LE STUFE

Le stufe sono ottimi mezzi economici per scaldare le nostre case. Son specie di casse di mattoni murati, o di terra cotta invetriata, o di ghisa o di lamierone e tutte d’un pezzo, o anche costrutte sul luogo stesso con pianelle pare, o quadroni o tambelloni, che hanno sempre strettissimo focolare, da chiudersi con sportellino di lamiera, a saliscendo. Nelle stufe s’accendono legna corte o coke, e fassene uscire il fumo da un tubo di ferro che mette nella gola d’un vicino camino, o anche fuori di una finestra.
Pochissimi sanno adoperar bene una stufa, e la calunniano, accusandola di dare il mal di capo e le vertigini, mentre invece dovrebbero accusare sè stessi di ignoranza.
L’igiene della stufa sta tutta nella piastra (serranda), o in quel disco di lamina di ferro, girevole entro il tubo delle stufe, e che dà o toglie la comunicazione della parte inferiore di essa colla superiore e coll’aria esterna. Quando la legna si è convertita in bragia, che non è però fumosa, i più girano la piastra e convertono di punto in bianco la loro stufa in un braciere che vomita nella camera per lo sportellino aperto o per, le sue fessure, se chiuso, i soliti veleni dell’acido carbonico e dell’ossido di carbonio. Di qui le vertigini e il mal di capo.
La piastra d’una stufa non deve chiudersi mai, finchè fra le ceneri vi è ancora una favilla, e solo può girarsi, quando spenta ogni bracia, l’aria fredda piomberebbe dal tetto nella vostra camera. lo però vi confesso, che faccio un passo più innanzi, e preoccupandomi assai più della mia salute, che di qualche scheggiuzza di legno di più o di meno, lascio sempre la piastra, e in casa mia le chiavi delle stufe rimangono eternamente al loro posto….

Alcune volte il dolor di capo non è prodotto dall’acido carbonico e dall’ossido di carbonio che dalle fessure degli sportelli piombano nell’aria delle camere, ma dal soverchio riscaldamento della stufa. Molti credono di dover consumare molta legna e molto carbone, perché hanno molti in tasca e portano l’aria delle case a 18 e a 20 gradi del termometro centigrado. Son calori eccessivi che indeboliscono la costituzione ed espongono a facili raffreddori. Ma v’ha un altro guaio: più l’aria si riscalda e più diventa secca, e questa insolita secchezza dell’atmosfera, rubando alla vostra troppa uinidità, vi fa soffrire d’un mal di capo che pare un cerchio di ferro che vi stringa la fronte. Ecco perchè, quando per circostanze particolari si vuol riscaldare di molto una camera per mezzo d’una stufa si deve mettervi un bicchiere o una coppa con dell’acqua. Molti credono che ciò si faccia per togliere l’odore cattivo che esalano alcune stufe, e specialmente, quelle di ferro, quando vengano accese; ma è questo un pregiudizio del volgo. L’acqua messa sulle stufe non serve che a togliere all’aria delle camere molto riscaldate l’eccessiva secchezza.
Un altro pregiudizio non meno grossolano e che fa spendere di molti quattrini agli ignoranti è quello di credere che il coke sia meno sano della legna. Il coke è sanissimo (Ndr – inquinante) come il carbone di legna, come il carbon fosssile, come le schegge di qualunque legno, come le fascine ed i fascinotti e la torba e la carbonella e le formelle (formagell), purchè la stufa sia buona e costrutta in modo da adattarsi al consumo del combustibile che si vuole adoperare.
Le stufe di ghisa e di lamiera sono le pessime fra tutte. Riscaldandosi rapidamente portano troppo presto ad un’elevata temperatura l’aria delle nostre camere e si raffreddano poi con eguale rapidità. Quelle di ghisa poi hanno qualche volta l’inconveniente di svolgere dell’ossido di carbonio, quando sono molto riscaldate, e Carret ha potuto dimostrare la presenza di quel gas micidiale nell’aria di una sala del collegio di Chambery della capacità di 264 metri cubici, e fortemente riscaldata per lo spazio di quindici ore con una stufa di ghisa.
Non ultimo danno di queste stufe è quello di dar luogo a facili scottature nelle case dove vi sono bambini e fanciulli. Se ne avete, cambiatele in altre di mattoni o di terra cotta o fatele rivestire con una camicia di queste stesse materie.
Non riscaldate mai le vostre camere ad una temperatura che passi i 15° C. Se siete sani e vigorosi accontentatevi anche di 10°. Piegatevi però sempre alle esigenze della vostra costituzione. Alcuni hanno bisogno di temperature molto elevate e sono specialmente i deboli, i nervosi, i vecchi; mentre altri sanno intrepidamente resistere a basse temperature. Val meglio però aver la camera calda e potervisi muovere liberamente o rimaner seduto a lungo, leggendo e scrivendo, senza intirizzire e senza ravvolgersi in mantelli e ficcar le gambe in un peloso guardapiedi…..
È errore di moltissimi il credere che si debba lasciar fredde le camere da letto. Molte coperte e non una stufa, non un camino; è un’aforisma che si ripete da quasi tutti colla sicurezza di pronunciare un domma igienico. È invece è una bestemmia, é un pregiudizio che ha già uccisi molti e molti, e ha reso malaticci altri che avrebbero potuto godere di buona salute. Le coperte da letto non recano calore, ma solo impediscono o meglio rallentano il disperdimento del nostro calorico; ma l’aria che respiriamo in una camera fredda entra così come sta nel nostro polmone, e se lo trova debole lo indebolisce ancor più e lo dispone ad ammalare. Noi, dormendo, rallentiamo i moti del respiro e il sangue si raffredda alquanto, abbiamo bisogno di un’aria tiepida che ci conforti.
So anch’ io che i robusti possono ridere della stufa e dell’igiene, ma Dio buono, nella nostra società quanti sono i robusti, quanti sono quelli che avendo tutti visceri perfettamente sani e le forze in tutta la loro prontitudine, vivono senza ammalare e muoiono di morte naturale sui 100 anni senza dolore? Quanti son dessi? Contateli. Io intorno a me non vedo che polmoni irritabili o nervi convulsivi o ghiandole scrofolose; io vedo molti cervelli stracchi e molti ventricoli di carta pesta; io vedo la tubercolosi estendersi ogni giorno e mieter vittime più del cholera e della febbre gialla sommate insieme. Or bene, a queste nature medicate, a questi organismi languidi convien riparare con ogni maniera di cure e di sollecitudini.

