Kogi mito della creazione del mondo

Gli indios Kogi o Kaggabba chiamati anche Cogui, Kogui, Coghiu, Koga, Kagaba sono un popolo Amerindio della Colombia che abitano le pendici settentrionali della Sierra Nevada de Santa Marta. (https://es.wikipedia.org/wiki/Kogui.)
Traduzione interpretata In principio dei tempi c’erano solo mare e buio. Non c’era il sole, né la luna, parimenti nessun popolo, nessun animale e nessuna pianta. C’era solo un immenso mare.
Il mare è la madre.
La madre era acqua, immensa sterminata massa d’acqua, la stessa che troveremmo nei rii, nelle lagune, nei fiumi, nei mari. Così ella era nei principi dei tempi la sola entità esistente, venne chiamata Gaulchovang.
La madre però non era una persona come la intendiano ora, non era niente, non era neanche una cosa alcuna. Ella era Aluna. Era spirito, pensiero e memoria; causa genitrice dei procedimenti in atto. La madre Aluna esisteva da sola nelle profondità più infime di quel mondo fluido.
Dal momento stesso dell’esistenza di Aluna ebbe inizio la formazione dei mondi, si formarono le terre, in alto, sopra le acque, come anche oggi si trova il nostro mondo.
Ci sono stati, dai tempi della creazione, nove mondi, o meglio dire nove epoche che si sono sovrapposte una sull’altra: Il primo mondo era formato solo dalla madre, l’acqua, il buio e nient’altro. La madre si chiamava Se-ne-nulang e viveva insieme ad un padre chiamato Katakene-ne-nulang. Essi ebbero un figlio di nome Bunkua-so. Ma invero essi non erano persone, non erano nulla, non erano cosa alcuna. Essi erano solo essenza di spirito e di pensiero. Questo fu il primo mondo, il supporto su cui si sovrapposero i successivi.
Quindi un mondo si pospose sopra. Il secondo mondo. Anche per questo mondo ci fu un genitore, aveva la forma di una tigre, ma beninteso non era un animale, era sola la forma di una tigre, ella era Aluna.
Il seguente mondo, il terzo, si pose al di sopra. E finalmente cominciarono ad esserci degli essere viventi, ma non avevano le ossa ed erano senza forza. Erano come le larve e i vermi.
Quindi fu la volta del quarto mondo. La madre in quell’epoca venne chiamata Sáyagaueya-yumang e oltre alla figura del padre chiamato Sai-Tanna c’era un’altra madre di nome Disi-se-yun-Tana. Il padre di questo periodo fu il primo ad aver l’idea sepur primogenita di come dovevano esser fatti gli esseri, infatti ebbero corpo, gambe, braccia e teste, nel suo compito ebbe l’aiuto della madre Auine-nuláng.
Un altro mondo si formò e Enkuáne-ne -nuláng ne fu la madre. Prima di allora non c’erano ancora le case, ideate in questo quinto mondo non furono costruite con bastoni o canne e paglia, ma in Aluna, nello spirito, senza un bricciolo di materia. Kashindukua già esisteva allora con Noana-sé e Ndmaku. L’evoluzione degli esseri procedeva ma mancavano ancora le orecchie, gli occhi, il naso. Essi avevano solo i piedi. Ma la madre comandò loro di parlare, per la prima volta essi si espressero verbalmente ma non sapevano come o cosa dire, riuscirono solo a bofonchiare: sai-sai-sai (notte-notte-notte).
Sui cinque precedenti mondi al sesto posto si pose il nuovo mondo, la madre di quel periodo era Bunkuáne-ne-nuláng, il padre si chiamava Sai-Chaka, conformarono meglio il corpo di quei esseri viventi, che già avevano braccia, piedi e testa. In questo periodo nacquero i padroni del mondo, cioè quelli che vollero suddividere fisicamente il mondo in due parti. Nel lato sinistro c’era il signore Búnkua-sé Azul con nove Bunkua-so ed erano tutti blu. Nel lato destro c’era il signore il Búnkua-sé Negro anche lui con nove Bunkua-so ed erano tutti neri.
