24 Agosto 1849

Venezia fu l’ultima città che nel 1849 deponesse le armi prese contro gli austriaci. Aveva sotto le armi 20000 uomini distribuiti nei settanta forti che stavano a presidio della città. I Veneziani, stretti com’erano d’assedio, perchè bloccati da tutte le parti, avevano invocato l’aiuto dell’Italia, e speravano assai di ricevere dal di fuori soccorsi. Ma i soccorsi mancarono.
La Francia che doveva mandare 3000 uomini, non si fece viva, cosicchè Venezia si trovò ridotta a sperare soltanto nel valore dei suoi difensori. Comandava questi il generale Pepe – ed essi, per intimorire il nemico, si diedero a compiere le più audaci sortite.
Due di queste furono rischiose e fortunate: con l’una le milizie venete riuscirono a cacciare alla baionetta gli austriaci dal Cavallino; con l’altra li cacciarono da Fusina e da Mestre, facendo 575 prigionieri, prendendo loro sei cannoni, parecchi carri di munizioni e di bagagli. In quella sortita gli italiani ebbero 34 morti e 72 feriti; gli austriaci 200 morti.
Carlo Alberto intanto, aveva ripreso contro l’Austria la guerra d’indipendenza. I Veneziani, si riempirono tosto di entusiasmo; e giá il generale Pepe si apparecchiava a fare una sortita allo scopo di cacciare gli Austriaci verso l’Adige, quand’ecco giungere la notizia della disfatta di Novara e dell’ armistizio concluso con Radetski. La notizia, a Venezia, fece grande e triste impressione, perchè cosi la speranza d’un soccorso del Piemonte era perduta.
Intanto il generale austriaco Haynau, si affrettò a invitare Manin a sottomettersi prontamente. L’ assemblea votò subito all’unanimità questo decreto: “Venezia resisterà all’Austriaco ad ogni costo. A tale scopo il Presidente Manin è investito di poteri illimitati.”
Ma l’ austriaco aveva mille navi e molti armati, cosicchè sulla fine di aprile Venezia si trovò bloccata per terra e per mare. Gli austriaci diressero i loro sforzi dapprima contro il forte di Marghera, che il 5 maggio venne bersagliato dalle palle di 70 pezzi di cannone. I difensori sostennero il fuoco per 7 ore continue.
La mattina dopo Radetski mando a Manin l’intimazione della resa della città, ed avendo ricevuto risposta negativa diè ordine che si continuasse il fuoco: Venezia, impotente contro un numero tanto grande di armati, aveva anche il colera e la fame a decimarla. Resistette fin che potè, poscia fu gioco-forza cedere.
La capitolazione fu sottoscritta a Malamocco il giorno 24 agosto; Manin rimise il potere nelle mani del municipio; e il 27 gli austriaci rientrarono, mentre Manin partiva su una nave francese.
Gli austriaci la tennero fino al 1866.

Tratto da Google Libri
Frugolino giornale dei fanciulli – 1893