Credenze popolari del Bellunese e comuni all’intiera Italia

C. BOTTECCHIA

Segni precursori infallibili di pioggia e temporale sono i seguenti: Il gatto, quando lavandosi, come si dice, il viso, oltrepassa colla zampa l’orecchio. I corvi che volando in frotta gracchiano tristamente. Così le rondini che volino rasente terra annunziano pioggia imminente, e i contadini credono, anche se in cielo splenda fulgido il sole.
Scatenatosi il temporale, non c’è di meglio che raccogliersi in casa, accendere la lampada innanzi alla Immagine e recitare insistentemente, misti alle preghiere comuni, i seguenti versi:

Santa Barbara e San Simon
Liberene dalla saetta e dai tron;
Santa Barbara benedetta
Liberene dalla saetta.

Quando il temporale minaccia tempesta, il sagrestano deve suonare a stormo le campane, fino a che il tempo si sia acquetato, con quanto pericolo è facile immaginare.
Nella notte di San Giovanni (24 giugno) le ragazze da marito del contado usano, nel costume di nostra madre Eva, andare ad avvoltolarsi in un prato sulla rugiada della notte.
Oppure espongono un catino all’aria libera e al mattino si lavano il viso con l’acqua che in esso vi trovano.
Altre invece prendono un fiasco mezzo ripieno d’acqua e in esso versano l’albume di un uovo: quindi espongono il tutto fuori della finestra. Alla mattina osservano; e secondo le forme prese dall’albume, si sforzano d’indovinare il mestiere del futuro marito. Inoltre, per tutta quella notte, si devono suonare le campane del villaggio.
Al primo giorno di marzo ogni donna deve uscire al mattino dalla porta di casa retrocedendo perchè il sole non offenda il viso e non faccia diventar bruna la pelle.
Al primo giorno dell’anno bisogna far attenzione a chi si incontra primo: se è una donna pregnante, è segno di disgrazia: se è un prete, è pure sciagura: é presagio invece di molta fortuna l’incontrare una persona gobba, massime se uomo.
I millepiedi (nel dialetto fortune) apportano buona ventura nelle case in cui sono trovati.
Le comete sono ritenute infaustissime, segni precursori di guerre, stragi e terremoti.
In un banchetto, è lieto presagio il rovesciarsi accidentale d’un bicchiere di vino: è tristissimo invece lo spandersi del sale.
Ripiegare la salvietta alla fine di un pranzo offerto è segno che non si vuole in avvenire accettare di tali inviti, ed è quindi offesa che si fa ai padroni di casa.
Offrire uno spillo, anche se domandato, è presagio che sta per rompersi l’amicizia fra le due persone.
L’urlo della civetta è presagio assai cattivo di morte o almeno di disgrazia.
Il canto del cuculo indica alle ragazze da marito quanti anni ci vorranno prima che trovino il sospirato sposo. Viene interrogato in questo modo:

Cucco, bel cucco dalla coda rizza,
Quanto ghe voralo prima che me fazza novizza?

· Cuculo, bel cuculo, dalla coda arricciata, quanto ci vorrà prima che io mi faccia sposa

Si crede pure che ogni gallo arrivato all’età di sette anni deponga un uovo, da cui nasce il basilisco (in dialetto «basilisch») bestia immaginaria creata dalla fantasia popolare. Ma ciò non è ancora mai stato visto, perchè il gallo non arriva a tale età.
Tagliandosi le unghie ogni lunedì si è certi che non si soffrirá male di denti.
Quando la legna, ardendo sul focolare, cigola rumorosamente (non del solito cigolio) è segno che devono arrivare forestieri o lettere importanti.
Venerdì è giorno infausto, e così il martedì: ogni opera incominciata in venerdì non si terminerebbe mai, e cominciata in martedì andrebbe a finir male; perciò si dice qui, come in Toscana, o in tante altre parti d’Italia:

Nè de Venere, nè de Marte
No se sposa, nè se parte.

Il tintinnio che si sente talvolta nell’orecchio, indica che qualcuno parla bene di noi se si sente nell’orecchio destro, male se nel sinistro.
Quando ci cade di mano due o tre volte lo stesso oggetto, è segno che qualche persona ci desidera.
I ragni che abbiano sette gambe portano grande fortuna.
La rondine quando fa il nido nell’interno di una casa, vi apporta la felicità, e perciò nessuno si azzarda di disturbarla.
È presagio di fortuna anche quello di trovare in un prato un trifoglio con quattro foglie.
Il rovesciare l’olio porta disgrazia: cosi anche il rompere uno specchio.
Pungersi con un ago od altro oggetto appuntito è segno che qualche persona in quel momento pensa bene di noi e ci desidera.
Se in una stessa famiglia muoiono di seguito due persone, è segno che una terza deve presto loro tener dietro.
Così se uno muore a occhi aperti, chiama un altro della famiglia con sé.
Quando in una camera d’ammalato si ode il tic-tac del tarlo che corrode un mobile, è segno sicuro che l’ammalato è prossimo alla sua fine.
Così pure è segno d’imminente morte il ripiegare delle coltri e il lanciarle lungi da sè che fa l’ammalato.
Numeri buoni apportatori di fortuna sono il 3 ed il 7; numero nefasto è invece il 13 detto volgarmente numero di Giuda.
In ogni stalla dei nostri contadini si tiene l’immagine di Sant’Antonio, protettore contro le disgrazie del fuoco.

Belluno, marzo 1894

C. BOTTECCHIA

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