I Druidi

I Druidi osservavano due feste in ogni anno. La prima aveva luogo all’inizio di maggio ed era chiamata Beltane o “fuoco di Dio”. In questa occasione si accendeva un grande fuoco su qualche luogo elevato, in onore del sole, la cui benevolenza di ritorno veniva accolta così dopo l’oscurità e la desolazione dell’inverno. Di questa usanza rimane una traccia nel nome dato a Whitsunday in alcune parti della Scozia fino ad oggi. Sir Walter Scott utilizza la parola nella canzone della barca nella Signora del Lago: –

“Il nostro non è un alberello, seminato per caso dalla fontana,
che fiorisce a Beltane in inverno per svanire”.

L’altra grande festa dei Druidi era chiamata “Samh’ in”, o “fuoco della pace”, e si teneva a Hallow-eve (primo di novembre), che conserva ancora questa denominazione nelle Highlands della Scozia.
In questa occasione i druidi si riunivano in conclave solenne, nella parte più centrale del distretto, per esercitare le funzioni giudiziarie del loro ordine. Tutte le questioni, sia pubbliche che private, tutti i crimini contro la persona o la proprietà, erano in questo momento portate davanti a loro per essere giudicate.
Con questi atti giudiziari erano combinati alcuni usi superstiziosi, in particolare l’accensione del fuoco sacro, da cui tutti i fuochi del distretto che erano stati scrupolosamente spenti in precedenza, potevano essere riaccesi.
Questo uso di accendere fuochi alla vigilia di Hallow rimase nelle isole britanniche molto tempo dopo l’instaurazione del cristianesimo.

The Age of Fable: Or, Beauties of Mythology
Di Thomas Bulfinch

John Canon O’Hanlon MRIA (30 aprile 1821 – 15 maggio 1905)[1] è stato un prete, studioso e scrittore cattolico irlandese che ha anche pubblicato poesie e illustrazioni e si è impegnato nella politica irlandese.
È meglio conosciuto come folklorista e agiografo, e in particolare per le sue esaurienti Vite dei santi irlandesi.

(1) MRIA – Member of the Royal Irish Academy

Irish folk lore: traditions and superstitions of the country: with humorous …

Di John O’Hanlon

CAPITOLO XXV.

LA VIGILIA DI OGNISSANTI, CON LE SUE VARIE DIVINAZIONI E USANZE FESTIVE

“Alcune persone allegre e amichevole della contea
si riunirono insieme,
Per bruciare i loro pidocchi, e per spulciare le loro scorte,
E festeggiare il loro Halloween,
Fu’ allegra quella notte.”-

BURNS.

“Hanno riso intorno a molte mele, hanno bruciato le noci con gioia, “E alcuni presto si sposeranno, e alcuni navigheranno il mare! Hanno ballato per l’antico pifferaio, hanno scherzato e cantato tra di loro, e raccontarono le loro meravigliose leggende, ogni sferragliante, gaio lavoratore!”

In tutte queste isole sembra essere prevalsa una grande somiglianza per quanto riguarda gli sport e gli incantesimi praticati tra i nostri contadini alla vigilia di AllHallows (Ognissanti). Molte di queste usanze stanno rapidamente scomparendo. Ma un tempo, non si può dubitare, che avessero un legame con certe feste pagane. Attualmente sono in parte continuate, in quanto offrono l’occasione per divertimenti sociali e conviviali, soprattutto tra i nostri giovani.

Oidhche Shamhna è tradotto da “All Saints’ Eve”, nell’Irish Dictionary di O’Brien; e in O’Reilly, Samhain è tradotto “All-Hallows’ Tide”, “All-Saints’ Tide”.
Ci viene detto dal generale Vallancey che il Mi-Saman degli antichi irlandesi cadde nel mese di novembre. Si diceva che fosse chiamato Mi Du, o Dubh, il mese del lutto, perché era una stagione designata dai Druidi per una solenne intercessione dei vivi e per le anime dei defunti che avevano lasciato la vita nell’anno precedente.
Si dice che Samhain, dal dottor O’Donovan, sia stato composto dalle parole irlandesi Sam, che significa “estate”, e fuin, “fine”.