I nostri vecchi padri del Medio Evo battagliavano tutto il giorno e lavoravano in campo aperto, e, respirando sempre un’aria pura, avevano polmoni più robusti dei nostri e assai meno di noi diventavano tisici. Ed essi potevano impunemente accostarsi nelle loro gigantesche camere da letto, gelate si ma ricche di ossigeno e ben ventilate dalle grosse fessure delle mal costrutte finestre. Ma noi che all’opera dei muscoli abbiamo sostituito in gran parte il lavoro del cervello, noi che stiamo seduti lunghissime ore nelle scuole o negli uflizii, dove l’aria è misurata a centellini; e per riposare andiamo a seder di nuovo nei caffè attossicati dal fumo della nicoziana o nei teatri avvelenati da cento fiamme di gas e da migliaia di animali, intelligenti più o meno, ma tutti esalanti acido carbonico, acqua et similia; noi abbiamo poveri polmoni che d’un nulla s’ammalano, e non possiamo impunemente dormire otto o dieci ore in un’atmosfera che forse fa agghiacciare l’acqua del nostro bicchiere.
lo so per esperienza mia che a molti che nell’inverno si svegliavano tossendo o almeno occupati a sbarazzarsi dal catarro bronchiale perchè dormivano in camere fredde, ho consigliato di dormire in camere calde (s’intende a 7°, 8°, 10″, C.); e la tosse e il catarro son scomparsi e la loro salute si è migliorata.
Se avete cara la vita d’un vostro vecchio padre, d’un vostro bambino, d’un vostro delicato giovinetto, che forse colle sue gambe sottili e il suo petto gracile e incurvato vi fa nascere sospetti crudeli, riscaldate loro nei quattro mesi freddi dell’anno la loro camera da letto, e al falso aforisma del volgo: molte coperte e nessuna stufa, sostituite quest’altro: poche coperte e una temperatura tiepida e soave nella camera da letto.

P. MANTEGAZZA.

Da: L’universo illustrato giornale per tutti

Grazie a Google Libri


Paolo Mantegazza (31 ottobre 1831, Monza, Italia – 28 agosto 1910, San Terenzo è stato un medico, neurologo, antropologo, igienista, scrittore, divulgatore e politico italiano famoso, in particolare, per la sua scoperta del principio attivo principale della coca, fu in particolare un attivo promotore delle teorie igienistiche in Italia. (Wiki).