DI QUA’ A DUECENTO ANNI

1858 -2058


Da qui a duecent’anni! Che cosa sarà il mondo?
Anch’io, come molti de’ miei lettori – e come tutte le se il signor Battista, il mio vicino del caffè dopo aver letto la nostra corrispondenza dell’Espero, e i prodigi d’eloquenza di Cajo Mario – anch’io mi son posto quel problema.
Io e il signor Battista ci abbiam fatto intorno delle discussioni degne di un Congresso scientifico, o del corrispondente torinese della Gazzetta di Milano, il quale l’altro dì vedeva gli zuccheri piuttosto animati, e le lane che si risvegliavano.
Il signor Battista conchiudeva sempre col dire che fra duecent’anni l’uomo avrebbe potuto digerire a vapore e pensare a macchina: due invenzioni, egli dice, che porteranno l’umanità al maggior grado di felicità possibile.
La mia conclusione era invece, che ammessa la legge del progressivo perfezionamento, da qui a duecent’anni gli uomini saranno più matti di quel che lo siano presentemente.
Ho dovuto convicermi, dopo la lettura di una recente e profonda dissertazione sul Tabacco, che io non ho maggior ragione del signor Battista, il quale ha torto.
Coll’autorità di quella dissertazione ho l’onore di dirvi – con sicurezza matematica – che a quell’epoca, cioè a mezzo il secolo XXI il mondo non sarà popolato che da… imbecilli; gli uomini avranno raggiunto il massimo grado d’imbecillità!
Non è un avvenire troppo ridente, ma è almeno sicuro: come due e due fan quattro.
Ve lo dimostro.
Partiamo da un fatto certo. È un fatto che oggi si fuma: un altro fatto è pur questo che oggi si fuma più di ieri: domani si fumerà più che oggi; ponetelo come un fatto futuro, egualmente certo. Anche gli zigari non possono rimanere estranei alla legge del progresso, fossero pur fumati dai redattori dell’Armonia.

Dieci anni sono non si fumavano nel Piemonte che dieci milioni di franchi: oggidì se ne fumano venti: che ripartiti su 5 milioni di abitanti danno quattro milioni per abitante… cioè quattro abitante per milione….. ossia…..
Un corno! che questo calcolo non monta.
Abbiamo dunque tre fatti: scriviamo il due.
Un quarto fatto è l’azione narcotica del tabacco.
Il tabacco, dicono i medici, come l’oppio, la bolletta, il bastone, e gli altri narcotici, agisce sul cervello e sulla facoltà intellettuali, vale a dire, narcotizza, assopisce, imbecillisce.
Quest’effetto naturalmente dura e continua nell’organismo e si trasmette.
Attenti, che siamo a cavallo. Voi, per esempio, siete imbecille….. cioè, pardon, io, non voi: io, in grazia del tabacco, sono imbecille come tre: non come tre imbecilli, ma nella proporzione di tre.
Siccome l’imbecillità al terzo grado non è causa impediente il matrimonio, così io mi ammoglio: il cielo mi accorda un figlio; questo mio figlio – suppongo che sia proprio mio – viene al mondo coi tre gradi d’imbecillità che la mia paternità gli ha trasmessa.
Ma questo figlio si dà al fumare: quindi acquista, a misurar scarso, altri 3 gradi d’imbecillità: totale gradi 6.
Eccovi mio figlio già possessore di 6 gradi. Con questo patrimonio egli non si tiene sicuramente dal pigliar moglie. Il Cielo accorda anche a lui un tenero frutto della sua legittima unione.
Ricominciate l’operazione ed avrete in questo tenero frutto 9 gradi d’imbecillità! È già un bel interesse alla terza generazione!
Calcolate su 33 generazioni ed alla 33 generazione avrete raccolti e condensati nella mia sola discendenza un 100 gradi d’imbecillità – cifra rotonda.
Estendete il calcolo da me a tutti i malsani che fumano, ed otterrete, cifra totale, i milioni di gradi d’imbecillità che possederanno i nostri posteri al 33° grado!
Qui scrivete l’altro due: addizionate, due e due fanno quattro. Eccovi dunque matematicamente dimostrata la tesi che fra duecento anni il mondo sarà popolato di imbecilli.
E che imbecilli! Scommetto che se a quell’epoca Dumas-Corelli facesse rappresentare il suo Robespierre, lo trascinerebbero in trionfo in Campidoglio, per ricevervi la corona dalle mani del Pirata.

Con ciò non vo’ dire che il pubblico dell’Alfieri, che ne chiamò la replica e il Pirata che lo lodó, sian gente che non fumi. Au contraire.
Fra duecento anni noi non ci saremo più; non potremo quindi godere dello spettacolo che allora presenterà il mondo.
Confortiamoci però col pensiero che quell’avvenire non può fallire.
Sul Bilancio pel 59 il Conte Cavour ha fatto conto su un aumento di un paio di milioni almeno nella Categoria Tabacchi! (*)

Btz.


(*) Avverta il lettore che l’autore nello scrivere questo articolo consumò quattro sigari.

Tratto da:
Pasquino giornale umoristico, non politico, con caricature

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