Siamo poi informati che i druidi insegnavano la dottrina pitagorica sulla trasmigrazione delle anime. Queste erano chiamate al giudizio in questa stagione da Baal Samhan. Secondo i loro meriti o demeriti nella vita passata, le anime erano assegnate ad entrare in corpi umani o della specie bruta. Lì dovevano essere proporzionalmente felici o miserabili durante il loro prossimo periodo di dimora su questo globo sublunare. Ma la punizione delle persone malvagie poteva essere alleviata dall’impiego di incantesimi e arti magiche, o per mezzo di sacrifici fatti dai loro amici a Baal. Perciò la vigilia di All-Hallows – Ognissanti – era chiamata la Notte o la Vigilia di Samhan. Il giorno seguente era una grande festa, in cui si diceva che si offrissero sacrifici di pecore nere* per gli spiriti defunti, mentre i Druidi esibivano ogni possibile descrizione di incantesimi o magie naturale. Si dice che questa grande festa dei druidi sia continuata fino all’inizio di dicembre

Circa un secolo prima dell’era cristiana visse Eochaidh Aireamh, monarca d’Irlanda. Nella Sluaghid Dathi Co Sliabh n-Ealpa, o Spedizione di Dathi sulle Montagne Alpine, un druido di nome di nome Finnchaemh, raccontò una storia nel Libro di Leinsterthis che l’antico palazzo di Cruachain, a Roscommon, era stato costruito dal primo monarca nominato. Dopo che fu eretto sulle terre dei Feara Cul di Teffia, e nella seguente festa di Samhain, o vigilia di novembre, il loro re, Mormael, invitò il monarca d’Irlanda ad assistere * Confronta Virgilio nelle sue Georgiche, lib. iv., riga 547 :

“Et nigram mactabis ovem, lucumque revises.”

in questa grande solennità. Accogliendo la sua richiesta, Eochaidh Aireamh fu assassinato a tradimento nella notte ed fu trovato morto la mattina dopo, dalla sua stessa gente. Gli assassini sfuggirono all’indagine e riuscirono, inoltre, ad imputare il loro crimine all’agenzia segreta dei Tuatha De Danaan.

Il celebre re Dathy andò da Tara a Ballyshannon, in prossimità di questa grande solennità cristiana di novembre, come ci racconta il professor O’Curry. In questa vigilia della grande festa di Sambain, desiderava che i suoi druidi potessero accertare per lui, mediante i loro incantesimi, qualunque incidente dovesse accadere da quel momento fino a quando non fosse sopraggiunta un’altra vigilia del genere, riguardo al suo e al destino del suo paese.
In ottemperanza a tali istruzioni, i suoi druidi lasciarono l’accampamento in segreto con il re, e tutti arrivarono a tempo debito nella pianura di Ratb Archaill, dove si trovavano altari e idoli dei druidi. La regina di Dathi, Ruadh, aveva un palazzo in queste vicinanze, e in un luogo ancora conosciuto con questo nome, nella parrocchia di Screene e nella contea di Sligo.
Qui il re dormì per la notte, mentre Doghra, il druido, si rifugiò a Dumha na n-Druadh, o tumulo del druido, non lontano. Dopo l’esercizio della sua arte, e al sorgere del sole la mattina seguente, il druido si recò nella camera da letto del re.
Doghra annunciò allora di aver consultato le nuvole degli uomini di Erinn. Scoprì che il re doveva presto tornare a Tara, quando avrebbe invitato tutti i re e i capi delle province ad una grande festa. Allora Dathi avrebbe dovuto decidere con loro di intraprendere una spedizione in Albain, Gran Bretagna e Francia, seguendo le orme conquistatrici di Niall dei Nove Ostaggi.

È stato registrato che l’antica milizia d’Irlanda si recava nei quartieri invernali o oidhche Shamhna go Beilteine; cioò dalla vigilia di Ognisssanti (All-Hallows’ Eve) fino al giorno di maggio.
Si dice che Mi-gam significhi il mese di novembre; e si pensa che i matrimoni erano allora più comuni in Irlanda che in qualsiasi altro mese.
Alla grande festa periodica di Samhain, troviamo affermato, che poeti e professori di tutte le arti si sono riunivano. Portavano con loro anche delle tavolette; ed è probabile che queste fossero stati utilizzate allo scopo di registrare, in versi o in prosa, varie cerimonie o incidenti che passavano sotto la loro osservazione.

Fino a che punto le feste o gli incantesimi moderni di All-Hallows’ Eve (vigilia di Ognissanti)siano derivati da antichi riti o cerimonie cristiane si dimostrerebbe una domanda difficile da determinare. Ma questo periodo dell’anno ha formato una sorta di era, notevole per le sue peculiari osservanze presso i nostri antenati.