Quindi fu il tempo del settimo mondo e la madre fu Ahún-yiká. Il suo padre era Ahuínakatana. Nacquero in quei tempi quattro volte nove genitori e padroni del mondo. I primi nove erano: Seihukúkui, Seyánkua, Sintana, Kimáku, Kuncha-vitauéya, Aldauhuíku, Akíndue, Jantana e Duesángui. E’ da quel  mondo che ancor oggi si continua a vivere ancora, ma non era completo, infatti l’acqua imperava ovunque ed era tutto immerso nel buio.
Quindi per ultimo si formò il nono mondo. Si ebbe la presenza di nove Bunkua-sa Blancos. I padroni del mondo nel cielo sopra il mare trovarono un enorme albero sul quale costruirono una grande casa adoperando legno, paglia e rattan, la fecero ampia e robusta, simile ad una casa cerimoniale. Venne chiamata Alnáua. Ma ancora la terra non c’era ed era sempre buio.
Ecco come è stato il tutto. Così fu come nacque Sintana dalla madre, da un pelo del suo inguine imbrattato con il sangue del suo ciclo. Così si formò il primo uomo, soffiando gli diede vita. Quattro volte formò l’uomo, ma il primo era senza ossa, il secondo senza corpo, il terzo senza forza. Però il quarto uomo era un uomo come gli uomini di oggi. Ecco come è stato il tutto. Così nacque. Per primo nacque l’alluce del piede, poi il piede, il polpaccio, il ginocchio, poi la coscia, poi il tronco, le braccia e infine la testa. Ma ancora non aveva la lingua e non riusciva aparlare. Poi la Madre gli formò la lingua. Così nacque il primo uomo. La madre lo battezzò e lo chiamò Sintana.
Il mito continua con Sintana che nasce in una casa fatta di schiuma d’acqua, e la nascita di nove figli e di nove figlie, l’associazione di esse con il possedimento di nuove terre.
Chi volesse continuare a leggere potrà trovare sul sito dell’UNAD: Nacional Abierta y a Distancia il mito in lingua spagnola, a sua volta “tornado” dal sito: http://www.unimag.edu.co/antropologia/mi tos_kogi.htm (questo indirizzo non è più attivo?) o dal sito: http://www.adepac.org/inicio/articulos-2/mitos/mitos-colombianos/kogi-creacion/
n.d.a. Mi sono domandato mentre cercavo informazioni sui miti dei kogi perché molte Accademie di Psicologia, di Sociologia, di Antropologia rivolgessero le loro attenzioni su queste popolazioni Colombiane. Man mano che procedevo nella traduzione del mito della creazione del mondo cominciai a capire quanto possano essere importante i comportamenti umani, sessuali, sociali, della cultura dei Tayronas. E le cose sono diventate difficili, entrano in gioco comportamenti di Esogamia, Matrimoni Spirituali con piante ed oggetti, l’uso quotidiano della droga, Insomma per riuscire a capire bene il mito bisognerebbe sospendere il nostro concetto moderno e cercare di capire le altre possibili alternative antropologiche e mistiche.
Nel mezzo del mare c’era una piccola casa. Si chiamava Nyídulúma “Spuma dell’acqua”. In questo casa nacque Sintana. Sintana nacque in mare. E’ nato nella Casa di schiuma, al buio, in acqua. Aveva paura nel nascere. Non c’era ancora nessuna terra, nessuna persona, nessun animale, neanche le piante e nemmeno il cibo. Non c’era il sole e la luna. Tutto era al buio.
Quando nacque Sintana la madre non aveva marito, Sintana nacque con la congiunzione di sua madre con un “baston de madera”. Per cui un dì sua madre rimase incinta e dopo nove mesi diede alla luce nove figli. Così nacquero i padri e i padroni del mondo. Così sono nati Sintana, Seihukúkui, Seyánkua, Kímaku, Kunchavitauéya, Aldauhuíku, Jantána y Duesángui.
