Bambole antiche e moderne


Pare impossibile… ma in questo mondo se ne vedono tutti i giorni delle nuove!
Vale a dire che tra le esposizioni mondiali, d’ogni genere, vi è stata anche quella delle bambole.
Sicuro! una mostra di tutte le bambole che possedeva da fanciulla la regina Vittoria, fu fatta a Londra, non moltissimi anni or sono, ed il pubblico accorse curioso a vedere quella graziosa assemblea di variate pupattole; dalla grande ed elegante bambola di cera vestita all’ultima moda del 1830, a quella d’Olanda, piccola, fatta di legno, dalla stupida fisionomia e dalle membra grossolanamente tagliate.
E certo che la buona regina fu, madre modella delle sue bambole, come si mostrò più tardi dei propri figli, perchè esse erano tutte bene conservate e solo alcune delle più vecchie avevano il naso appena appena spuntato… Anche il loro vestiario attestava la precisione dell’augusta padroncina, che da sè stessa lo aveva tagliato e cucito.
Dopo quella strana esposizione di bambole reali, ve ne fu un’altra dei soldatini di piombo dell’imperatore Napoleone; e questa, alla sua volta, venne seguita dalla mostra di bambole appartenenti alla tuttora giovanissima regina di Olanda. Pare che essa abbia una famiglia adottiva assai numerosa, di cui ha molta cura, specialmente quando una di quelle sue figlie di legno o di cera si ammala come sembra che segua anche tra i fantocci!
Infatti si racconta che ad un ambasciatore essa domandò con tutta serietà:
– Non avete forse paura di ammalarvi, venendo a farmi visita?
– E perchè? rispose molto meravigliato quel signore.
– Perchè tutte le mie povere bambole sono a letto, malate di morbillo, e voi sapete che quella è una malattia assai contagiosa!
Le semplici bambole ripiene di crusca o di segatura, col viso e con le mani di cera, che sembravano tanto belle alle bambine di altri tempi, sarebbero probabilmente accolte da una smorfia di disprezzo dalle signorine d’oggidì.
Perchè la moda cambia in tutto, anche nel fantastico mondo dei balocchi, e adesso non si ammirano che le bambole perfezionate, vestite all’ ultima foggia parigina, internamente fornite di complicato meccanismo che le fa camminare e muovere la testa o le braccia; e per mezzo del fonografo esse hanno acquistato anche la favella, sapendo dire un complimento, o magari un verso con garbo, quanto le loro padroncine.
Queste sono le bambole aristocratiche, dai ricchi corredi, destinate ad abitare sontuosi palazzi e a rallegrare le ore oziose delle fanciulle agiate.
Ma per le ragazzine che non sognano tanto lusso e si contentano di poco, esiste tuttora la modesta pupattola, ricoperta da una semplice camicia, che richiede, per vestirsi, le piccole mani industriose e l’abile ago della padroncina. Questa è forse la più utile e simpatica tra le bambole, perchè, vera amica della fanciulla, le insegna l’amore al lavoro e la precisione; due preziose qualità da coltivarsi in chi dovrà essere un giorno brava donnina di casa!
Anche nei tempi più remoti, vi sono state delle bambole; e di ciò sono prova gli strani fantocci di terra cotta, ritrovati negli scavi fatti nell’Italia e nella Grecia, che, a parere dei sapienti, erano balocchi dell’antichità.
Nelle tombe degli Egiziani del tempo di Faraone, sono state trovate pure certe figurine chiamate da loro “Ushabiti,” e sepolte dai bambini nella credula idea che un bel di sarebbero risuscitate!
Quei piccoli Egiziani, che vivevano nientemeno che quattromila anni fa, possedevano, come voi, molti e vari balocchi, tra i quali anche delle belle palle, fatte di una certa composizione bleu che sembra porcellana; e forse, chi sa se una di quelle non servisse da trastullo al bimbo Mosè nella sua culla abbandonata tra i giunchi del Nilo?…
Nell’antico Giappone usavansi pure le bambole; e molti secoli fa, quando l’Europa era sempre in istato di barbarismo, gli artisti di quello storico paese facevano già dei meravigliosi fantoccini intagliati nel legno e rivestiti riccamente; molti di questi graziosi ninnoli sono conservati tuttora nei musei, e fanno rivivere agli occhi moderni i curiosi costumi e le usanze di quel tempo.
Quell’amore ai balocchi, si è trasmesso attraverso i secoli anche ai Giapponesi d’oggidì; infatti in nessun paese del mondo se ne trova una collezione più variata e bella, come nella poetica patria del cristianesimo.
Ivi ogni anno usasi di celebrare la festa delle bambole, ed in tale occasione vengono rivestite in gala e convitate dalle rispettive padroncine a dei thè sontuosamente imbanditi in minuscoli servizi di filograna d’oro o d’argento.
Potete bene figurarvi quanto dev’essere graziosa quella gaia riunione di piccole musmées, dai ricchi costumi a vivaci colori, dalle larghe cinture a fiocchi, dalle alte pettinature e dagli occhi birichini, tagliati a mandorla !
Anche i bambini Giapponesi hanno la loro festa speciale, in cui viene fatto grande sfoggio di balocchi d’ogni genere, molti dei quali sono emblemi di virtù virile; così, per esempio, il taoi, raffigurante l’immenso pesce che nel mare varca ogni ostacolo, è simbolo dell’ intrepidezza, come il leone della forza ed il fiore peonia della modestia; perciò vedete che i balocchi del Giappone oltre che essere graziosi, sono anche poetici ed istruttivi.
Cari Frugolini, termino questa chiacchierata augurandovi che la buona Befana vi porti bambole e balocchi quanti ne potete desiderare!

EVELYN.

Tratto da Google Libri
Frugolino giornale dei fanciulli – 1893