Alludendo alla vigilia di All-Hallows, o Veglia di Saman, (Ognissanti) il generale Vallancey fa menzione degli usi prevalenti in voga tra i contadini irlandesi durante il secolo scorso. Una delle loro pratiche era di radunarsi con bastoni e mazze, andando in giro da una casa all’altra, raccogliendo denaro, focacce, burro, formaggio, uova, ecc., per una festa. Essi richiedevano tali viveri in nome di San Colombano (St. Columbkille), desiderando che i loro patroni mettessero da parteil vitello grasso e portassero fuori la pecora nera. Venivano ripetuti dei versi in onore di questa solennità. Le buonee donne erano impiegate nell’impastare, nel cuocere il griddlecake (torta alla piastra) e nella fabbricazione delle candele. Queste ultime venivano inviate di casa in casa nei dintorni. Venivano accese il giorno successivo, dedicato a Saman. Davanti a queste candele i destinatari pregavano, o avrebbero dovuto pregare, per il donatore.

Ogni casa o fattoria abbondava delle migliori vivande che i suoi proprietari potevano permettersi. Mele e noci venivano divorate in abbondanza. I gusci delle noci venivano bruciati su una parte pulita del focolare, e molte strane predizioni venivano annunciate dall’aspetto delle ceneri. I cavoli venivano strappati dalla radice da ragazzi e ragazze bendati, verso le dodici di mezzanotte.

Si supponeva che le loro teste e gli steli indicassero alcune peculiarità fisiche o mentali, come l’ordine, la sciatteria, ecc., di un futuro marito o moglie. I semi di canapa venivano seminati dalle fanciulle ed esse credevano che si sarebbe vista un’apparizione, se avessero guardato dietro un uomo (alle spalle), destinato a essere il loro futuro sposo.

Alla fine di queste cerimonie appendevano una veste davanti al fuoco. Stavano sedute come di guardia durante la notte, ma nascosti nell’angolo di una stanza, o più spesso guardando attraverso il buco della serratura di una porta chiusa. Pensavano che un’apparizione dell’uomo destinato a futuro marito sarebbe scesa attraverso il camino e sarebbe stata vista girare l’indumento.
Lanciavano un gomitolo di lana da una finestra e poi lo avvolgevano su un rocchetto tenuto all’interno della casa. Credevano, ripetendo un Pater Noster al contrario e guardando fuori dalla finestra, che avrebbero visto il suo sith o apparizione. I ragazzi, e talvolta le ragazze, tuffavano la testa e le spalle in una vasca piena d’acqua, cercando di tirare su con la bocca una mela o del denaro gettato in essa.

Mele e candele accese erano infilzate a bastoni trasversali, sospese con corde al tetto a coppie, e le prime giravano in rapido movimento dallo srotolamento del filo. Durante questo movimento il contadino si sforzava di afferrare una mela con la bocca, evitando se possibile la fiamma.
Queste e molte altre cerimonie giocose o superstiziose, che si dice fossero reliquie di riti druidici, erano osservate in questo periodo. Vallancey pensava che non avrebbero mai potuto essere sradicate finché il nome di Saman fosse rimasto; ma questo nome e le loro cerimonie stanno già cadendo rapidamente nell’oblio.

A volte le ragazze fanno un indovinello e raccolgono una quantità di grano battuto, che setacciano, credendo di vedere un futuro sposo prima che il loro lavoro sia finito.
Era anche consuetudine mettere tre piatti davanti a una persona bendata, che veniva condotta verso di loro. Uno dei piatti conteneva acqua, un’altra terra e il terzo pasto. Se la persona metteva la mano nell’acqua, indicava che doveva vivere più a lungo di un anno; se sulla terra si pensava che dovesse morire prima della fine di un anno; se nel pasto preannunciava il raggiungimento della ricchezza.
Il Collcannon viene preparato in questo periodo, lavando e facendo bollire patate, cavoli, carote, rape e pastinache, cosparse di sale e pepe. Un pezzo di burro fuso viene posto sulla parte superiore di questo piatto e il pasticcio viene mangiato senza nessun altro condimento.
Le giovani donne escono a mezzanotte e gettano un gomitolo nel fondo di una fornace da calce, tenendo il capo del filo. Se la ragazza tira su, e se nulla trattiene il filo, è un segno che l’avvolgitrice morirà celibe. Se lo sente strattonare, chiede: “Chi tira il mio filo?” quando si suppone che il suo futuro marito le darà il suo nome, le apparirà.
A volte apparirà invece un demone; e quest’ultimo evento indica che la sua morte non è lontana. Queste usanze sono quasi del tutto estinte; ed erano considerate troppo strettamente alleate con la diableria e la magia, per essere usati da chiunque tranne i praticanti più avventati e non cristiani.

