IMPRESSIONI SU VENEZIA – 1859

Ora che il caldo ci fa desiderare l’ onda marina, conduciamo i nostri lettori nella bella città della laguna pubblicando alcuni disegni che ne riproducono i tratti più caratteristici.
Sono schizzetti tirati giù alla buona tra una boccata e l’altra di fumo, mentre i monelli giuocavano a rimpiattino fra le gambe del povero pittore, mentre le comari sedute in circolo ingombravano le anguste callette, mentre il sole inondava di bionda luce la laguna dando il barbaglio agli occhi stanchi di mobilissimi riflessi.
Torna inutile spiegare, dacché tutti sanno oramai come qualmente Venezia sia attraversata per ogni dove da stretti canali pieni di ombre e di colore, e com’essi sieno di continuo solcati dalle gondole misteriose che vanno e vengono in silenzio quasi per paura di sturbare la dolce poesia.
Il silenzio è una delle note caratteristiche di Venezia, si che allo svolto di ogni calle par sempre di doversi incontrare faccia a faccia con quel messere dalle scarpe di feltro e dal mantel bruno.
Fra i tipi caratteristici di questa città non vanno obliate le perlaie, (Impiraresse)

Le perlaie

che nei più poveri quartieri, passano le giornate a infilar perle, per guadagnarsi pochi centesimi; come pure è tipo caratteristico il ganzèr, il vecchio barcaiolo, debole, inabile ormai al lavoro, che si incontra in tutti gli approdi che attira con un ferro uncinato la gondola alla riva e ve la tiene ferma acciocchè possiate scendere.

Anche i piccioni che da secoli nascono, si moltiplicano e muoiono a Venezia, stupiscono gli stranieri per la loro dimestichezza. Accoccolati lassù sulle cornici e fra gli archi delle Procuratie di San Marco i poveretti filano la vita sempre in attesa di un po’ di becchime che li nutra.
Gettate a terra un chicco di grano e li vedrete scendere á folate e batter l’ali e tubare e posarvisi sulle spalle, sopra le braccia e fin nelle mani. Quante feste per un chicco di grano!
Venezia è Venezia: an italian dream, un sogno italiano, lo ha detto un grande romanziere inglese, nè io trovo parole più adatte a definire un cosi altissimo soggetto.

Tratto da: La ricreazione per tutti: raccolta di letture piacevoli, Volume 2 – 1859

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