La madre allora sembrava un uomo. Aveva barba e baffi e indossava borsa a sacco e Poporo: https://es.wikipedia.org/wiki/Poporo_quimbaya ordinò ai suoi figli di fare i mestieri da donna, come di andare a prendere l’acqua, cucinare e lavare i vestiti. Questo non era giusto. E i bambini non la rispettarono. Si burlarono di lei. Ma un giorno, la madre diede ai figli i suoi poporo, le sue sacche e anche i baffi e la barba. Cominciò a portare l’acqua da sola per cucinare e lavare i vestiti. Questo era giusto, così i suoi figli tornarono a rispettarla.
Ma ancora non c’erano donne. I figli della madre non tenevano mogli, perciò ognuno era accasato con una cosa, uno con una pentola, l’altro con un telaio, un altro ancora con una mola. Non sapevano cosa fosse una donna. Soddisfavano la terra e pensarono che fosse una donna.
Poi, dopo nove mesi dopo, la Madre ancora una volta diede alla luce dei figli. Ecco come è stato tutto questo.  Sintana con  il bastoncino del suo poporo e appoggiò sull’ombelico della Madre un pelo, un’unghia di lei e una pietra piccola, chiamata  Kággaba-kuítsi e impugnando  il bastoncino del poporo li ha fatto entrare nel corpo della madre.  Così la madre figliò nove figlie. Così nacquero Nabobá, Séi-nake, Hul-dáke, Shivaldungáxa, Nunkalyi, Nábia, Lumíntia, Hélbyel-dake y Kalbexa. Così la Madre teneva nove figlie, le nove terre. Così nacque la Terra bianca. la Terra Rossa, la Terra gialla, la Terra azzurra, la Terra sabbiosa, la Terra bruciata, la Terra come cenere, la Terra rocciosa, la Terra nera…
(continua… http://datateca.unad.edu.co/contenidos/434204/Protocolo_y_Modulo/
Exe_Modulo/leccin_41__mitos_colombianos_mito_kogi_de_la_creacin.html
).
Approfondimenti:
*** La struttura sociale dei kogi: https://antipoda.uniandes.edu.co/datos/
pdf/descargar.php?f=./data/Rev_antigua/v02n1-2.pdf
**** Mitología kágaba: Sintana = Padre de los indígenas, roba a Kasaugue el principio vegetativo para poblar la tierra de plantas; trae la coca al mundo para beneficio de los indígenas; recibe el gobierno de manos de su madre y de allí en adelante no mandan las mujeres sino los hombres; recibe para sí la región de Palomino. Es hermano de Lawiku, Kakawiku y Námsiku. Es hijo de Luitsama y Seraira. Terana = Padre bondadoso, con poderes sobrenaturales que salvó a Kimaku de la tentación. Kimaku = Uno de los primeros hombres, inventó el idioma para secar la tierra del pantano que… (continua… http://www.icanh.gov.co/index.php?idcategoria=8088) descargar Vol. 2, n. 5-6c.pdf [704 kB]
***** Mitos Colombianos: Mito Uitoto de la Gran Serpiente: http://datateca.unad.edu.co/contenidos/434204/Protocolo_y_Modulo/
Exe_Modulo/leccin_42__mitos_colombianos
__mito_uitoto_de_la_gran_serpiente.html
****** ¿Quiénes son los Mamos?: http://www.lamochilaarhuaca.com/2010/11/15/qui%C3%A9nes-son-los-mamos/
******* Antrocom onlus: Kogi, potere e retorica “verde” con delle belle foto: www.veneto.antrocom.org/veneto/pdf/kogi1.pdf
In Italiano sul mito della creazione del mondo dei Kogi c’è poco o nulla, spero che la divulgazione in lingua italiana di una parte del suddetto mito, non abbia violato qualche copyright, chiedo venia e cancellerò subito se mi perviene tale richiesta all’indirizzo: [email protected]