È consuetudine che alla vigilia di Ognissanti le giovani donne e le loro amiche mettano su una pietra ben riscaldata e liscia del focolare, o sulle sbarre di una grata, due o più nocciole. Questi sono chiamati dopo come i nomi dei presunti amanti; e sono guardate con grande ansia, mentre bruciano davanti al fuoco. Una credenza popolare nelle varie contingenze, che possono derivare dal processo, è stata così versificata, in una raccolta di poesie pubblicata da Charles Graydon, a Dublino, all’inizio del presente secolo. Le righe sono estratte da un brano intitolato “On Nuts’ Burning, All-Hallows’ Eve” e sono le seguenti:

“Queste noci ardenti sono veri e propri emblemi
Di ciò che nella vita umana vediamo:
La coppia male assortita si agita ed esala,
Così nella lotta si consumano;
Si allontanano selvaggiamente l’uno dall’altro
E con un rumore per sempre si separano.
Ma guarda la coppia felice
Di amore genuino e verità sincera;
Con affetto reciproco mentre bruciano,
Encora si rivolgono gentilmente l’uno all’altro;
E mentre le scintille vitali decadono,
Insieme sprofondano dolcemente:
Fino a che la dura prova della vita non sarà passato,
Le loro ceneri mescolate riposano alla fine”.

I falò erano anticamente accesi in questo periodo, così come in piena estate. Quando le braci si erano in parte consumate, coloro che si radunavano erano soliti lanciarle in varie direzioni, o talvolta l’un l’altro, con non lieve pericolo per coloro che non erano abili nel parare o fuggire dai tizzoni ardenti.
Tra gli uomini e i ragazzi questo era considerato solo un divertimento, per quanto pericoloso potesse rivelarsi per gli individui; ma si pensa che sia stato collegato con antichi incantesimi druidici o cristiani. Le strade principali o le piazze del mercato delle città e dei villaggi, o i giardini delle fatati e gli incroci nelle località di campagna, erano solitamente scelti per accendere questa pila di Samhan.
Si suppone che i druidi consegnassero o distribuissero i tizzoni di questo fuoco di novembre alle gente, che aspettava di accendere con essi i fuochi il giorno successivo.

Sciogliere il piombo in un vasetto di grasso e poi versarlo attraverso le protezioni della chiave della porta, in una bacinella o tinozza d’acqua, era fonte di grande divertimento. Dalle forme fantastiche che assumeva in seguito, quando sufficientemente raffreddato, si traevano vari pronostici riguardo alle sorti di quella persona che deteneva la chiave durante il processo precedente. Castelli, botteghe, casali e uffizi, navi e vari strumenti di commercio. Questi oggetti grotteschi avrebbero dovuto avere un certo rapporto con i giovani indovini, nel loro successivo viaggio attraverso la vita.

Alla vigilia di Hallow Eve, nelle Highlands scozzesi, un mazzo di ginestre veniva attaccato a un palo, e questo materiale combustibile venne dato alle fiamme dopo il tramonto. Il portatore, accompagnato da una grande folla, correva per o intorno al villaggio. In seguito, gettato a terra il suo fardello, una grande quantità di fascine e di materia infiammatoria fu ammucchiata sulle braci ardenti, finché fu acceso un grande falò, che illuminò il luogo circostante.
Questa pratica è una presunta reliquia del druidismo; infatti gli antichi Concili gallici proibivano ai cristiani di portare in giro le torce, mentre gli accensores facularum erano condannati alla pena capitale, essendo questo considerato una sorta di sacrificio demoniaco.

Usanze simili sembrano aver prevalso in Irlanda; ed è abbastanza probabile che, in tempi molto remoti, siano stati usati ulteriori incantesimi.

Si ritiene che, alla vigilia di All-Hallows, hobgoblin (folletti), spiriti maligni e fate, facciano una grande festa e che viaggino all’estero in gran numero. L’oscuro e cupo Phooka è quindi particolarmente malizioso e molti mortali vengono rapiti nella terra delle fate. Quelle persone portate via ai rath sono spesso viste in questo momento dai loro amici viventi, e di solito accompagnano una cavalcata fatata.
Se incontri le fate, si dice, alla vigilia di All-Hallows, e getti loro la polvere presa da sotto i tuoi piedi, saranno obbligate a consegnare qualsiasi essere umano prigioniero appartenente alla loro compagnia. Benché questa serata fosse tenuta in allegria nelle cascine, tuttavia coloro che si riunivano insieme desideravano andare e tornare in compagnia di altri; poiché nel numero si otteneva una garanzia tollerabile, pensavano, dalle influenze maligne e dalle pratiche degli spiriti maligni.