rumore sconosciuto e guardando il cielo abbiamo visto delle teste che cadevano giù sulla terra.
(discorso di Tahayadoris un sachem Mohawk ad Albany il 25 ottobre 1689)
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Secondo la tradizione le Teste Volanti, “Flying Heads” hanno spinto lontano dai loro territori di caccia gli abitanti originari che vivevano nello stato di New York nei pressi della sorgente del fiume Hudson, nelle montagne Adirondack, ancora prima dell’arrivo degli Europei.
Nei primi anni del 1900 una guida Mohawk nella città di Lake Pleasant in New York che si faceva chiamare Capitan Gill sostenne che la leggenda ha avuto luogo presso il lago Sacandaga. Viveva in quel luogo sopra una collina una tribù il cui nome degli abitanti è andato perso; ma la leggenda delle teste volanti sopravvive grazie alle testimonianza delle tribù vicine che vide il fenomeno continuare per molti anni.
Capt. Gill viveva in un wigman presso la foce del lago Lake Pleasant. Abitava lì con la moglie Molly e con la figlia di lei Molly Jr.


La leggenda raccontata da Capt. Gill

Questa storia racconta che molto tempo fa c’è stato un inverno molto rigido, il gelo fece morire le piante e migrare le alci e i cervi in altre aree, i cacciatori indigeni locali furono in seguito costretti a seguirli.
Anche la pesca fu un fallimento e secondo la leggenda la carestia divenne così grave che intere famiglie iniziarono a morire. I giovani della comunità cominciarono a parlare di migrare, e dato che erano circondati da tribù ostili non potevano spostare il loro territorio di caccia nemmeno per una stagione.
Proposero una marcia in segreto per il grande lago verso ovest. Essi credevano che volta arrivati in modo sicuro al di là del lago sarebbe stato abbastanza facile trovare una nuova dimora.
I vecchi della tribù invece erano contrari a lasciare le loro terre d’origine e dissero che il viaggio era una follia. Aggiunsero che la fame era un flagello che il Maestro della Vita aveva inflitto sul popolo per i loro crimini; e che se la pena fosse subita, sarebbe passata, se loro fossero scappati, gli effetti li avrebbero seguiti dappertutto. La leggenda narra che i vecchi dissero che avrebbero preferito morire poco a poco per fame sulle loro colline native.
Discussero con i giovani ma il loro punto di vista fu inamovibile, avrebbero preferito morire all’istante piuttosto di lasciare la loro terra per sempre, anche se era per andare a vivere in abbondanza in terre straniere. La Leggenda continua dicendo che i giovani si infuriarono alquanto e prontamente uccisero gli anziani.
Dopo aver ucciso gli anziani ci si pose il problema di dove mettere i resti. Secondo la leggenda i giovani vollero consacrare l’atto offrendo i corpi al Maestro della Vita. Essi convennero di decapitare i corpi che poi bruciarono, le teste invece le affondarono nel fondo del lago.
Uno dei giovani capi che pianificò il crimine morì annegato quando si impigliò nelle corde che tenevano legate le teste insieme.
La leggenda continua dicendo che la superficie del lago fu smossa da bolle e moti di melma, era il preannuncio della venuta di un terribile mostro: una testa gigante con le ali, alla quale la tribù non poté fuggire.
I problemi causati dal Flyng Head non si fermarono solo verso questa tribù, Flying Head scelse di terrorizzare anche i popoli vicini e a quanto pare, anche in assenza di un motivo particolare.
Molti degli Iroquois erano allarmati al vedere un Flying Head che quando si poggiava a terra era più alto di un uomo. Questo presunto mostro era rivestito di folti capelli neri, aveva ali come un pipistrello e aveva artigli.
Una sera dopo che egli era stato ad affliggere per lungo tempo le genti con visioni spaventose capitò presso una casetta occupata da una donna. Lei era seduta davanti al fuoco per tostare le ghiande, che come vennero cotte prendeva dal fuoco e le mangiava. Terrorizzato dal potere della donna, che pensava che stesse mangiando carboni ardenti, il Flying Head se ne andò e non disturbò più.
Una versione alternativa di questa leggenda dice che dopo aver visto la donna mangiare le ghiande e pensando che fossero carboni ardenti, il Flying Head prese dei carboni ardenti e cercò di mangiarli, pensando che fossero ghiande(ndr.?). I risultati furono disastrosi, Flying Head fuggì in agonia per non essere mai più visto.
Da Wiki


Altra versione

Le Flying Heads sono degli esseri del tipo vampiro. Senza corpo possono spostarsi con delle specie di ali che sono attaccate alla testa, a seconda delle tradizioni le teste possono essere piccole ma allora attaccano in gruppo oppure sono grandi e si muovono lentamente.
Pare che tutte la narrazioni siano d’accordo nel fatto che siano spiriti nati dalle decapitazioni di esseri umani, ed essi cercano vendetta contro chi ha fatto loro il torto. Altri dicono che questa è la condizione in cui si trovano coloro che hanno praticato il cannibalismo durante la loro vita. Il cannibalismo era considerato tabù e come punizione per coloro che passavano il confine era di diventare cattivi, creature voraci.
La fame di queste ultime creature è insaziabile, dato che i Flying Heads non hanno corpo. Essi sono destinati a cacciare la carne umana in eterno e non sentirsi mai sazi.
Questa maledizione rende i Flying Heads impazziti per la fame e quindi sono imprevedibili e subdoli per coloro che li incontrano.
Un altro presunto potere dei Flying Heads e la capacità di portare con le ali grandi trombe d’aria. Essi usano le trombe d’aria per confondere e intrappolare le loro vittime designate.
Come morti viventi i Flying Heads non possono essere uccisi con  mezzi convenzionali. Una leggenda vuole che un Flyind Head può essere ucciso ingannandolo, facendogli mangiare un carbone ardente. Una donna Iroquois che stava arrostendo delle caldarroste venne attaccata improvvisamente da un Flying Head.
La donna attese fino a quando la testa si aprì per l’attacco, a quel punto gettò un carbone ardente nelle fauci. Alla chiusura della bocca la testa andò in fiamme e poi esplose.

Dal sito axs.com
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Encyclopedia of Vampire Mythology
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2022